La poesia che riscatta il male Giorno della Memoria 2024
Scritto da Segreteria il 29 Gennaio 2024
«Il vocabolario è inadeguato per descrivere ciò che è stato».
Con queste parole la docente Gianfranca Venesio ha aperto l’incontro organizzato dall’associazione Piazzetta Verde il 27 gennaio 2024 in occasione del Giorno della Memoria, cui ha aderito e partecipato il Concorso Lingua Madre.
La ricorrenza è stata istituita in Italia dalla legge del 20/7/2000 e come cita l’articolo n.1 vuole “ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati”. Il male, ma anche il bene di chi l’ha contrastato. Per non dimenticare, come ha detto Marco Francescato, presidente dell’associazione.
La commemorazione ha preso avvio dalle “pietre d’inciampo” poste in via Aurelio Saffi 13 a Torino per ricordare Lidia Pucci Tedeschi e Rosetta Rimini, madre e figlia deportate e morte ad Auschwitz. Le “pietre” (in tedesco Stolpersteine) sono opera dell’artista tedesco Gunter Demnig al fine di depositare, nel tessuto urbanistico e sociale delle città europee, una memoria diffusa dei cittadini e delle cittadine ebree deportati e spesso uccisi nei campi di sterminio nazisti. Proprio come toccò in sorte a Lidia e Rosetta, la cui storia è raccontata nel libro Tra i denti dello squalo di Alessandro Valabrega (Paola Caramella Editrice).
È stato quindi ricordato come le leggi raziali del 1938 furono precedute in Italia dal Manifesto della razza (o Manifesto degli scienziati razzisti) che aveva la pretesa di sostenere e comprovare la concezione biologica del razzismo. Nel 2008 un gruppo di scienziati e scienziate – tra i quali Rita Levi Montalcini, Francesco Remotti, Flavia Zucco e molti altri – scrissero il Manifesto degli scienziati antirazzisti. Ecco quindi una lettura che ha messo a confronto i due testi, grazie alle voci di Gianfranca Venesio e Paolo Ragni, per confutare le dieci affermazioni in “difesa della razza”. Punto su punto, l’ideologia viene sconfitta dall’evidenza della scienza che dimostra – grazie a circostanziati approfondimenti – come “nella specie umana il concetto di razza non ha significato biologico”, che “è una leggenda che i sessanta milioni di italiani di oggi discendano da famiglie che abitano l’Italia da almeno un millennio”, che “non esiste una razza italiana”, che “gli ebrei italiani sono contemporaneamente ebrei e italiani” e così via, ma anche che il razzismo è allo stesso tempo “omicida e suicida” perché “qualsiasi sistema vivente resta tale solo se é capace di cambiarsi”.
Come scriveva Paulo Coelho, però “il mondo è nelle mani di coloro che hanno il coraggio di sognare e di correre il rischio di vivere i propri sogni”. È stata quindi Nunzia Scarlato, autrice CLM, a far vivere al pubblico il potere salvifico della poesia attraverso i suoi componimenti. Il bello, l’arte, la fiducia, la speranza, l’amore sono in grado di contrastare e riscattare il male, è stato detto.
«Fare esercizio di cultura e la cura delle parole ci riparano dal rischio dell’indifferenza che è un facile terreno per l’odio», come ha sottolineato Emanuele Busconi, consigliere della Circoscrizione 3, portando i saluti della presidente Francesca Troise.
Una manifestazione che è stata chiaro messaggio di pace e che non ha dimenticato di ricordare anche un “monumento dell’antifascismo” come Bruno Segre (il cui cognome indica chiaramente le origini ebree). Il partigiano Elio, questo il suo nome di battaglia, fu arrestato durante l’occupazione, poi trascorse la vita a battersi per i diritti – come avvocato difese il primo obiettore di coscienza italiano – e a testimoniare gli orrori del nazifascismo. Un esempio di impegno civile, morto a 105 anni a Torino proprio il Giorno della Memoria 2024.