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La relazione che nutre "Generi alimentari" presentato a Luoghicomuni

Scritto da Segreteria il 14 Giugno 2022

L’impresa sociale Il Gusto del Mondo e l’Associazione Eufemia hanno presentato giovedì 9 giugno Generi alimentari. Cibo, donne e nuovi immaginari (Iacobellieditore), il volume frutto del lavoro del Gruppo di studio CLM che costituisce un excursus sulla cucina narrativa delle donne, presso Luoghicomuni  di San Salvario a Torino. Una sede non certo casuale, visto che rientra nel  progetto delle Residenze Temporanee che la Fondazione Compagnia di San Paolo con l’Ufficio Pio (ente strumentale della Compagnia di San Paolo) ha realizzato, per offrire una soluzione abitativa per un periodo di tempo limitato a persone che per ragioni economiche, sociali e familiari vivono in una fase di transizione e quindi di vulnerabilità sociale ed economica. Inoltre il progetto comprende, oltre alla funzione residenziale, l’insediamento di servizi e spazi comuni per gli abitanti e di attività commerciali e di animazione rivolte al quartiere e alla città.
In questo ambiente accogliente e innovativo di housing sociale, Vesna Scepanovic ha presentato e accolto le curatrici del volume Daniela Finocchi, ideatrice CLM, e Luisa Ricaldone, Società Italiana delle Letterate, insieme all’autrice Cristina Giudice, docente dell’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino, entrambe parte del Gruppo di studio CLM.

“Attraverso un’ampia ricognizione di testi letterari, le autrici di questi saggi esplorano con penna lieve il forte legame che unisce cibo e parola, pensieri ed emozioni – ha esordito Vesna Scepanovic – mettendo in evidenza come fra quotidianità e aspirazioni, salvaguardia delle tradizioni e cambiamento, salute e malattie, il discorso che coniuga cibo e donne risulti davvero centrale per comprendere un presente in continua trasformazione. Ai saggi di studiose provenienti da discipline diverse, si affiancano tre racconti originali di donne straniere che scrivono in italiano e che negli anni sono risultate vincitrici al Concorso letterario nazionale “Lingua Madre”: perché non c’è dubbio che il fenomeno migratorio ha avuto e avrà un forte impatto anche nel nostro rapporto con il cibo”. Ha quindi letto alcuni brani scelti dal testo, per passare poi la parola a Daniela Finocchi, che ha illustrato il progetto del Concorso Lingua Madre e il lavoro svolto negli anni sul tema “cibo e donne” che, dall’ambiente domestico all’ecologia, evidenzia nuovi percorsi e rappresentazioni.

Luisa Ricaldone ha approfondito i contenuti del libro, illustrando brevemente i saggi di Adriana Chemello, Carmen Concilio, Valeria Gennero, il suo e quello di Daniela Finocchi e Paola Marchi, insieme ai racconti originali scritti da Claudiléia Lemes Dias, Roxana Lazar, Rahma Nur, Betina Lilian Prenz. Una narrazione vivace e multiforme, che passa dagli “assaggi” di narrativa alle serie televisive, dalla migrazione e dagli intrecci culturali alle immagini e ai dialoghi cinematografici.

Cristina Giudice ha quindi illustrato il suo saggio, che affronta il tema nell’ambito artistico, tra femminismo, veganismo e gioia di stare al mondo. “In una società patriarcale e carnivora – ha spiegato – lo status di soggetto è negato sia alle donne sia agli animali perché entrambi non possono determinare il proprio corpo. Per molte femministe, i paralleli tra l’oppressione degli animali e quella delle donne sono evidenti: per esempio, per produrre latte una mucca deve essere incinta, quindi è ripetutamente costretta a questa condizione con un atto paragonabile a quello della violenza sessuale”. Da questi presupposti, facendo riferimento a Carol Adams e all’ecofemminismo, ha quindi esplorato la relazione fra cibo ed espressione artistica delle donne in epoca contemporanea. Un breve viaggio tra mostre, fotografie, oggetti che vedono protagoniste artiste internazionali e definiscono ambiti di ricerca intersezionali cui è difficile rinunciare. Immagini e suggestioni che inducono a riflettere su quei legami imprescindibili tra donne, femminismi, cibo, relazioni, genealogie. Sino all’eclatante The Dinner Party di Judy Chicago: enorme tavola imbandita dove l’artista decise di rappresentare le donne più significative della storia, mettendone in evidenza il ruolo. “Ogni personaggia è ritratta con alcuni elementi riconducibili, secondo l’artista, alla sua vicenda personale e culturale. Ogni coperto è composto da una tovaglietta e un piatto che con forme e colori specifici, ricorda un fiore o meglio una vulva. Chicago mette in evidenza il ruolo del corpo delle donne e il loro lavoro di cura e domestico, considerati sempre di scarso valore: la trasfigurazione artistica crea uno sguardo altro su quel mondo femminile, dandogli una posizione centrale nella storia dell’umanità. Il lavoro fu anche contestato da gruppi femministi perché sembrava chiudere la femminilità in una posizione troppo essenzialista. Credo invece sia un’opera importante, monumentale sia nelle dimensioni, sia negli intenti e nei risultati.  Chicago mette in scena un imponente banchetto senza corpi, ma ricco di voci e suoni, una narrazione conviviale a sottolineare quei legami imprescindibili tra donne, femminismi, cibo, relazioni e genealogie di sapere antico e contemporaneo, in cui l’incontro attraverso il cibo diventa espressione di vita e di gioia reciproca”.

Gli interventi del pubblico, che ha visto anche la presenza di Maria Viarengo Abbebu, e altre letture a cura di Vesna Scepanovic hanno arricchito il dialogo, cui si è aggiunto il contributo di Paola Nervi e Stefano Castelli dell’impresa sociale Il Gusto del Mondo. Una sinergia di persone con competenze, storie, origini diverse che dà vita a un mosaico di sapori che, oltre ogni frontiera, si compone attorno alla passione per il cibo buono, “sano e giusto”. Catering ed eventi, a cui si uniscono i sapori di Todos Envueltos, Cucine Confuse, Pane dei Popoli e i prodotti monouso compostabili di Usibilia.

“Il cibo è ormai una bolla speculativa dove è difficile rimanere integri e coerenti – ha spiegato Paola Nervi – abbiamo iniziato con un corso di cucina coinvolgendo tante donne e confermando come le cucine siano luoghi dove succede di tutto, alla fine si trasformava in ufficio di collocamento, ascolto psicologico, agenzia immobiliare… il tutto svolto non professionalmente. Quindi i contatti con una piccola gastronomia che ha colto in formazione alcune delle donne che erano passate da questo corso, poi è arrivata la pandemia. Ma non ci si è scoraggiati, anzi proprio per contrastare il momento critico è nata una nuova iniziativa che ha distribuito centinaia di pasti a chi era in difficoltà, fino alla nascita de Il Gusto del Mondo”. Ed ecco così menù partecipati, eventi culturali, volontariato sociale che si uniscono alla sostenibilità e all’innovazione in cucina, senza dimenticare la formazione e l’accompagnamento professionale per persone fragili, la promozione dell’autoimpiego, l’assistenza alimentare “on the road”, sempre all’insegna del cibo di qualità per tutti e tutte.

Alla conclusione dell’incontro, le e i partecipanti hanno quindi potuto degustare alcuni piatti di questa straordinaria impresa, grazie all’aperitivo organizzato da Il Gusto del Mondo, I Pani dei Popoli e le vasocotture Cucine Confuse.

Ecco le foto dell’evento.