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La Premiazione delle vincitrici SalTo22

Scritto da Segreteria il 24 Maggio 2022

La Premiazione delle vincitrici del XVII Concorso letterario nazionale Lingua Madre ha chiuso i cinque giorni di incontri, dibattiti, presentazioni a cura del CLM che hanno animato l’Arena Piemonte durante il XXXIV Salone internazionale del Libro di Torino. Sono stati tantissimi i temi affrontati dalle relatrici e dai relatori: dal linguaggio come foriero di nuovi percorsi e rappresentazioni, anche e soprattutto per le donne migranti, alla corretta rappresentazione e narrazione della migrazione, grande protagonista del Novecento, alle presentazioni di libri che, fra poesia e autobiografia, affrontano temi come la (ri)scoperta delle proprie radici, l’importanza delle genealogie femminili, il potere della parola, scritta e proferita.

Una giornata di festa, quella della Premiazione: tanti sorrisi e attimi di commozione hanno accompagnato le autrici sul palco insieme alle rappresentanze diplomatiche dei paesi di origine e i sindaci delle città di residenza in Italia.

Hanno partecipato alla cerimonia Giulio Biino, Presidente della Fondazione Circolo dei lettori, Nicola Lagioia, Direttore editoriale del Salone Internazionale del Libro di Torino, Raffaella Tittone, Direzione dell’Assessorato alla Cultura della Regione Piemonte. A condurre l’incontro Daniela Finocchi, ideatrice del Concorso, mentre a consegnare i premi è stata Natalia Marraffini, vincitrice della XVI edizione, madrina dell’evento.

La premiazione si è arricchita inoltre della presenza di Anna Di Domizio, interprete lingua dei segni italiana, che ha accompagnato con la sua preziosa traduzione l’intera manifestazione.

L’evento si è aperto con il riconoscimento a Silvia Caramellino, vincitrice della Borsa di Studio 2022 offerta da Soroptimist International – Club di Torino, destinata a una giovane per collaborare alle attività del Concorso ma soprattutto per approfondire i temi legati alla migrazione femminile e al pensiero delle donne. Ad accompagnare Silvia Caramellino sul palco per la consegna della Borsa di Studio, Alessandra Fissore, Presidente Soroptimist International, insieme ad Anita Arnaudo, anche lei parte dell’associazione e alla quale si deve un fondamentale sostegno al progetto perché – come è stato ricordato – è proprio grazie alla generosità di una donna come lei che l’antologia Lingua Madre Duemilaventidue potrà essere pubblicata anche quest’anno.

A questo punto, un’Arena Piemonte, stracolma e partecipe, ha accolto le autrici del Concorso con applausi ed entusiasmo, man mano che il loro nome veniva annunciato.

La prima a salire sul palco è stata Margarida De Oliveira Freitas, del Brasile (Premio Speciale Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, destinato alle fotografie), accompagnata da Hadil Da Rocha-Vianna, Console Generale del Brasile a Milano, e Silvio Salvo, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo. La sua fotografia Proiettarsi nel futuro con la propria esistenza – con cui ha vinto – possiede un titolo che è di per sé un manifesto, è stato ricordato, e l’immagine ne è fedele riscontro iconografico: l’autrice suggerisce la necessità di far proprio e vivere fino in fondo il domani, senza timori né paure, magari con la giusta presunzione di appartenergli, di esserne protagonista.

Sofia Spennacchio (Francia), Premio Speciale Torino Film Festival, è quindi salita sul palco insieme a Silvana Brunero e Grazia Paganelli, rappresentati del Torino Film Festival, e Rosanna Purchia, Assessora Politiche Culturali del Comune di Torino. Una giovane autrice che si immedesima e si fa portavoce della tragedia della guerra, porgendo a chi legge ricordi e vissuti preziosi, come i fiori del titolo del suo racconto Amsonie blu e lo fa con l’armonia di parole efficaci, che suggeriscono immagini belle e crudeli al tempo stesso, particolarmente adatte ad essere trasposte in sceneggiatura cinematografica.

A seguire, Mahnaz Hassanlou dell’Iran (Premio Slow Food-Terra Madre) con Barbara Nappini, Presidente di Slow Food Italia, e con Anna Garbero, Biblioteche Civiche Torinesi. Il racconto fa riflettere sulle migrazioni, è stato sottolineato, ed è bello constatare come il cibo sia stato l’elemento che ha portato al primo contatto tra due soggetti altrimenti lontani, cristallizzando un’amicizia che, in un gioco fra parole e arte, dà vita ad AlìGhiero, un nuovo dolce che dà il titolo al racconto premiato, unione di mondi ed esperienze gastronomiche.

Sara Ben Brahim (Tunisia), vincitrice del Premio Speciale Giuria Popolare è stata accompagnata sul palco da Omar Amine Abdallah, Console della Repubblica di Tunisia a Genova, e Angelantonio Angarano, Sindaco del Comune di Bisceglie. All’autrice è stata quindi consegnata una targa da Ornella Toselli, Consulta Regionale Femminile della Regione Piemonte. Il racconto dell’autrice dal titolo Fiorire al mondo è evocativo e intimistico e propone spunti critici a proposito della paura del diverso e di credenze errate. Come hanno sottolineato tutte le personalità che hanno accompagnato l’autrice, inorgoglisce che sia una giovane donna a far emergere il progetto morale di costruire ponti e di abbattere muri, facendo della migrazione un dato di consapevolezza e di forza propositiva, soggettiva e sociale.

