Le autrici di Lingua Madre

La sintesi di Evelina Dapueto del seminario di Expo Elette 2016

Scritto da Segreteria il 04 Luglio 2016

Pubblichiamo una sintesi – a cura di Evelina Dapueto, autrice del Concorso Lingua Madre e componente di AIDDA (Donne imprenditrici e Donne Dirigenti d’Azienda) – degli interventi che si sono alternati durante il seminario Cultura: esiste un modello di governance al femminile? tenutosi il 30 giugno presso il Castello di S. G. Canavese (TO), nell’ambito del 1° Forum Internazionale delle Donne al Governo della Politica e dell’Economia di Expo Elette 2016. Alla Tavola Rotonda, moderata da Daniela Finocchi, hanno partecipato: Daniela Formento (Presidente della Fondazione Castello di Rivoli), Maria Cristina Gribaudi (Presidente della Fondazione Musei Civici di Venezia), Antonella Parigi (Assessora alla Cultura e al Turismo della Regione Piemonte), Paola Zini (Presidente del Consorzio di Valorizzazione Culturale La Venaria Reale).
Ringraziamo Evelina Dapueto per il prezioso contributo e per la collaborazione, vera e propria dimostrazione di come le donne sappiano fare rete, lavorare insieme, mettere in campo risorse e condividerle, dirigere attraverso la relazione e l’interazione!

 

Il Seminario è aperto da Daniela Finocchi attraverso alcuni concetti-chiave come la cura, la relazione, la specificità che portano le donne nei diversi ambiti in cui si trovano a operare.
Si sofferma poi sulla femminilizzazione delle parole, in corso nel nostro lessico. Una svolta solo apparentemente non eclatante, ma che può essere subliminale per l’idea delle professioni e dei ruoli assegnati alla donne. Cita il titolo di un libro per bambini “La grammatica la fa la differenza”, a significato dell’importanza sociale del cambiamento di genere nelle parole. Il progetto “Strane straniere” dell’autrice del Concorso Lingua Madre Sarah Zhura Lukanic viene ricordato in quanto ha come soggetti donne straniere diventate imprenditrici in Italia. (Il Comitato per l’imprenditoria femminile presso la Camera di Commercio di Torino, da oltre cinque anni ha evidenziato come la nuova micro impresa artigianale e commerciale in Piemonte, sia attivata da donne straniere. Alcuni fattori: opportunità di guadagno, integrazione sociale, riproposizione della comunità d’origine, gestione agevole della famiglia. Il piccolo commercio di prodotti “fatti in casa”, fa parte della cultura africana in genere, e sovente non viene contrastato quando esso avviene in Italia).

Antonella Parigi con la consueta e attraente vivacità, esprime non solo in punto di vista dell’Assessore alla Cultura e al Turismo Regione Piemonte, ma quello di donna colta attiva imprenditrice figlia di imprenditrice.
Sull’assegnazione del potere vero c’è ancora molto da fare per le donne. Il linguaggio del vero potere è maschile, occorre costruire un habitus culturale proprio delle donne. E’ in corso un cambiamento soggettivo delle donne, inteso come autonomia professionale, affettiva, sociale.
Noi non abbiamo bisogno di una relazione – con un compagno – per avere un’identità.
(Dipende dall’identità, cosa significhi per ogni particolare persona, se l’identità si appaghi con la relazione con l’altro o sia individualista; non metterei paletti o riserve, l’identità è il riverbero del Sé, occorre che ciascuno lavori costruttivamente su esso, e poi sarà libero).
“Giocare da grandi” è lo sprone di Antonella alle donne: gestire la propria vita e le scelte in modo autonomo sicuro, è un passo che comporta responsabilità e una sistema maturo di relazionarsi.

Il contributo di Daniela Formento apre lo spazio della cultura efficiente ed efficace. Bene esprime alcune idee nuove per il sistema museale/pubblico, che ha finalmente preso coscienza di non poter contare su operazioni non ben finalizzate.
“Fare di più con meno risorse” ha detto la Presidente del Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, è stato il benvenuto che ha trovato alla sua nomina. Ella dà idea di non essere persona da scoraggiamento, ma da proposte. Ricorda come il CC parli della gestione dei Beni Pubblici come “un buon padre di famiglia”, commettendo una svista storica, oltre che sociologica, in quanto l’economia domestica è sempre stata in mano alle donne. ( Forse il legislatore, ancora impastato dal diritto romano, pensava che l’area familiare non fosse un centro di “potere” effettivo, ma solo simbolico. Come madri, più che dominae, noi siamo attente ai bisogni in quanto siamo vicine a chi esprime il bisogno, da chi “è il bisogno” stesso. Infinite generazioni di donne che sanno essere provvide, lungimiranti, concrete).
Compiti e responsabilità proprie del Project Manager dell’impresa, sono quelle che Daniela realizza nel suo ruolo, vincolato all’Arte che però non è l’unico soggetto della partita . Ella mostra di conoscere bene il valore delle competenze specifiche, e sostiene la sinergia fra l’arte e la gestione, affinché l’organismo vivo che è il Museo, stia in buona salute.
Professionisti Associazioni Cultura, devono fidarsi uno dell’altro, a maggior conto quando il mondo della cultura è marcato dalla presenza di molte donne. Elenca alcuni step basici per il suo lavoro: interpretazione della complessità; pragmatismo nella soluzione dei problemi; rispetto delle competenze; studio continuo. Si deve anche valorizzare la scelta di servizio che Daniela ha fatto e di cui non si vanta, considerandola una propaggine della sua coscienza sociale.
Termina con una battuta “Ho talenti più vicini a uno stile maschile che femminile”… ogni personalità ha valenze maschili e femminili, che se va bene, non si combattono, ma si alleano.
W le donne che lo riconoscono come un valore. E’ raro che un uomo si esprima con reciprocità.

