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Incontro con l'autrice. Presentazione di "Dove comincia la rivoluzione" SalTo22

Scritto da Segreteria il 22 Maggio 2022

Una giornata ricca di eventi per il Concorso Lingua Madre, quella di sabato 21 maggio al XXXIV Salone Internazionale del Libro.

Alle ore 17.00 in Sala Arancio, la scrittrice María Helena Boglio ha presentato il suo nuovo libro Dove comincia la rivoluzione (Scritturapura) in dialogo con Kinu Berman, traduttrice del volume, e Daniela Finocchi, ideatrice e responsabile CLM. Letture a cura di Francesco Puleo, attore, regista, educatore e Natalia Sangiorgio, attrice di LabPerm di Castaldo, con l’accompagnamento musicale di Andrea Rougier. L’appuntamento ha visto anche la presenza di Giulio Biino, Presidente della Fondazione Circolo dei lettori, intervenuto portando i saluti istituzionali.

Ad aprire l’incontro Daniela Finocchi, conduttrice dell’evento, che ha presentato le e i partecipanti, chiedendo poi a María Helena Boglio di spiegare la nascita di questo romanzo, approfondendone la storia e i temi che da questa scaturiscono.

“Il libro tratta della presa di coscienza di una giovane donna sullo sfondo dell’Argentina dei primi anni ’70. Un romanzo ambientato nel periodo della repressione, prima del noto Golpe. Volevo analizzare cosa significasse essere una donna in quell’epoca”, ha spiegato María Helena Boglio precisando come la protagonista Sofia sia una personaggia in divenire, una persona che lotta nonostante tutto. “La vita di Sofia e soprattutto la sua forte volontà di emanciparsi dall’ambiente in cui è costretta, sono cariche di positività”.

È quindi intervenuta Kinu Berman, che ha curato la traduzione del volume, pubblicato prima in lingua spagnola. “Lavorare su questo libro è stato molto piacevole, ho la fortuna di conoscere molto bene la scrittrice, dato che è mia madre, e sono stata coinvolta nel processo fin dall’inizio. Mia madre ha infatti curato una prima versione della traduzione, a cui poi, piano piano, ho iniziato a mettere mano. Trovo che Sofia sia una personaggia in cui sia facile immedesimarsi perché la sua storia racconta quella di tutte noi donne. Oggi abbiamo la possibilità di accedere ad una modalità di pensiero che ci permette di crescere, di evolvere. Un aspetto per cui sono molto grata”.

Daniela Finocchi è poi entrata nel merito dei temi trattati dal volume. “Nel libro la violenza si fa strada, come in un crescendo, nella scena pubblica e nel privato. Una violenza in cui sono protagonisti i maschi, prima nella costrizione che subisce Sofia da parte del padre, poi quella da parte del fidanzato e quindi marito, e intanto quella della scena politica intorno, sino al tragico epilogo finale”, è infatti intervenuta Daniela Finocchi, aggiungendo: “Emerge dal romanzo come la violenza contro le donne non sia amore frainteso, non sia incomprensione, ma sia desiderio di dominio e di possesso della vita altrui. Della vita e della morte. Sino all’imbarbarimento del discorso politico che accende un faro sulla crisi del sistema patriarcale e di tutta la violenza che da questo ne può scaturire (violenza poi certo non solo nei confronti delle donne). Ma emerge questa brutalità legata a un maschile tossico che avvelena territori e rapporti sociali, incarnato poi dalla dittatura. In tutto questo, Sofia, come già sottolineato, è comunque una personaggia positiva che prende coscienza e non accetta il proprio destino”.

“Esatto, Sofia non è una ragazza passiva, ma interroga continuamente la società che la circonda prima e la politica stessa dopo. Cresce in un ambiente di chiusura mentre lei tende verso l’apertura, e soprattutto si apre alla ricerca personale di una sua autonomia” continua María Helena Boglio, approfondendo: “È sì una ragazza ingenua, ma man mano che va avanti nel suo percorso trova il mezzo per ottenere la libertà, ovvero lo  studio, che diventa la sua fonte di conoscenza sul mondo e su se stessa. L’istruzione è una conquista recente per le donne, risalente solo al secolo scorso. Ma è solo attraverso l’istruzione che possiamo ottenere gli strumenti per capire la realtà che ci circonda. Di una donna che non poteva avere figli si diceva che “non serve”, scrivo nel libro. Una frase, questa, terrificante che pure sentivo sempre durante l’infanzia in paese, in questa colonia piemontese del Sudamerica, in cui la vita era scandita solo ed esclusivamente dal lavoro. Credo fermamente che siano proprio la conoscenza, la scuola, l’istruzione a darci la possibilità di allontanarci da questo tipo di realtà”.

A commentare gli interventi, le suggestive letture di Natalia Sangiorgio e Francesco Puleo, accompagnate dalle note della chitarra di Andrea Rougier. Un incontro che ha molto coinvolto il pubblico: i e le presenti hanno infatti contribuito con numerose domande alle relatrici, donando approfondimenti e nuovi spunti sui temi trattati.

Ecco tutte le foto.