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Letteratura Migrante Le autrici CLM ospiti del ciclo a cura della Cooperativa Sociale Dedalus

Scritto da Segreteria il 28 Novembre 2022

Le vincitrici della XVII edizione del Concorso Lingua Madre sono state protagoniste del ciclo di eventi Letteratura Migrante promosso dalla Cooperativa Sociale Dedalus presso le Officine Gomitoli di Napoli. Tre incontri, tre occasioni di approfondimento a partire da un racconto diverso.

Un’attività che, come spiega la coordinatrice Roberta Ferraro, ha dato vita a numerose riflessioni e occasioni di confronto insieme alle donne che hanno partecipato agli incontri a partire da molti e differenti argomenti: doppia assenza, migrazione e identità, casa, italianità, mutilazioni genitali femminili, amore e sessualità, matrimoni forzati, corpo, femminilità, generazioni a confronto.

Il primo incontro si è svolto il 27 ottobre e ha coinvolto Adelina Zărnescu vincitrice del Secondo Premio con Un altro racconto di migrazione che la gente non avrà troppa voglia di leggere. Ecco come l’autrice racconta l’esperienza:

All’incontro hanno partecipato donne e uomini di ogni età e di diverse provenienze, persone immigrate in Italia che desiderano mettersi in relazione, ma anche persone italiane che desiderano accogliere. Il tema principale dell’incontro è stato il concetto di “casa”: cosa intendiamo per “casa”, tanto nel senso più classico del termine, quanto nel senso rivisitato che un migrante attribuisce a questa parola. I e le partecipanti hanno scritto cosa significa per loro casa: amore, famiglia, accoglienza, per citarne soltanto un paio. Abbiamo quindi letto insieme il racconto, da cui sono partiti ulteriori spunti di approfondimento circa il mio personale concetto di “casa”, la mia identità multiculturale, le difficoltà da me incontrate nell’apprendere l’italiano dopo il trasferimento in Italia. L’incontro si è concluso con una discussione aperta, in cui i e le partecipanti hanno espresso le loro esperienze di migrazione, le loro frustrazioni e le loro speranze per il futuro. Tra queste, per tutte e tutti è emerso un desiderio comune: imparare bene l’italiano.

Il secondo incontro si è svolto il 3 novembre e si è sviluppato a partire dal racconto Lame in libri di Chiamaka Sandra Madu, Terza Classificata, che ha scritto:

Partendo dalla lettura del mio racconto, sono diversi gli spunti che hanno dato vita a un dialogo stimolante ed edificante. Con i e le partecipanti ci siamo chiesti/e, ad esempio, cosa vuol dire essere figlia o figlio di genitori che sono migrati in Italia. Abbiamo quindi riflettuto su come la cultura d’origine non sia sempre allineata con quella di nascita o comunque quella in cui si vive e come crescere in mezzo a culture fondamentalmente in contrasto tra loro abbia un impatto profondo sull’identità di un/a giovane. Il/la giovane impropriamente detto/a di “seconda generazione” spesso sente infatti di non appartenere pienamente né alla cultura d’origine né a quella del paese in cui vive. Sebbene cresca guardando gli stessi programmi televisivi, ascoltando la stessa musica e ricevendo la stessa educazione del resto della popolazione, spesso riferisce di sentirsi sempre straniero/a o immigrato/a. Le differenze culturali e religiose, il colore della pelle e la discriminazione contribuiscono tutti a sentimenti di alienazione.

Al terzo incontro, svoltosi il 10 novembre, ha partecipato Diana Paola Agámez Pájaro, Prima Classificata, proponendo un lavoro di analisi a partire dal suo racconto Il mio corpo: un posto felice.

Dal Cile all’Egitto abbiamo condiviso e ci siamo confrontate su come raccontiamo il corpo, sulle relazioni tra nonne/i e nipoti e sul concetto di cura nelle nostre culture. Sono molti gli stimoli interessanti emersi da questo confronto, come ad esempio la differenza tra i rapporti intergenerazionali su cui alcune partecipanti hanno condiviso la loro esperienza.
Una ha raccontato di aver sempre avuto un rapporto vivo e molto fisico con la nonna, un rapporto che invece le sue figlie, lontane dalla famiglia in Cile, stanno perdendo insieme alla trasmissione della memoria familiare. Un’altra ha condiviso come ha vissuto il momento della cura dei nonni in casa. In Egitto la madre lavava il nonno ogni giorno, prendendosi cura della pulizia del suo corpo, della sua alimentazione, facendogli compagnia. Un’altra ancora ha spiegato come in America Latina le persone anziane, rispettate e ascoltate, abbiano un posto centrale nella vita comunitaria: molto spesso a occuparsi di loro è una donna della famiglia sia per ragioni culturali ma anche e soprattutto a causa della mancanza di adeguati servizi socio/sanitari. 

Questo percorso di riflessione collettiva si concluderà martedì 6 dicembre con un incontro online dedicato al Concorso Lingua Madre e alla nuova antologia Lingua Madre Duemilaventidue. Racconti di donne straniere in Italia (Edizioni SEB27) che vedrà come ospite Daniela Finocchi, ideatrice e responsabile del progetto.

Ecco le foto.