Lingua Madre. Racconto delle donne straniere in Italia Il CLM a Conversazioni sul futuro 2021
Scritto da Segreteria il 28 Settembre 2021
Venerdì 24 settembre il Concorso Lingua Madre ha partecipato alla VIII edizione di Conversazioni sul futuro, rinnovando così la partnership, consolidata da anni, con il festival leccese.
Hanno partecipato le autrici Lorena Carbonara, Nadia Kibout e Svitlana Polianska con l’insegnante del CPIA BAT Maddalena Gadaleta. Insieme a loro Giovanna Locorotondo, Marianna Melone e Tiziana Mingolla, autrici del Concorso e parte del progetto SAI di Carovigno per raccontare la realizzazione della graphic novel Extra_d_versi, esperienza formativa che ha coinvolto le ospiti della struttura. L’evento è stata anche un’occasione per presentare – oltre alle antologie Lingua Madre – il volume Generi alimentari. Cibo, donne e nuovi immaginari (Iacobellieditore), un excursus sulla cucina narrativa delle donne, frutto del lavoro del Gruppo di studio del Concorso. Daniela Finocchi, ideatrice e responsabile CLM, è intervenuta in collegamento da Torino. A moderare l’incontro, le scrittrici Simona Cleopazzo e Loredana De Vitis, anche autrice CLM.
“Un incontro estremamente vario e sfaccettato quello che ci attende” ha esordito Loredana De Vitis, aggiungendo “oggi percorreremo infatti le molte strade cui ha dato vita il Concorso Lingua Madre. Un progetto che si è sviluppato realizzando centinaia di iniziative e che ha raccolto in questi anni un panorama vasto e poliedrico di autrici dalle cui storie e testimonianze si evince la necessità di uno sguardo sessuato sulla migrazione contemporanea”.
La parola è quindi passata a Daniela Finocchi che ha illustrato il progetto e i suoi sedici anni di lavoro sulla letteratura delle donne migranti, che nel tempo a dato vita ad una grande rete di creatività e pensiero femminile. “Proprio attraverso la scrittura (e la fotografia) le donne esprimono e approfondiscono la differenza che le contraddistingue, facendo trasparire modalità alternative per vivere il e nel mondo”, ha infatti spiegato Daniela Finocchi. “Nei testi che partecipano ogni anno al Concorso rivivono relazioni, ricordi, dissidi, tradizioni, ma anche pratiche di cura e nutrimento. Un tema questo che il Gruppo di studio CLM ha approfondito nel volume Generi alimentari. Cibo, donne e nuovi immaginari, da me curato insieme a Luisa Ricaldone, e che costituisce un excursus sulla cucina narrativa delle donne. Dall’ambiente domestico all’ecologia, infatti, nelle scritture delle donne il cibo assume una valenza che è oggi più che mai segnale di qualcosa di nuovo”.
“Virginia Woolf diceva: Mille penne vi aspettano se avrete l’attitudine a dire la verità. Trovo che questo sia un messaggio molto calzante per il CLM, che ha invitato e invita molte donne a impugnare quella penna, perchè la responsabilità non accetta deroghe”, è quindi intervenuta Simona Cleopazzo, introducendo poi Lorena Carbonara e il suo racconto: “Ferma zitella è una storia che ha risuonato con il mio vissuto, anche io ho conosciuto una Concetta e ho ritrovato molto della mia esperienza in questo testo. Nel particolare ho apprezzato come la donna viva una possibilità di rinascita proprio attraverso la sorellanza, in questo caso con una donna straniera. Trovo che condensi dei temi di forte contemporaneità, mettendo in luce come la patria delle donne sia il mondo”.
