Appuntamenti

Voglia di una vacanza diversa?

Scritto da Segreteria il 24 Luglio 2012

Due proposte per l’estate: i seminari dell’Accademia del Silenzio ad Anghiari e la Scuola estiva della differenza a Lecce.

Dal 30 agosto al 1 settembre, l’Accademia del silenzio, cui partecipa anche il Concorso Lingua Madre nel comitato promotore, propone un’esperienza unica: un corso di silenzio nel bellissimo borgo medioevale di Aghiari (Arezzo).
Per informazioni e iscrizioni clicca qui!

Dal 10 al 14 settembre 2012 si svolgerà a Lecce la Scuola Estiva della differenza: Diamo corpo al futuro è il titolo della X° Edizione.
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Stanchi delle solite vacanze? Stufi di spiagge affollate, stress, rumore? Alla ricerca di un’idea diversa per concludere l’estate, cambiando ritmo e rallentando davvero? E’ il momento di iscriversi alla SCUOLA DI SILENZIO.
Dal 30 agosto al 1 settembre, l’Accademia del Silenzio propone un’occasione per trascorrere un piacevole week end lungo immersi nel relax e nella pace delle colline toscane, seguendo i seminari pratico-esperienziali, le lezioni teoriche, le escursioni narrate e l’osservazione notturna delle stelle. Un’idea nuova per esercitarsi nella pratica del silenzio e nella comunicazione senza parole. Sei i seminari proposti, a scelta (con un limite massimo di 20 partecipanti): dal silenzio poetico al silenzio escursionistico, dalla meditazione alle tecniche di comunicazione non verbale, al cinema. La sera tutti i gruppi si ritrovano, insieme, per cenare, confrontare le esperienze  e ascoltare le lezioni collettive.

