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Il linguaggio del cibo. Narrazioni di donne SaloneOFF21

Scritto da Segreteria il 17 Ottobre 2021

Venerdì 15 ottobre alle ore 17.30, presso la Cooperativa Borgo Po e Decoratori, ha avuto luogo Il linguaggio del cibo. Narrazioni di donne, il primo degli appuntamenti curati dal Concorso Lingua Madre nell’ambito del SaloneOFF 2021. A partire da Generi alimentari. Cibo, donne e nuovi immaginari (Iacobellieditore), volume frutto del lavoro del Gruppo di studio CLM, l’incontro è stata un’opportunità per ripensare al rapporto tra cibo e donne al di là degli stereotipi, dalle narrazioni di migranti ai lavori di artiste ecofemministe, dalla serialità televisiva e dal cinema fino alle scritture legate alla conservazione e all’innovazione delle tradizioni. A condurre l’incontro la scrittrice Maria Antonietta Macciocu che ha dialogato con le curatrici del volume Daniela Finocchi, ideatrice e responsabile del Concorso, e Luisa Ricaldone, Società Italiana delle Letterate già Università degli Studi di Torino.

A dare il via all’incontro è stata Maria Antonietta Macciocu: «Ho letto con interesse questa raccolta di saggi che, seppur breve, contiene tanti validi spunti di approfondimento. Vorrei dunque chiedere, oggi, cosa si intende quando si parla di “generi alimentari” e quali sono gli immaginari raccolti in questo libro».

Su questo punto è intervenuta Luisa Ricaldone spiegando: «L’immaginario che accompagna il cibo è certo legato al singolo ma non solo, tocca anche tutta la collettività di un preciso momento storico. In questo saggio abbiamo deciso di approcciare diverse discipline, dall’arte figurativa, al cinema, alla letteratura alla serialità televisiva. Questo perché non solo la documentazione critica sul cibo è sempre stata a firma prevalentemente maschile ma non ha quasi mai studiato l’attività letteraria e artistica scaturita da questo tema: occorreva indagare là dove c’erano aspetti non approfonditi. La relazione tra cibo e donne ha un vasto ambito di espressione mai preso in considerazione».

«Il cibo, anche in ambito letterario italiano, si apre a molte interpretazioni, è elemento identitario, nutrimento dell’anima, nostalgia di casa» ha poi proseguito Luisa Ricaldone, «La poesia di Emily Dickinson che fa da introduzione al volume mette in evidenza proprio questo aspetto, descrivendo come l’avanzo del cibo diventi qualcos’altro al di là del semplice nutrimento, come d’altronde nella tradizione contadina. E poi c’è tutta la letteratura legata al luogo dove si fa il cibo, la cucina, che diventa luogo di relazione, anche politica. Non a caso una delle autrici raccolte nel volume, Adriana Chemello, parla di cibo come nutrimento della relazione ed è un nutrimento che mette in contatto il dentro con il fuori, usando un organo, la bocca, che è lo stesso della parola».

«Le donne si riconoscono nelle pratiche di cura e nutrimento e da sempre hanno aiutato il genere umano a sostenersi, nel senso più ampio di questo termine, in ogni angolo della Terra», ha quindi spiegato Daniela Finocchi, «Il cibo porta con se ricordi, esperienze, dissidi ed è un vero e proprio linguaggio che può essere più forte di ogni parola. Le donne, specialmente se straniere, migranti, si mettono costantemente in relazione, anche e sopratutto attraverso il cibo e i sapori, e proprio da questo nasce la ricchezza. Sono riconoscenti al paese che le ospita, riconoscono che “casa” è dove c’è la vita. Si immergono nella cultura che le accoglie, facendola propria».

Sempre Daniela Finocchi ha poi aggiunto: «Anche nel loro impegno politico, le donne affermano una cultura differente. Pensano alla natura, e quindi al mondo che le circonda, in modo più accudente e non predatorio. Guardano al mondo come a un ambiente domestico di cui prendersi cura, come scrive Ina Praetorius. Proprio per questo l’ambiente domestico, in cui il patriarcato ha da sempre relegato la donna, non ha più accezione negativa ma si ricopre di altri e importanti significati. Le donne, che non hanno mai avuto accesso alla costruzione del mondo, ora chiedono che i valori che le contraddistinguono vengano riconosciuti come tali».

In conclusione le relatrici hanno lasciato la parola al pubblico presente: un’ulteriore occasione per approfondire i temi trattati nell’incontro attraverso le domande e gli interventi dei e delle partecipanti.

Ecco tutte le foto a cura di Michela Marocco.