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Libere come aria Il CLM a Scrittorincittà 2022

Scritto da Segreteria il 21 Novembre 2022

Domenica 20 novembre si è svolto, nell’ambito di Scrittorincittà a Cuneo, Libere come aria. Storie di giovani donne migranti in Italia, un dialogo con le autrici del Concorso Lingua Madre Fedoua El AttariSofia Spennacchio, vincitrice del Premio Speciale Torino Film Festival al XVII CLM, e Miriam Tahri. Donne che vivono la complessità di appartenenze multiple, soggettività in divenire, tra certezze e incertezze, contraddizioni, fiducia e imprevedibilità legate al senso di appartenenza o meno a luoghi, società, culture lontane e presenti. Guardando a un futuro ricco di possibilità e speranza. Libere come aria.

A moderare l’incontro Michela Marocco, che ha presentato il Concorso Lingua Madre e i suoi diciotto anni di lavoro sulla letteratura femminile di migrazione al folto pubblico riunitosi nella sala del suggestivo Museo Casa Galimberti. «Dal 2005 il CLM raccoglie le storie delle donne migranti, o di origine straniera, che attraverso la scrittura cercano uno spazio autentico dove esprimere la loro differenza attraverso sentimenti, testimonianze, memorie – ha spiegato Michela Marocco – Sono sempre più le giovanissime a intraprendere questo percorso di riappropriazione e riconoscimento interiore, restituendo nei loro racconti, con sguardo lucido e autentico, la molteplicità e la ricchezza della società in cui tutte e tutti viviamo».

La parola è quindi passata a Sofia Spennacchio: «Partecipare al Concorso Lingua Madre mi ha dato la possibilità di parlare di un tema che mi ha profondamente colpita, ovvero la presa di Kabul avvenuta nell’agosto 2021. In Amsonie blu ho raccontato la vita di una giovane donna ispirandomi alle molte testimonianze che ho raccolto, e mi sono soffermata sul contrasto tra la vita prima e dopo la guerra. Ho voluto tuttavia concludere il mio racconto con un’immagine di speranza, ipotizzando un futuro ricco di possibilità per la protagonista. Per me la scrittura è una valvola di sfogo, uno strumento per rielaborare le mie emozioni, per rendere più vero il mio sentire e quindi per affrontare meglio ciò che vivo. Mi sono appassionata, grazie anche al mio percorso scolastico, alla scrittura creativa e ai racconti: sento attraverso le parole di dare uno sbocco importante e di valore a quella che è la mia naturale curiosità».

«Nel descrivermi mi piace parlare di “binomio” che nasce, in primis, dal linguaggio perché linguaggio è identità» ha esordito Fedoua El Attari, autrice del racconto Macedonia di Tangeri, Palermo e Sondrio, proseguendo: «La mia formazione è sia italiana sia marocchina, e fra le due culture non ho mai percepito una vera differenza fino a quando non ho iniziato le scuole medie. È Torino, la città con la più grande comunità marocchina in Italia, che mi ha dato davvero la possibilità di esprimermi, di esprimere questa molteplicità. La scrittura è un elemento fondamentale in questo processo, è un elemento liberatorio, che può dare il via a rivoluzioni sociali. Credo inoltre che sia molto importante fare ricerca, informarsi, soprattutto a partire dal proprio passato, specialmente in questo momento storico che ci dà infiniti strumenti per farlo. È necessario capire quali sono le effettive realtà attorno a noi per poter decostruire i pregiudizi che danno vita alle divisioni. La cultura non ha mai diviso, sono i poteri che dividono».

È quindi intervenuta Miriam Tahri: «Con il racconto La fune ho voluto riflettere sulla mia essenza. Molto spesso sento parlare di noi “seconde generazioni” senza però avere la chiarezza di inquadrare questa condizione. Ho attraversato delle fasi di scoperta di me stessa, di definizione, perché sento che sia importante chiedersi “chi voglio essere?”. Nel racconto mi sono quindi immaginata come una funambola, in equilibrio un po’ precario fra due culture, capaci però entrambe di accogliere in caso di caduta. Due culture che hanno aspettative nei miei confronti, non sempre facili da conciliare. Credo che la scrittura ci salvi. Per me scrivere è un momento di pausa e riflessione: quando sento che le molteplicità in me cominciano a farsi troppo ingombranti, la scrittura mi aiutava a guardare in queste varie zone d’ombra e a fare chiarezza. Sono sempre stata incuriosita dal linguaggio: mi piace ritrovare le ricchezze, i punti di incontro fra arabo e italiano, e quindi fra le due culture».

Il numeroso pubblico presente ha partecipato con entusiasmo e coinvolgimento all’evento, scandendo gli interventi delle autrici con molte domande e nuovi spunti di riflessione. Un lungo e caloroso applauso ha quindi concluso l’incontro.

Ecco tutte le foto.