Racconti

Gli incipit dei racconti vincitori XIV Edizione del Concorso Lingua Madre

Scritto da Segreteria il 21 Marzo 2019

GLI INCIPIT DEI RACCONTI VINCITORI
XIV CONCORSO LETTERARIO NAZIONALE LINGUA MADRE

La mia è una brutta storia. Brutta è la mia storia.
Mi chiamo Eniola. Sono nata il tredici settembre millenovecentonovantadue a Ijebu Ode in Nigeria.
Non avevo ancora due anni quel maledetto giorno in cui invano ho cercato la mia mamma, i contorni del suo volto, il suo profumo, il calore della sua voce.
Invano.
Non c’era più. Dissolta come bolla di sapone. Non avevo potuto seguirne la danza e intuirne la direzione.
Non so perché mamma avesse deciso di allontanarsi dalla famiglia. Certamente non era felice con mio padre, che beveva come una spugna.
Sono rimasta con mio padre, insieme a mia sorella e a mio fratello.
Volevo bene a mio padre.
TEMPESTA DENTRO DI ME
Eniola Odutuga
Nigeria
PRIMO PREMIO

Sono nata con qualcosa di profondamente spezzato in me/ qualcosa che si mostra irreparabile/ un mostro che vive nel limbo/ che si fa presente sotto la mia pelle/ che tutto divora/ sino all’ultima fugace storia/ ogni briciolo di memoria/ di un tempo che più non mi appartiene/ e di diverse realtà confuse/ qualcosa in me che continua a spezzarsi/ che mi rende sbagliata/ senza incastro con anima alcuna/ a lenire i pezzi/ un miscuglio di solitudine e apatia/ a soffocare le asperità/ di una vita che non m’appartiene/ sono nata profondamente spezzata a metà/ due pezzi tra qui e lì/ con gli occhi affamati di illusioni/ un cuore pieno di taciti sogni/ parole che non si scrivono/ e l’Amore, che non mi cura/ ma trascina verso qualcosa/ che nemmeno percepisco”
Sono le parole che a mia sorpresa mi ritrovo a scrivere in un attacco di malsana poesia.
All’età di ventitré anni mi ritrovo all’improvviso di fronte alla porta dell’oblio, a cercare di comprendere come abbia fatto a non confrontarmi col mostro che viveva all’interno di me per tutto questo tempo.
TRA LE MANI DI UN NOME
Wafa El Antari
Marocco
SECONDO PREMIO – PREMIO CONSULTA FEMMINILE REGIONALE DEL PIEMONTE

Poco fa sei stata qui da me. Non credo di averti chiamata, ma sai, ultimamente urlo così tanto in silenzio che non mi rendo conto di stare strillando. Ho imparato da te a farlo e nessuno che non sia te riesce ad ascoltarmi.
So che c’eri. Non ti ho mai sentita così presente, e mi hai chiesto di scrivere di te. Per farlo dovrò passare attraverso me, perché scrivere di te è un passaggio.
Vorrei riuscire, ma so bene che non è un compito facile.
ORA CHE POSSO FARLO
Amàlia Lombarte del Castillo
Spagna
TERZO PREMIO

Arriva dal nulla e in un attimo riempie tutto il cielo.
È un banco di fuliggine nera e compatta che si muove dal campo verso la strada. L’odore di fumo è talmente forte che sembra andare tutto a fuoco e quando Maria esce dalla roulotte si deve mettere il braccio davanti alla faccia, per non respirare almeno i pezzi di cenere più grossi. È suo zio Kara che sta bruciando tutta quella immondizia: sacchetti di plastica, copertoni, vecchi mobili e un mucchio di stracci. Le solite cose. Gliele hanno date in città, perché loro lì quella roba non la vogliono e allora se le prende Kara, qui.
UNA DONNA LO DEVE FARE
Elisa Botticella
Italia
PREMIO SEZIONE SPECIALE DONNE ITALIANE

Ho pensato tante volte, a cosa potrei scriverti, amica mia, e cosa ti potrebbe piacere ricevere, come regalo della mia partenza per quell’isola lontana dal mondo che conosciamo. Non so se riuscirò a perdermi per ritrovarmi o, come diceva quella scrittrice italiana della quale ti avevo raccontato, ad “avere l’arte di perdersi per arrivare”. So solo, che ho bisogno di respirare e sentire odori e profumi nuovi. Questa casa, questo paese mi soffocano, non solo fisicamente. Devo fare scorta d’aria, poi tornerò.
UN LASCITO
Andreea Luminita Dragomir
Romania
PREMIO SPECIALE SLOW FOOD-TERRA MADRE

Nascere è già abbastanza complicato e a volte sembra tutto.
Per conoscersi e ritrovarsi però non basta mai, è necessario rinascere più volte.
Morire invece, è sufficiente una volta sola.
Una storia di riflessione sociale a partire dal singolo, di aspirazione e di difficile accettazione di sé, di negazione del proprio io e di completa dedizione agli altri, di identificazione e assimilazione, di complicata relazione con l’alterità.
Impregnata di malamore. Avvolta dal disamore.
Lena è figlia del gelo, delle mele acerbe e dei lamponi.
UN POSTO NEL MONDO
Anastassia Caterina Angioi
Bielorussia
PREMIO SPECIALE TORINO FILM FESTIVAL

Non avrei mai immaginato di associare l’aria condizionata di un centro commerciale con qualcosa che appartenga al paradiso. Forse perché quando avevo i sogni, quelli puri, l’aria condizionata non esisteva ancora.
Manichini anoressici e pelati con lo sguardo fisso sui passanti fanno da guardia ad un negozio dal nome francese e dai colori pastello. Non è scontato entrarci a queste condizioni.
Ma io, che sono dimagrita, e so anche perché, oggi sì, oggi entro. Respiro. Stacco un vestito dalle stampelle. Siamo solo in due: la commessa ed io. E i manichini.
Il camerino stretto, soldi e carta di credito nel portafoglio, l’aria condizionata. Un insieme che per un attimo fa quasi paradiso.
QUASI PARADISO
Zhanna Stankovych
Ucraina
PREMIO SPECIALE GIURIA POPOLARE