Appuntamenti

Migranti: femminile, plurale - L'italiano e i suoi sconfinamenti Salto21

Scritto da Segreteria il 15 Ottobre 2021

Migranti: femminile, plurale. L’italiano e i suoi sconfinamenti è il titolo dell’appuntamento che ha aperto il ciclo di incontri curati dal Concorso Lingua Madre nell’ambito del XXXIII Salone Internazionale del Libro di Torino. Relatrici/tori dell’evento sono state/i Antonello Borra, poeta e scrittore, docente dell’University of Vermont, e Amàlia Lombarte del Castillo, autrice CLM. A condurre l’incontro Luisa Giacoma, linguista e lessicografa.

Le/gli ospiti si sono susseguite/i sul palco dell’Arena Piemonte, nel padiglione 2 del Lingotto Fiere, approfondendo il tema del linguaggio in quanto territorio di sperimentazione anche e soprattutto per le donne migranti. Nascono così modalità di espressione che attingono ad un ordine simbolico totalmente nuovo, intrecciandosi alle esperienze, alla quotidianità, ai ricordi, alle storie di vita. Interrogare le scritture delle donne significa infatti cogliere una ritrovata autenticità. Come nel podcast del Concorso letterario nazionale Lingua Madre, nato nel 2021 per dare ancora più voce a chi abitualmente non ce l’ha ma ha molto da dire, in quanto donna e in quanto migrante. Proprio da Linguaggi e letterature, terza puntata del podcast CLM che ha visto come ospite Amàlia Lombarte del Castillo, ha preso l’avvio l’incontro.

Davanti al folto pubblico raccolto in Arena Piemonte, Daniela Finocchi, ideatrice e responsabile del Concorso Lingua Madre, ha introdotto l’evento, raccontando questi sedici anni di lavoro del Concorso Lingua Madre con la letteratura femminile migrante e ricordando come dal 2005 il progetto raccolga le storie di donne straniere in Italia, creando uno spazio di condivisione dove le differenze uniscono invece di separare. «In Italia, infatti, il 52% dei migranti è femmina e sempre di più le donne migrano da sole o come capofamiglia», ha infatti spiegato Daniela Finocchi, aggiungendo: «I racconti e le fotografie raccolte in questi anni dal CLM sono ulteriore prova e testimonianza della necessità imprescindibile di uno sguardo sessuato sulle migrazioni contemporanee».

Luisa Giacoma – Ph. Ludovico Giacobbe

La parola è quindi passata a Luisa Giacoma, docente presso le università di Torino e della Valle d’Aosta e ambasciatrice per l’Italia dell’università tedesca di eccellenza Technische Universität di Dresda. Con la pubblicazione di oltre venti libri e dizionari è la più nota lessicografa italiana, molto conosciuta e amata anche all’estero dove si adopera in favore della lingua italiana nel mondo, tenendo regolarmente seminari e conferenze nelle principali università e istituzioni europee. Ha ricevuto moltissimi riconoscimenti in Italia e all’estero. Fa parte da anni del gruppo di studio del Concorso Lingua Madre ed è l’ideatrice degli incontri L’italiano e i suoi sconfinamenti, organizzati dal 2013 nell’ambito del programma del Concorso letterario nazionale Lingua Madre al Salone Internazionale del Libro di Torino.

«La letteratura migrante può essere un importante passaggio per tutte e tutti coloro che stanno imparando una nuova lingua, perché in questi testi è forte la presenza, metanarrativa, dello stesso rapporto con la lingua d’adozione e il suo apprendimento», ha esordito Luisa Giacoma, rivolgendosi poi a Amàlia Lombarte del Castillo: «Sono sempre stata curiosa di sapere come si vive, nel quotidiano, la presenza di una lingua altra. Come si manifesta questo passaggio a una lingua che da iniziale minaccia può quasi diventare un’ancora di salvezza».

Amàlia Lombarte del Castillo – Ph. Ludovico Giacobbe

«Il fatto di imparare l’italiano mi ha dato la possibilità di creare una sorta di mondo parallelo», ha spiegato l’autrice CLM, approfondendo: «Questo mi è servito per esorcizzare certi demoni che avevo dentro, presenze che nella mia lingua abitavano sempre con me. Grazie all’italiano questi demoni mi hanno dato un po’ di tregua, senza ovviamente scomparire del tutto, permettendomi di guardarli da lontano, con la giusta distanza emotiva, e affrontarli. Sto ancora attraversando un processo di creazione, proprio grazie al mio arrivo in Italia sono riuscita a scoprire molte cose su di me. Se avessi dovuto fare questo percorso nella mia lingua madre, lo spagnolo, sarebbe stato molto più difficile: certe cose, a volte, non le puoi esprimere nella tua lingua, ti sembra quasi di tradire qualcosa di più grande. Per chi è straniera o straniero la lingua italiana è “bella” non solo per la sua musicalità ma anche perché ci da la possibilità, forse, di essere davvero noi stesse e noi stessi. C’è un distacco: vuoi essere ascoltata ma non sempre ti è possibile esprimere i tuoi sentimenti e pensieri a tutte e tutti. Scrivere poi è un bisogno di vita, è la vita stessa che chiede di emergere».

Antonello Borra – Ph. Ludovico Giacobbe

«Credo che il grande merito di questa rassegna sia sottolineare come la lingua canonica sia sempre stata “padre”. Abbiamo dovuto aspettare a lungo per voci femminili di rilievo», è quindi intervenuto Antonello Borra. «Nel corso della storia ci sono state ovviamente importanti eccezioni, ma solo ora, nella realtà di oggi, abbiamo la possibilità di fruire anche le storie di donne migranti che si raccontano. Trovo questa scrittura “nuova” pedagogicamente interessante: sono testi che tematizzano l’apprendimento dell’italiano, veri e attuali. Ho notato, soprattutto negli Stati Uniti dove insegno, che molto spesso nei discorsi in cui si parla di diversità viene lasciato da parte l’aspetto linguistico. Ritengo quindi che l’utilizzo di questi testi possa portare un grande beneficio, proprio perchè donano a lettrici e lettori racconti autentici sulla diversità. Non solo, queste autrici, come Amàlia Lombarte del Castillo, parlano della bellezza della lingua italiana e del processo con la quale viene fatta propria. Questo mi ha fatto riflettere sulla mia stessa condizione di espatriato: per chi adotta la lingua italiana questa rappresenta il desiderio, di far parte di una comunità, di creare una nuova quotidianità, per chi come me la parla all’estero, invece, rappresenta la nostalgia». Un sentimento indagato dall’autore anche nei suoi libri – quale La fabbrica delle idee. The factory of ideas (Fomite, Burlington, USA), presentato in questa occasione. Ha quindi condiviso con il pubblico una delle sue poesie dove  tratteggia la profondità dello sguardo materno di una città, un luogo, una terra mai dimenticata.

Le battute finali dell’evento sono state accompagnate dagli applausi di un’affollata Arena Piemonte, che ha seguito con vivo interesse gli interventi che si sono succeduti sul palco.

Non solo, ad aspettare relatrici e relatori anche tante richieste di approfondimento e interviste. Ecco quelle realizzate dalle ragazze e dai ragazzi di Bookblog a Daniela Finocchi, Antonello Borra e Amàlia Lombarte del Castillo.

Qui invece è possibile ascoltare l’intervista a Daniela Finocchi realizzata da Radio Beckwith Evangelica.

Ecco tutte le foto, a cura di Ludovico Giacobbe e Michela Marocco.