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Incontro con l'autrice. Presentazione di "Madre Piccola" SalTo22

Scritto da Segreteria il 24 Maggio 2022

Un’infanzia spensierata lega Barni e Domenica a Mogadiscio, all’interno di un ambiente familiare unito e protetto. Allo scoppio della guerra civile, però, sono costrette a separarsi. Da qui si dipana la storia di Madre piccola di Ubah Cristina Ali Farah, riedito ora da 66thand2nd insieme all’altro romanzo della stessa autrice Il comandante del fiume, cui si affianca il nuovissimo Le stazioni della luna. Se ne è parlato domenica 22 maggio al XXXIV Salone Internazionale del Libro, nell’ambito del programma Lingua Madre in Arena Piemonte, in dialogo con lo scrittore Fabio Geda e la giornalista Lara Ricci, attraversando i percorsi narrativi di questa scrittrice, che è stata la vincitrice della prima edizione del Concorso Lingua Madre nel 2006. Come è stato ricordato, proprio dal suo racconto Madre piccola con cui vinse diciassette anni fa, infatti, sviluppò poi il romanzo omonimo, riproposto adesso nella nuova edizione al pubblico, insieme agli altri testi.

In un mix linguistico affascinante, di intensa poeticità, dove l’italiano si mescola e segue il ritmo del somalo, Madre piccola, pubblicato per la prima volta nel 2007, è un testo innovativo, che affronta temi ancora oggi di drammatica attualità come i traumi della guerra e il dolore della diaspora. Le voci delle due protagoniste, che si alternano nella narrazione – come è stato sottolineato – hanno il sapore di un racconto orale, cui si uniscono quelle degli altri protagonisti. Poi i ricordi frammentati piano piano si ricompongono e le esistenze disperse delle persone che hanno fatto parte delle loro vite tornano finalmente a formare un quadro unico dopo un decennio di lontananza. Domenica, infatti, in attesa di un figlio, si ricongiungerà alla cugina: Barni sarà la habaryar, «madre piccola», del bambino, e grazie alla nascita di Taariikh – che significa «Storia» – le due donne potranno finalmente riannodare quei fili che sembravano sciolti per sempre.

La storia delle donne, simile e unica al tempo stesso, si ritrova anche ne Le stazioni della luna, così come ne Il comandante del fiume dove, benché il protagonista sia un maschio, le due figure femminili della madre Zahra e della zia Rosa tracciano la vita del giovane Yabar, segnata da quella leggenda somala che insegna come per conoscere il bene bisogna convivere con il male necessario.

“Cristina Farah ha un vero talento nel far vedere la bellezza che ai più sfugge – ha detto Lara Ricci – ed è capace di andare al cuore delle contraddizioni che agitano la nostra epoca”.

Tra il pubblico presente in sala anche la docente Daniela Fargione, parte del Gruppo di studio CLM.

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