Le autrici di Lingua Madre

Gemmazione Fermenti creativi intorno al CLM

Scritto da Segreteria il 15 Luglio 2020

di Daniela Finocchi

 

Una delle caratteristiche del Concorso Lingua Madre è la gemmazione.

Scrivere per conoscersi, leggersi e leggere la realtà attraverso lo sguardo e gli immaginari delle donne, per ripensare la contemporaneità e ri-narrarla da un diverso punto di vista è l’invito che da 15 anni il progetto rivolge a tutti e tutte tramite le antologie e i volumi di approfondimento pubblicati, ma anche attraverso le tante attività promosse. Da sempre la voce delle autrici viene amplificata mettendole al centro e rendendole protagoniste di tutti gli incontri, i social, gli spettacoli, i progetti speciali che vengono realizzati. E sempre più spesso tutto questo ha luogo per loro stessa iniziativa, producendo un fermento creativo contagioso, come a far parte di una sorta di strategia riproduttiva di idee, progetti e opere.

È questo il caso di Berivan Görmez e Alessandra Nucci che si sono incontrate e conosciute in occasione della presentazione dell’antologia Lingua Madre Duemiladiciannove. Da qui nasce l’idea di scrivere a quattro mani il racconto I regni di Berivan, per narrare la tragica parabola migratoria vissuta dalla protagonista e dalla sua famiglia, che le ha portate a vincere il Secondo Premio della XV edizione del Concorso, regalandoci una rara testimonianza curda di prima mano.

Discorso simile anche per Nadia Kibout, vincitrice della sezione fotografica con lo scatto Ombre di memoria in questa stessa edizione, che arriva alla partecipazione grazie a un’altra collaborazione che l’aveva vista protagonista, insieme alle autrici del Concorso, alla 24ma edizione di Sguardi Altrove Film Festival. Nell’incontro “Sguardi migranti. Racconti di donna”, curato da Sergio Di Giorgi e Patrizia Rappazzo, infatti, l’attrice e regista di origine franco-algerina, aveva recitato brani tratti dai racconti di Alketa Kosova, Guergana Radeva, Luisa Zhou insieme a Malvina Sinani e Tatiana Kalashnikova. Era il 2016 e, come racconta, quell’esperienza l’aveva colpita ed emozionata, ma sono dovuti passare quattro anni per arrivare all’elaborazione di quanto lei stessa voleva comunicare con la realizzazione dell’immagine poi premiata e la scrittura del racconto Muima selezionato anch’esso nell’antologia Lingua Madre Duemilaventi.

Nella scrittura delle donne, infatti, non c’è tanto il bisogno universale di comunicare la propria memoria, lasciare una traccia che vada oltre al tempo vissuto, piuttosto il gesto del narrare e del narrarsi è formativo, in quanto ri-pensamento e ri-costruzione di sé. Per secoli le donne sono state obbligate a coltivare le loro esperienze nel privato, senza avere possibilità di condivisione e confronto. Nonostante tutto però hanno raccontato e continuano a farlo, nelle loro narrazioni si ritrovano esperienze, vissuti, pratiche che riguardano tutte e tutti.

«La letteratura scritta da donne è cruciale oggi, come ieri e certamente domani – dice Alessandra Pigliaru, della Società Italiana delle Letterate. – Non si tratta di un prodotto di nicchia né le si riconoscerebbe appropriata collocazione definendola “di genere”. La produzione di saperi critici e scritture da parte di donne è invece una irrinunciabile possibilità di conoscenza per tutte e tutti. Gli immaginari rappresentano altrettante declinazioni del presente, della realtà come dell’altrove. Tutto questo è già politica, lo è in un senso eminente di saper convocare il mondo, i corpi che lo abitano, le storie che lo attraversano, le assenze immedicabili e molto altro ancora».

