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La spartizione politica e religiosa del Brasile Il profondo sguardo di Claudiléia Lemes Dias

Scritto da Segreteria il 12 Ottobre 2023

Nell’ambito di Portici di carta 2023 l’autrice CLM Claudiléia Lemes Dias ha presentato Le catene del Brasile. Un paese ostaggio delle religioni (L’Asino d’oro edizioni), in dialogo con il giornalista Marco Bani e grazie alla collaborazione dell’associazione italo-brasiliana Warã e del suo presidente Paulo Henrique Correia che ha presentato l’incontro.

Un’occasione per la saggista di illustrare le conseguenze culturali, sociali e politiche dell’intreccio tra politica e religione all’interno del Parlamento e delle istituzioni brasiliane.
Dopo aver spiegato in cosa consiste il neopentacostalismo, corrente religiosa di matrice cristiana nata negli Stati Uniti negli anni ’70, e molto diffusa nell’America Latina, Claudiléia Lemes Dias ha invitato la platea a riflettere su due dei principi fondanti di questo movimento evangelico: la teologia della prosperità e la teologia del dominio.

Con base nella teologia della prosperità, Dio sarebbe ricco perché proprietario del Cielo e della Terra. Per entrare nelle grazie divine, i fedeli di questo segmento religioso imparano presto che la salvezza è legata al potere di acquisto. Attraverso riti magici che si professano ispirati ai sacrifici del popolo ebraico descritti nel Vecchio Testamento della Bibbia, ogni fedele venne costretto psicologicamente dai pastori a donare ingenti quantità di soldi alla formazione religiosa di appartenenza. Si tratterebbe di veri e propri “sacrifici economici” con l’obiettivo di portarlo a raggiungere la presunta prosperità riservatagli da Dio rinunciando a qualcosa di fondamentale. Dopo aver perso il poco o tutto ciò che ha, il fedele viene spesso scartato per non aver “pregato abbastanza” oppure resta inchiodato in un meccanismo perverso che lo porta a mantenere economicamente tali strutture religiose per paura di essere “maledetto” da Dio.

Il focus della “teologia del dominio”, invece, adoperata in particolare dall’Igreja Universal do Reino de Deus e dall’Assembléia de Deus Madureira, consiste in far comprendere ai fedeli che il loro attivismo politico è fondamentale per l’espansione della presunta opera di Dio. Venne loro inculcato che votare ai candidati proposti dentro i templi – spesso i pastori stessi o i loro immediati parenti – è un passaggio necessario alla preparazione del ritorno di Gesù sulla Terra. Solo così, eletti democraticamente, tali pastori parlamentari, sindaci o consiglieri comunali, potranno trasformare le istituzioni brasiliane dall’interno, strappandole al Demonio o agli spiriti maligni, e plasmandole sulla base dei precetti della Bibbia. L’obiettivo è rendere il Brasile un paese “timoroso di Dio”, rendendolo una teocrazia cristiana.

Per il giornalista Marco Bani è stato sorprendente scoprire il ruolo dello Stato di Israele in questo processo, con degli esponenti della comunità ebraica pronti a partecipare alle “Marce per Gesù” che avvengono ogni anno nelle principali capitali brasiliane e in grado di trascinare milioni di fedeli.

Claudiléia Lemes Dias ha quindi specificato che l’alto di numero di parlamentari neopentecostali eletti dal Partito Repubblicano di Edir Macedo, il fondatore dell’Igreja Universal do Reino de Deus (IURD), aveva portato i principali rappresentanti della comunità ebraica in Brasile a scendere a patti con loro: più pastori neopentecostali in Parlamento, più sostegno agli interessi di Israele anche a livello internazionale. Per questo motivo la comunità ebraica non si era opposta all’inaugurazione del maggiore tempio neopentecostale dell’America Latina, la sede dell’IURD, a San Paolo, con all’interno molti simboli e repliche di oggetti sacri appartenenti all’ebraismo. In quella occasione, nella quale era presente l’allora Presidente della Repubblica Dilma Rousseff, Macedo si era presentato travestito da rabbino.

La potenza delle chiese neopentecostali in Brasile e il loro potere in termini di spostamento dei voti è stato un altro degli elementi affrontati nel corso del dibattito. In effetti, ogni candidato alla Presidenza della Repubblica, a prescindere dallo schieramento politico, si reca presso i loro templi per racimolare dei voti ben consapevole di dover subire, a posteriori, ricatti o pretese dalle leadership religiose neopentecostali, oramai proprietarie di imperi mediatici.

Concernente alle sette cristiane di matrice cattolica, l’autrice ha ricordato il ruolo dell’ordine “Araldi del Vangelo” e dell’Opus Dei nella politica brasiliana, con la prima che appoggiava Bolsonaro e la seconda – alla quale appartiene il Vice presidente della Repubblica del nuovo governo Lula, Geraldo Alckmin – responsabile della formazione di molti giornalisti brasiliani, allievi di un Master tenuti presso la sede di San Paolo dell’Università di Navarra. Oltre a ciò, persiste il ruolo dei sacerdoti cattolici nella conversione degli indigeni in Amazzonia, esattamente come 500 anni fa. Al fine di contrastare il fenomeno crescente dei nativi convertiti alle sette evangeliche e diventati pastori alla loro volta, i vescovi cattolici sudamericani spesso vengono esortati da Papa Francesco ad attivarsi un po’ di più per riportare il dominio della fede cattolica in territorio amazzonico.

Dinamiche complesse e disconosciute su cui Claudiléia Lemes Dias ha fornito un punto d’accesso informato e lucido che è possibile approfondire tramite la lettura del saggio e il video dell’incontro.

Domenica 8 ottobre l’autrice ha inoltre presentato un altro saggio – Fascismo tropicale. Il Brasile tra estrema destra e Covid-19 (Dissensi edizioni) – durante il ricco weekend di Portici di carta, in cui si sono confrontate anche le vincitrici del XVIII CLM: ne parliamo in questo articolo.