Un’altra donna parla come Presidente del Consorzio di Valorizzazione Culturale La Venaria Reale, Paola Zini, docente in un corso Master alla Facoltà di Economia e al Politecnico, in Sviluppo Culturale. Efficace integrazione culturale a giovani menti votate professionalmente ai numeri e all’informatica, che rischiano di essere solo parzialmente edotti sulle cose che contano, e poco attrezzati alla navigazione oltre i confini dell’università.
Paola parla del proprio gruppo di donne che fa un mestiere da uomini, e lo fa bene in quanto mette insieme cultura e creatività. Come sappiamo, lo stereotipo della donna precisa e puntigliosa, paziente e metodica, è dotato di una forte positività, quando occorre fare grandi progetti che si completano con l’attenzione al dettaglio.( La peculiarità femminile è riconosciuta come abile allo strabismo: insieme e particolare, con eguale efficacia. La perenne necessità di fare tante cose tutte importanti quasi in contemporanea, ha allenato le nostre capacità cognitive al dinamismo plurale).
La risposta dei collaboratori alle sollecitazioni e al metodo di Paola, è stata coerente e fattiva. Così è arrivato un considerevole riconoscimento: ospitare alla Reggia della Venaria, il Convegno delle Presidenze delle Residenze Reali d’Europa. Tutte rappresentate, sotto Madame la Presidente, da Versailles. Paola quasi con umiltà, ha rilevato come abbia mantenuto nel ruolo lo spirito di servizio, mentre il modello che ha espresso la Presidente di Versailles era politico. Ah la grandeur! Anche questa è esperienza.

La Fondazione Torino Musei, parla per la sua Presidente Patrizia Asproni. Un grande viaggio della cultura che ha trasformato la città industriale in un luogo di socialità (turismo, food, giardini), di business alternativo. L’investimento deve partire dalle scuole, formative di cittadini con una mentalità ampia, diversificata, curiosa. (Dovrebbe partire da quell’area di insegnamento che considera tempo perso raccontare la nostra civiltà artistica e musicale).
La valorizzazione del patrimonio museale di Torino è una sfida continua, per tutelare, promuove, consolidare, moltissime opere e vastissimi spazi. Sempre con l’ambivalenza di gestire problemi grandi con un budget piccolo. (Il talento non ha sesso è in fondo uno slogan maschilista; solo le donne volonterose e grintose come Paola, mettono sul piatto le loro capacità con il retrogusto del servizio . Che ovviamente non significa non prendere lo stipendio, ma dare un atout maggiore al lavoro).

Venezia entra nel Seminario, con l’energia, la comunicativa, la spiccata personalità, di Maria Cristina Gribaudi, Presidente della Fondazione Musei Civici di Venezia. E questo è un significativo incarico fra i molti eccezionali ruoli che Maria Cristina, assomma, gestisce, controlla, promuove, sempre con elementi di eccellenza: mamma di due femmine e quattro maschi (che fanno sei figli, partoriti e allevati). Nel contempo è stata imprenditrice in proprio e nel family business del consorte, dove è entrata oltre 20 anni fa, con una formula di governance equilibrata e innovativa: A.U. a tempo, per tre anni, tornante con il marito: prima donna non dinastica nell’impresa di produzione chiavi, con una storia di oltre 200 anni. Un primato di capacità, volontà, audacia. Nel 2006 crisi globale e aziendale, occasione di cambiamento. Apertura a nuove generazioni e alle donne. Nel contempo, Maria Cristina dà slancio alla sua vocazione partecipativa: AIDDA, Venezia città delle Donne, Museo del Merletto, Presidenza della Fondazione Musei Civici di Venezia: quest’ultima responsabilità si estende su 11 musei e oltre 700.000 opere d’arte. Non meno significativa la Biennale del merletto con il riconoscimento dell’Unesco, e il privilegio di raccogliere le memorie di Emma Vidal,merlettaia, 100 anni. I valori di Maria Cristina sono essenziali, e li enuncia in modo convincente e perentorio: non può esistere una fabbrica senza cultura né la cultura senza fabbrica. La cooperazione delle donne porta lontano, meglio sentirsi sorelle anziché competitor di genere. (Aggiungiamo che occorrono intelligenza volonterosa, da non tenere sotto il moggio, intuizione e coraggio nell’esporsi, non avendo la palla di cristallo a predire le conseguenze delle azioni. Maria Cristina, ha agito la cultura del rispetto di genere).