Prova ne è la grande adesione all’invito a riflettere sul tema “Coronavirus: e le donne?” lanciato nei mesi dell’emergenza sanitaria dal Concorso. Autrici e amiche hanno inviato racconti, riflessioni, poesie, immagini per esprimersi sulla necessità di partire dalla differenza di cui sono portatrici le donne nel tracciare scenari futuri. Un flusso di testimonianze e pensiero che ancora continua, facendo nascere il progetto di raccoglierle poi tutte in un ebook.

Proprio a seguito del periodo di difficoltà causato dal Covid che tutte e tutti stiamo vivendo, la rete di donne che ruota intorno al progetto si è anche attivata proponendo spontaneamente collaborazioni e interventi, ecco così le letture realizzate per la sezione Audioracconti dalle stesse autrici: Rosana Crispim Da Costa, Fedoua El Attari, Amália Lombarte del Castillo, Zhanna Stankovych, Luisa Zhou. Ma anche la collaborazione nata con l’artista Disana.pianta, nome d’arte di Giulia Gambino, che si è offerta di illustrare la serie di letture pensate per le/i giovani lettrici/lettori dello speciale online “Quante storie!“. O ancora quella con l’autrice Brunella Pernigotti che ha messo a disposizione del progetto per lo speciale “Coronavirus: e le donne?” le fotografie della sua mostra Mani – sostantivo femminile plurale .

E sono ancora tanti e diversi i progetti che nascono e crescono nel processo di gemmazione del Concorso.

Trapped by a name“, per esempio, prende ispirazione da Tra le mani d’un nome, il racconto con cui Wafa El Antari ha vinto il Secondo Premio alla XIV edizione del Concorso Lingua Madre. Si tratta di un cortometraggio realizzato da artisti di seconda generazione – tra i quali la stessa autrice – che vuole essere un ponte generazionale fra due realtà differenti. Il progetto è attualmente in crowdfunding su produzionidalbasso.com.

Altro esempio è la web serie Cucine Vicine – ideata da Eleonora Diana, Alice Drago e Giulietta Vacis – vincitrice del bando Under 35 Digital Video Contest di Film Commission Torino Piemonte, che coinvolge le autrici straniere del Concorso Lingua Madre attraverso una nuova modalità che fonde documentario e animazione.

Ci sono poi gli incontri tra insegnanti e autrici che hanno portato alla realizzazione di laboratori nelle scuole, ma anche ad altri nuovi racconti per narrare l’incontro tra generazioni e mondi differenti, come nel caso di Antonella Casassa, docente dell’Istituto Comprensivo Alighieri – Kennedy di Torino che insieme alle autrici CLM Jacqueline Tema e successivamente Yasmina Merdjane ha dato vita a scritture condivise con le giovani allieve della scuola.

Tanti i progetti da ricordare, tra tutti non si può dimenticare il blog “L’arte di salvarsi” ideato dalla scrittrice italo-brasiliana Claudiléia Lemes Dias. Laureata in Legge presso la Pontificia Università Cattolica e Master in Tutela Internazionale dei Diritti Umani alla Sapienza e in Mediazione Familiare, l’autrice ha iniziato la sua carriera proprio grazie al Concorso Lingua Madre di cui ha vinto il Primo Premio nel 2008 con il racconto FPS25. Da allora ha fondato una casa editrice insieme ad altre donne migranti, ha scritto romanzi di successo e dal 2015 segue il blog (che può essere assimilato a una rivista) che è tra i più noti nell’ambito psicologico, eletto tra i primi cinque più importanti blog sulla salute mentale, per approfondire il tema del narcisismo perverso e della psicopatia nei rapporti familiari e di coppia. Claudileia ha mantenuto da sempre i contatti col progetto, diventando nel corso degli anni una delle collaboratrici più preziose e attive del Concorso Lingua Madre in Italia e all’estero.

Non è quindi un caso che María Milagros Rivera Garretas – correggendo l’errore della tradizionale impostazione antropologica – veda a fondamento della civiltà lo scambio femminile. Come scrive nel suo Donne in relazione. La rivoluzione del femminismo: “Spostandosi da un paese all’altro, le donne hanno reso multiculturale la cultura con i doni del tempo e della parola”.