Sul palco anche un’altra giovanissima autrice CLM Maricielo Angeles Donayre Quinonez tra le selezionate della XVII edizione, estratta fra i e le votanti del Premio Speciale Giuria Popolare e omaggiata con le pubblicazioni del Concorso: un bell’esempio di relazione fra donne, che non ha mancato di ringraziare le sue insegnanti che hanno creduto in lei e l’hanno incoraggiata a scrivere.

E ancora, Barbara Pennisi vincitrice del Premio Sezione Speciale Donne Italiane, accompagnata da Beate Baumann, docente Università degli Studi di Catania e responsabile del Centro di ricerca interuniversitario Polyphonie, e Cecilia Cognini, Biblioteche Civiche Torinesi. Il suo racconto Noi rappresenta sin dal titolo, con una semplice parola, la fusione che avviene proprio nei gesti più banali di amicizia e affetto, nelle attenzioni delle nonne, nelle speranze delle mamme per figlie e figli, dove non c’è distinzione culturale e dove – come è stato detto – si annullano le differenze.

In conclusione, le prime tre classificate.

Chiamaka Sandra Madu (Madu), vincitrice del Terzo Premio, è salita sul palco insieme a Stefano Parise, Direttore area Biblioteche Comune di Milano, e Gwendy Omijeh, Ministra delle politiche economiche dell’Ambasciata di Nigeria a Roma.  Nel suo racconto Lame in libri il tema delle mutilazioni genitali è affrontato in modo originale e diretto. L’autrice usa una prosa efficace e spunti critici che non ha mancato di ricordare, come per esempio lo studio, che può emancipare le donne e renderle forti. Non è mancata la critica a un’Europa che non solo non sa accogliere, ma consente il perpetrarsi di usanze di violenza contro le donne. Esiste però un altro modo di diventare donna e partorire sogni trasformando, appunto, lame in libri.

Adelina Zarnescu (Romania), Secondo Premio, è stata accompagnata da Ioana Ghorghias, Console Generale di Romania a Torino, e Giulia Giorgi, Vice Sindaca del Comune della Spezia. Con Un altro racconto di migrazione che la gente non avrà troppa voglia di leggere ha dimostrato ironia e acuta intelligenza, rinunciando a qualunque sentimentalismo per onorare i fatti attraverso una scrittura che diventa potere di autodeterminarsi. Tre donne e tre generazioni a confronto e in dialogo – lei, la madre e la nonna – in un rinvio di pensieri che sottolinea il disagio di non trovarsi a casa propria da nessuna parte, motivo profondo e per lo più incancellabile che ogni migrante porta con sé.

Diana Paola Agamez Pajaro (Venezuela) che si è aggiudicata il Primo Premio ha fatto quindi il suo ingresso con Maria de Jesus Requena, Presidente Associazione Venezuela in Piemonte, e Raffaella Tittone, Direzione dell’Assessorato alla Cultura della Regione Piemonte. A lei il merito, con il racconto Il mio corpo: un posto felicedi aver saputo ritrarre il rapporto tra nonna e nipote attraverso il riconoscimento di una fisicità spontanea e senza tabù. Infatti, la centralità dei corpi nudi su cui è costruito – quello cadente di una quasi centenaria e quello dell’autrice, giovane e sodo – impregna le pagine di un flash della memoria. La presenza dominante di una fisicità decrepita, amata e coccolata, diventa protagonista. Emoziona l’immagine, così viva e sensibile, di un corpo vitale che fiorisce e custodisce tutto, come un abito benedetto. E allora l’accettazione radicale della metamorfosi fisica diventa trasgressione, significa andare incontro alla morte da vive.

Sono quindi state chiamate sul palco tutte le autrici selezionate per la pubblicazione e tutte quelle selezionate per la sezione fotografica Fondazione Sandretto Re Rebaudengo che erano presenti in sala, cui è stato consegnato un attestato di partecipazione e una copia delle antologie Lingua Madre. Tutte unite per una foto finale, migranti, con origini straniere, native, italiane, giovani, giovanissime e meno giovani, in una parola: donne!

La loro scrittura si è fatta fiume, scorrendo lungo una genealogia femminile universale, che accoglie esperienze di vita fatte di solidarietà, relazione, ma anche di erotismo, libertà, desiderio d’appartenenza. Un fiume che non si arresta. Il nuovo bando della XVIII edizione, infatti, è in corso e rimarrà aperto fino al 15 dicembre 2022, mentre i racconti delle autrici continueranno a emozionare nelle pagine dell’antologia Lingua Madre Duemilaventidue. Racconti di donne straniere in Italia – che sarà edita in autunno – e nei tantissimi appuntamenti, progetti, iniziative che coinvolgono il Concorso Lingua Madre durante tutto l’anno e rendono protagoniste le autrici su tutto il territorio nazionale, e non solo.

Ecco tutte le foto, a cura di Ludovico Giacobbe