“La storia si è scritta da sola” ha raccontato Lorena Carbonara, vincitrice della Sezione Speciale Donne Italiane alla XVI edizione del Concorso, “racconta della vita di mia nonna e di tante altre donne come lei, è la sua voce e quella di un famoso canto popolare che mi risuonavano dentro quando ho scritto Ferma zitella. Parlo della mancanza di libertà delle donne pugliesi di un tempo, un condizione che non ho vissuto ma di cui porto dentro gli echi. Il punto di svolta nella storia della mia protagonista, Concetta detta Cettina, è l’incontro con la donna migrante, con l’Altra, che, a sorpresa, è quella fra le due che ce la fa, che lascia un’esistenza ristretta in favore di un futuro migliore. Proprio questa donna è poi la depositaria della storia di Concetta, dandole, in qualche modo, l’immortalità”.
“Sono rimasta molto colpita anche da Muima“, ha continuato Loredana De Vitis, prima di passare la parola all’autrice Nadia Kibout, “un racconto che conserva il gusto del flusso di coscienza, quasi come una lettera destinata ad una madre che arriva ad abbracciare anche lettrici e lettori. Ci sono molti aspetti in questo racconto che hanno bisogno di essere problematizzati, aspetti che necessitano di essere riconosciuti e discussi, come ad esempio il rapporto con il velo”.
“Sì, il mio racconto è assolutamente autobiografico” ha commentato Nadia Kibout, vincitrice del Premio Speciale Fondazione Sandretto Re Rebaudengo nel 2020, “sono riuscita a metterlo nero su bianco grazie al CLM. È stata come una sfida personale, che sono riuscita a vincere solo dopo essermi pacificata con il mio passato e con mia madre. Il racconto Muima nasce proprio da lei, volevo raccontare il suo percorso, che è stato molto difficile, e al contempo il mio stesso percorso che mi ha portato, in un modo decisamente traumatico, in Italia. Con il passare del tempo mi sono resa conto come la persona che più ho odiato e rifiutato in alcuni momenti della mia vita, alla fine è proprio colei che mi ha dato tutto”.
La parola è quindi passata a Svitlana Polianska che ha espresso come per lei la scrittura sia stata prima di tutto un’esperienza di liberazione. “Scrivere mi ha fatto sentire più leggera. E bellissimo è stato anche il lavoro svolto con la mia professoressa Maddalena Gadaleta, un lavoro delicato, alla ricerca delle parole più giuste, più suggestive, per trasformare le storie da me “sputate” fuori disordinatamente nel racconto Temporaneamente fuori servizio. Partecipare al Concorso è stata un’occasione importante: penso che offrire uno spazio privilegiato, protetto ed esclusivo alle donne straniere è un atto di grande nobiltà d’animo e un segno concreto di autentica volontà di integrazione. Riscalda le anime di noi straniere che, nate altrove, abbiamo scelto o subìto la lacerante esperienza dello sradicamento dalla nostra terra, dai nostri affetti, dalla nostra cultura”.
In conclusione, Giovanna Locorotondo ha raccontato il progetto, seguito insieme a Tiziana Mingolla e Marianna Melone, che ha dato vita alla graphic novel Gli Extra_d_versi, nato per mettere in relazione le e gli ospiti del progetto SAI di Carovigno con la comunità. “Con Tiziana e Marianna ci eravamo stancante di parlare solamente di integrazione e inclusività e abbiamo deciso di agire, di creare vere opportunità di incontro. Il laboratorio di fumetti nasce proprio da questa esigenza. Volevamo parlare di diversità perché siamo convinte che questa sia una grande ricchezza. Noi abbiamo scelto solo il tema, la diversità appunto, ma è stato poi il gruppo, estremamente eterogeneo, a costruire la storia e i personaggi”.
In un piccolo fuori programma le moderatrici hanno invitato relatrici e pubblico a condividere una parola che potesse esprimere le loro idee e speranze per il futuro. Incontro, solidarietà, femminismo, scuola, inclusione, dialogo, fiducia, gentilezza sono alcuni dei termini che hanno chiuso l’incontro, lasciando quindi un’atmosfera di grande positività, in perfetta linea con la storia delle donne e il messaggio che da questa possiamo dedurre.
Ecco tutte le foto, a cura di Chiara Merenda per Conversazioni sul Futuro.