La parola alle autrici

Cucine Vicine Le protagoniste raccontano la serie ora su Prime Video

Scritto da Segreteria il 14 Maggio 2021

Prodotta da Epica Film in collaborazione con il Concorso Lingua Madre, la serie Cucine Vicine fonde documentario e animazione per raccontare il confronto tra generazioni lontane e “altre”, fra ricette, sapori, tradizioni, scritture.

Tutta la prima stagione è ora disponibile su Prime Video.

Il fulcro del format è la relazione fra due protagonisti/e di generazioni diverse, lontane dal punto di vista culturale o sociale, che tuttavia riescono a condividere le proprie conoscenze attraverso pietanze, profumi, emozioni. Fra queste anche l’autrice CLM Susanna Chou Mei Chen, co-protagonista della quinta puntata dal titolo Sugo di pomodoro, che ha raccontato in questa intervista la sua esperienza di partecipazione al progetto.

Ci descriva brevemente la sua esperienza “sul set” di Cucine Vicine. Com’è stato raccontarsi, attraverso il cibo, davanti alla telecamera?

Inizialmente ero titubante, perché della famiglia sono senz’altro quella che cucina peggio e perché non mi piace essere fotografata o ripresa. Di solito sono io a fotografare. Però c’è stata un’intesa immediata sia con il mio “partner” di puntata sia con il gruppo di lavoro. Sono stata molto contenta di ascoltare episodi della vita del mio compagno di “viaggio”: una storia è sempre collegata ad altre storie, una famiglia non è mai composta da una sola persona, ma da tanti intrecci di percorsi, prima e dopo di noi. Delle riprese ricordo le risate spontanee, dovute soprattutto ai nostri pasticci culinari!

Cosa ha comportato passare dal linguaggio del racconto scritto a quello orale del video? Questo frangente ha cambiato il suo approccio alla narrazione legata al cibo?

I ricordi trasformati in parole scritte sono più lenti, più ragionati, vagano da uno all’altro e poi si incontrano nuovamente in quello di partenza. Il linguaggio orale è più veloce, ma i ricordi sono a volte inafferrabili, solo sfiorati e viene allora in aiuto lo strumento video, con aggiunte di immagini, sequenze, suoni.

Protagonista, sia del suo racconto Panini verdi pubblicato nell’antologia Lingua Madre Duemilatredici. Racconti di donne straniere in Italia, sia della serie Cucine Vicine, è il cibo. Crede che il cibo possa essere un mezzo di comunicazione tra culture differenti? In che modo?

Il cibo è un elemento che unisce, anche se parla lingue diverse. Dietro il cibo ci sono storie, culture, racconti, viaggi, intrecci, abbracci. Narrare di cibo, vuol dire narrare di persone, e narrare di persone fa realizzare di come ognuno di noi sia particolare, ma al tempo stesso parte dello stesso mondo: una consapevolezza che ci può aiutare a rispettare gli altri e la Terra.


 

Di Cucine vicine e della collaborazione con il Concorso e le sue autrici hanno parlato in numerose occasioni le stesse realizzatrici della serie. Di seguito quindi alcune video-interviste che hanno coinvolto la regista Giulietta Vacis, la direttrice artistica Eleonora Diana e la produttrice di Epica Film Alice Drago.

Intervista a Alice Drago e Giulietta Vacis

“La cucina è certamente un punto di contatto d’unione e d’amore […] Da un ingrediente possono nascere ricette molto diverse ma con qualcosa di molto forte in comune, questo per provare a dare una risposta attraverso il cibo e le ricette alla complessità del nostro presente, della nostra cultura e società.” Alice Drago, produttrice.

Intervista a Giulietta Vacis e Eleonora Diana

“Il nostro obiettivo è quello di raccontare l’integrazione che quotidianamente avviene, che è già avvenuta e che non si può arginare in nessun modo che ha aperto un varco di interazione che sarà la nuova Italia e la nuova Europa, il futuro.” Giulietta Vacis, regista.

#SalTo​ – Donne, cibo, immaginari

“Con l’animazione si può evocare un immaginario senza accostarlo a un pregiudizio iniziale […] volevamo allontanare lo spettatore da preconcetti e stupirlo al tempo stesso. Molte delle donne coinvolte, infatti, anche se straniere, ci hanno portato piatti italiani legati alla loro storia famigliare.” Eleonora Diana, direttrice artistica.