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Donne straniere in Italia Il CLM a Bookcity Milano 2021

Scritto da Segreteria il 19 Novembre 2021

Giovedì 18 novembre il Concorso Lingua Madre ha partecipato all’incontro Nel nostro Paese (e nella nostra lingua)… ma poi? Racconti di donne straniere in Italia, organizzato nell’ambito di Bookcity Milano 2021 in collaborazione con l’Università degli Studi di Milano. Nel corso dell’evento sono stati presentati i volumi Lingua Madre Duemilaventuno. Racconti di donne straniere in Italia (Edizioni SEB27) e Generi alimentari. Cibo, donne e nuovi immaginari (Iacobellieditore), insieme alla curatrici Daniela Finocchi, ideatrice e responsabile CLM, e Luisa Ricaldone, già Università degli Studi di Torino, parte della Società Italiana delle Letterate e del Gruppo di Studio del Concorso. Sono inoltre intervenute Gabriella CartagoSilvia Cassamagnaghi Giuseppe Sergio, docenti dell’Università degli Studi di Milano – Dipartimento di Scienze della Mediazione linguistica e di Studi interculturali.

A introdurre l’incontro Gabriella Cartago, che ha ricordato la collaborazione che da anni intercorre fra l’Università degli Studi di Milano e il Concorso Lingua Madre. «Un progetto che in sedici anni non ha mai subito una battuta d’arresto, neanche nel difficile periodo di emergenza sanitaria che tutte e tutti stiamo ancora vivendo. Questo anche grazie alla forza, al lavoro e alle storie delle numerose donne, migranti e italiane, che ogni anno partecipano al Concorso» ha infatti esordito Gabriella Cartago.

La parola è quindi passata a Daniela Finocchi, che ha illustrato il lavoro del Concorso Lingua Madre con la letteratura femminile migrante, approfondendo poi l’antologia Lingua Madre Duemilaventuno: «I racconti pubblicati nelle antologie Lingua Madre sono un vero patrimonio. In queste narrazioni la migrazione non rimane sullo sfondo ma diventa quasi un vero e proprio personaggio, con una dimensione metanarrativa, che influisce sulle trame e sulle protagoniste, generando inaspettati percorsi nelle vicende raccontate. Sono queste storie uniche ma universali che attraversano anche i generi letterari più disparati: non solo biografia quindi ma anche il genere epistolare oppure distopico, la commedia. Quest’anno ha influito molto sui racconti il tema del tempo sospeso nel quale tutte e tutti siamo calate a conseguenza della pandemia da Covid-19, un argomento che tuttavia trova un importante contraltare nella necessità dell’istruzione, della scuola, dell’apprendimento, elemento che si è rivelato fondamentale nella crescita personale di molte autrici. Il CLM vuole essere uno spazio di testimonianza e di nuovi immaginari da cui promuovere un’idea di convivenza a radice femminile in cui le relazioni e la dipendenza fra tutti gli esseri viventi sostituiscano quell’illusione dell’individuo sciolto da ogni legame».

Luisa Ricaldone ha quindi presentato il saggio Generi alimentari. Cibo, donne e nuovi immaginari, volume da lei curato insieme a Daniela Finocchi, frutto del lavoro del Gruppo di studio del Concorso Lingua Madre. «Sfizioso è un aggettivo calzante per questo volume, non solo perché si tratta di nutrimento ma perchè è composto da una serie di as-saggi che vanno dalla letteratura, al cinema, alla serialità televisiva, all’arte contemporanea», ha spiegato Ricaldone, proseguendo: «Il tema è quello del cibo, come condivisione, memoria, ma anche assenza se pensiamo alla fame, e in tutti i casi elemento fortemente culturale. Abbiamo infatti notato che a parlare del rapporto cibo-donne sono sempre discipline come la storia, la sociologia, l’etnologia, ma tutto il mondo dell’immaginario è escluso da questo discorso. In Generi alimentari, senza la pretesa di colmare tutte le lacune di questo ampio argomento, abbiamo cercato di dare alcuni spunti di approfondimento per mettere in evidenza come il rapporto donne, cibo e immaginario artistico – che dovrebbe essere privilegiato – in realtà fino ad ora sia passato in secondo piano».

Giuseppe Sergio, accompagnato dalle letture delle studenti straniere dell’Università degli Studi di Milano, è entrato nel merito dell’antologia Lingua Madre Duemilaventuno, analizzandone i contenuti. «Si tratta di un volume che anno dopo anno continua a parlare a lettrici e lettori. Un progetto che in sedici anni ha restituito le memorie, i dolori, le testimonianze di donne straniere, ricordi che altrimenti sarebbero andati perduti. La memoria personale di queste autrici si fonde con la memoria collettiva, restituendo una prospettiva inedita» ha spiegato Giuseppe Sergio, per poi proseguire: «In questa antologia è molto forte l’autobiografismo, con la scrittura in prima persona ma non solo, sono tanti i temi ricorrenti affrontati dalle autrici. Sicuramente molto presente il tema del cibo, con i suoi odori e i suoi sapori, come attivatore di ricordi, cibo che sovente è anche un mezzo di salvezza. Un altro tema ricorrente è il riconoscimento, molto spesso problematico, delle proprie radici e delle proprie tradizioni, accompagnato dal motivo dell’emancipazione femminile che avviene frequentemente proprio grazie alla scuola, all’istruzione, che fornisce gli strumenti per una vita differente».

A concludere la serie di interventi, quello della storica Silvia Cassamagnaghi. «Ritengo che sia necessario per capire la realtà che è un fenomeno molto complesso – ha detto – far parlare diverse discipline e diversi strumenti. Per capire se stessi è fondamentale quindi la multidisciplinarietà, come sostiene del resto l’autrice del Concorso Natalia Marraffini. Per questo ho deciso di fondare il mio intervento sulla storia, ovvero su come la migrazione abbia molto a che fare con la stessa società italiana e di come le donne, all’interno delle comunità migranti, siano centrali. Parlando delle donne e della loro lotta per i diritti civili, si è coniato questo termine, “breach leaders”, ovvero “leader ponte”: anche se la loro presenza non è così visibile come quella degli uomini, è  fondamentale nelle comunità, per fare da tramite fra l’ambito famigliare e quello sociale. Ricordo poi come io stessa mi sia sentita straniera, quando volevo indagare la storia attraverso prospettive inedite. Approcci non convenzionali, invece, dimostrano che i significati della realtà sono mutevoli. I sentimenti, le emozioni trasformano culture e politiche, incidono sulla storiografia ufficiale: sono uno strumento molto efficace, una sorta di prisma attraverso cui analizzare i cambiamenti e gli snodi culturali, che pone agli e alle storiche nuove sfide. Emozioni come categoria politica, così come dimostrano i racconti che abbiamo letto oggi. I volumi Lingua Madre, infatti, possono diventare un vero e proprio strumento di studio».

Gli applausi dell’Aula Magna del Dipartimento di Scienze della Mediazione linguistica e di Studi interculturali hanno accompagnato le battute finali dell’incontro, che si è concluso fra approfondimenti e confronti che hanno coinvolto non solo il folto pubblico presente ma anche le/i numerose/i spettatorici/i online.

Di seguito, tutte le foto.