Descrizione e presentazione dei laboratori
1. Il corpo del silenzio. Percorsi tra parole ed esperienze sensoriali
 a cura di Angelo Andreotti e Maria Grazia Comunale
Qualche poesia che parli ma anche non parli di silenzio. Qualche poesia da leggere con la voce, per ascoltare da quella voce il silenzio. Qualche immagine e qualche oggetto da descrivere, anzi, qualche immagine e qualche oggetto che possa aprire in noi il silenzio per il suo proprio racconto. Poi ciascuno porti con sé il proprio corpo, da mettere in gioco. E dita e occhi, ma anche naso e orecchie e bocca. E ancora voce da appoggiare sul silenzio. Nel bagaglio occorrono parole, tante parole, tutte quelle che si hanno, e la disponibilità per scambiarle con gli altri. Parole da assaggiare, toccare, odorare, vedere, ascoltare. Parole da trattare con cura, affinché portino a noi quel silenzio da cui provengono.
2. Dov’è l’Eden? Immagini del Paradiso nelle tradizioni religiose e nel silenzio contemplativo a cura di Giampiero Comolli
Tutte le culture e le religioni hanno sempre sentito il bisogno di descrivere il proprio “paradiso” (spostato di volta in volta nell’aldilà,  o nel passato più lontano,  o nel futuro più remoto, o in luoghi di difficilissimo accesso): uno spazio e un tempo di assoluta perfezione, del quale avere nostalgia e verso il quale tendere. Ma anche durante la contemplazione silenziosa di un paesaggio naturale o durante una seduta di meditazione possono apparire sensazioni e immagini interiori che evocano la perfezione paradisiaca. Come mai si presentano simili percezioni? Che significato e che funzione hanno in un percorso meditativo? Attraverso una serie di esercizi di concentrazione silenziosa è possibile scoprire quale sia la propria immagine interiore di paradiso, per poi confrontarsi con essa, descriverla attraverso la scrittura e quindi comprenderne il senso.
3. Scrivere le silenziose metamorfosi della vita: a passi lenti in compagnia di Jean J. Rousseau e Emily Dickinson a cura di Duccio Demetrio con la collaborazione di Ludovica Danieli.
Parleremo pacatamente del silenzio vivo e presente che ci avvolge, rispettandoci o interrogandoci,  e poi dei silenzi che abitano soltanto dentro ciascuno di noi. Ignoti a chiunque altro. Mediteremo dei silenzi che incontriamo nelle metamorfosi liete e drammatiche dell’ esistenza. Del silenzio  che si impadronisce del tempo e dei luoghi, ogniqualvolta ogni suono, segnale, effetto acustico non scompaia del tutto, ma si attenui.  Del silenzio, che non è metafora del nulla, della assenza assoluta, della mancanza di vibrazioni vitali; del silenzio, che ci educa ad essere più cauti, sobri, benevoli nella ricerca di parole e presenze, umane e non solo, capaci di aiutarci a comprendere e a decifrare il senso  di ciò che stiamo divenendo. Due grandi mentori della filosofia e della poesia ci accompagneranno passo dopo passo, nelle loro riflessioni e parole poetiche. Così lontane così ancora a noi vicine.
4. Il silenzio trasformato. Cinema e immagini come sguardi raccontati in silenzio. a cura di Emanuela Mancino
Le immagini ci parlano in silenzio. E noi parliamo loro, ma in modo in-audito, difficile da sentire. Tra noi e le immagini si crea un dialogo incessante, che sussurra anche quando non ci accorgiamo. Quel che vediamo e abbiamo visto continua a raccontarsi in noi, a giocare col nostro immaginario e con i nostri desideri, coinvolgendo la memoria e abitando i sogni. Ascolteremo e daremo voce alle parole che le immagini provocano in noi, dando udienza a quei silenzi e a quei brusii interiori e riconquistando una lingua intima ma disabituale, apparentemente tacita, perché invisibile e indicibile. Attraverseremo, con attenzione, ascolto, gli sguardi che accolgono e creano le immagini che ci circondano e le immagini che ci abitano.
5. L’alfabeto del silenzio: il linguaggio delle emozioni. Percorsi di comunicazione oltre le parole a cura di Nicoletta Polla-Mattiot
Risvegliare i sensi, tutti e cinque (vista, udito, tatto, olfatto, gusto) per sviluppare un ascolto sinestesico del silenzio. Si può “ascoltare” con il corpo. Ci sono silenzi pesanti e leggeri, assordanti e ovattati, tangibili e sfuggenti. Alcuni di noi sono più portati a fare silenzio, altri a sentirlo, altri a contemplarlo, altri ancora a immaginarlo.
Sintonizzarsi sulle emozioni. Ci si può ritrovare senza parole perché quello che si prova è incontenibile, più grande, più mobile, immensamente più bello o drammaticamente più brutto, di quanto si può rendere a parole. Che cosa si prova in silenzio? Dentro il nostro silenzio, e davanti a quello degli altri?
Dialogare senza parole. Ci si può mettere in relazione con un’altra persona anche senza ricorrere al linguaggio verbale, trovare una comune lunghezza d’onda, abituarsi a leggere fra le righe, ad ascoltare i gesti, a condividere gli sguardi, a cogliere le pause, dare spazio e alternanza allo scambio, mantenendo un’intensità e volontà comunicativa.
Attraverso letture, ricordi, scrittura personale, esperienze, percorsi individuali e di gruppo, si esplora il linguaggio del silenzio e la possibilità di trasformarlo in azione e scelta, strumento di comunicazione e di relazione, più vicino al tessuto emotivo di ogni incontro, con se stessi e con gli altri.
6. Pensare il silenzio, per un’estetica dell’ascolto a cura di Stefano Raimondi
La parola parla in nome del silenzio cui aspira” scrive il poeta Edmond Jabès. Il silenzio dunque come aspirazione, il silenzio come luogo, come corpo, come riflessione; il silenzio come vicenda quotidiana del pensiero, ma anche come realtà alla quale porgere “ascolto” per diventare ed essere altrimenti. Esiste un aspetto del silenzio? Esiste un’estetica del silenzio? Sono queste le interrogazioni che diventeranno percorso e vie per rimpatriare dentro un aspetto che si potrà vivere come un momento di conoscenza di sé come dell’Altro. Il corpo del silenzio ha diversi nomi: ascolto, pausa, pace, parola, postura, amore. Sarà il nostro procedere a dare voce alla nostra quiete, a quello “strano” modo di stare di fronte a se stessi e al mondo. “Lascia che il silenzio dica di te l’aspetto, la postura, il tuo deambulare dentro le cose che ancora hanno una voce per raccontarti da lontano: quella distanza della prossimità e dell’abbraccio che ha un paese, una via, una stanza abitata dal mondo e dal tuo stesso tacere per loro. Si ritorna a volte per trovare orme di luce, proprio da dove si era partiti,  come per silenzio, come dal silenzio. Ho visto uno spazio che diceva di noi, un posto dove il nostro nome è davvero quello che ascolti: una traccia che vedo dai bordi, schiarire.”(S.R.)
Iscrizione ai laboratori: entro il 15 agosto con possibilità di esprimere due opzioni. Limite massimo di partecipanti per laboratorio: 20. Costo per la partecipazione ai laboratori ed alle lezioni magistrali: 180 euro oltre all’associazione alla Lua. La partecipazione ai corsi, ai seminari e ai gruppi di studio dell’Accademia è riservata ai soci in regola con il pagamento della quota associativa annuale (25,00 euro).

Dal 10 al 14 settembre, Diamo corpo al futuro – X° Ediz. Scuola Estiva della differenza

Diamo corpo al futuro” è un invito a vedere che cosa c’è di nuovo senza lasciarsi abbagliare dai nuovismi, dalle false immagini e dalle idee stereotipate, che riconducono inevitabilmente a percorsi già visti e già sperimentati o al grottesco di un eccesso indecente che è altro dall’oltre del dicibile. Diamo corpo al futuro, suggerisce invece un impegno in prima persona: anima e corpo, e suggerisce anche che il futuro ha bisogno di un corpus, fatto di tradizione, di genealogie ricostruite, di un metodo che sa farsi giustizia disdegnando tutto ciò che confonde il giudizio sulle cose e ritornando all’essenziale. Un futuro non come orizzonte imprecisato, ma nutrito come corpo generato. Abbiamo bisogno di questo futuro che si incarna, tanto più che in tempi di crisi sembra essere inghiottito nel vortice della sottomissione economica ogni altro interesse e prospettiva. E persino il futuro può sembrare asservito e revocato, se diventa ipotesi astratta, tratta fuori dai corpi,  se è  misurato solo con il criterio dell’utile e del profitto. Vogliamo invece rendere il futuro meno astratto cominciando con il riconoscere quanto c’è già di nuovo, e come  le strategie di libertà e le vere e proprie riforme civili che le donne sanno attivare e che continuano a inventare di fronte a rapporti di forza, possono produrre cambiamenti epocali Vogliamo evidenziare quell’eccellenza femminile che ha saputo e sa costruire percorsi impensati di felicità anche ribaltando il consueto rapporto tra denaro, lavoro, benessere economico e politiche di inclusione\esclusione. Nella crisi che le società di mercato stanno attraversando, la relazione tra le generazioni di donne ha costruito una continuità di desiderio di politica contro il potere del denaro e contro la violenza dei rapporti che corrompono, le privatizzazioni che escludono, le precarizzazioni che rendono instabili, contro i ricatti dei facili guadagni. Sono temi che appartengono alla filosofia, alla politica, all’economia e alla religione, ma che sono profondamente trasformati da una “differenza” di sguardo e di esperienza e, pertanto, anche in grado di trasformare noi stesse\i e ciò che ci circonda, aprendo a un’azione politica radicale. E’ importante narrare questi percorsi per comprendere quello che accade a ciascuna\o di noi, ma che non riguarda solo noi, e che ci consente di agire con consapevolezza, fiducia e responsabilità politica. La scuola ha come meta quella di sperimentare in gruppo un itinerario che sia insieme culturale, politico, spirituale. Nelle ore pomeridiane, dalle 15 alle 17, prima dell’inizio dei lavori, saranno avviati dei laboratori: uno di discussione e scrittura dei temi affrontati e uno di meditazione e preghiera,  A chi, avendo frequentato tutte le 30 ore di lezioni e seminari, ne farà richiesta, verrà rilasciato un attestato di partecipazione valido per tutti gli usi consentiti dalla legge. Per gli\le studenti dell’Università del Salento che presenteranno anche un elaborato scritto,  l’attestato indicherà anche il numero di crediti che le singole Facoltà avranno deciso di riconoscere al percorso formativo offerto dalla scuola. La scuola è a numero chiuso: 30 posti sono riservati agli\le studenti dell’Università del Salento, 20 al personale docente o tecnico amministrativo dello stesso Ateneo Salentino, 20 agli\le studenti dell’Università di Roma Tre, 40 sono i posti per le\gli esterni.  L’iscrizione prevede un versamento di 150 euro e comprende la cartella dei lavori e le quote per i pranzi dal 10 al 13 sett. La scuola si impegna a fornire indicazioni su B&B convenzionati per l’occasione al prezzo speciale di  25-30 euro a notte. Per gli\le studenti e per il personale dell’Università del Salento la quota di iscrizione ammonta solo a 30 euro. La comunità delle Benedettine collabora all’iniziativa offrendo la collaborazione editoriale e l’organizzazione degli incontri comuni. La presente edizione ha fruito del contributo FIDAPA  BPW Italy-Commissione Nazionale Donne Politiche Sociali e Pari Opportunità.