Lavoro, donne, denaro - Nuove narrazioni SalTo19
Scritto da Segreteria il 09 Maggio 2019
Lavoro, donne, denaro – Nuove narrazioni è il titolo dell’appuntamento che ha aperto il ciclo di incontri curati dal Concorso Lingua Madre nell’ambito del XXXII Salone Internazionale del Libro di Torino. Relatrici dell’evento sono state Luisa Ricaldone, Cristina Bracchi, Cristina Giudice, Mattea Lissia e Luisa Fernanda Guevara. Le ospiti si sono susseguite sul palco dell’Arena Piemonte, nel padiglione 2 del Lingotto Fiere, approfondendo i complessi meccanismi legati al tema delle donne al lavoro e come questi vengono narrati, spesso attraverso le storie del sé, rappresentando un’importante lente d’ingrandimento sulla Storia e ponendo di fatto le basi per migliori alternative.
Dopo una breve introduzione di Daniela Finocchi, ideatrice e responsabile del Concorso Lingua Madre, la parola è passata a Cristina Giudice, parte del gruppo di studio CLM e docente dell’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino, che ha presentato il lavoro svolto con le/gli studenti dell’Accademia dal titolo Nel paese dei Lestrigoni: “Un progetto per capire come si possa, attraverso l’arte, raccontare la migrazione e da cui sono nate due mostre e un libro”. “Nel paese dei Lestrigoni è frutto di un lavoro di approfondimento, di studio da parte dei/delle giovani studenti, italiani e stranieri, che hanno analizzato le diverse modalità per raccontare le migrazioni,” – ha proseguito Giudice – “mettendosi in relazione con gli altri e raccontando queste relazioni attraverso diversi linguaggi artistici, come video, sculture oppure fotografie”. “Per mettersi in relazione però è importante partire da sé, analizzarsi nel profondo” ha concluso la docente.
Luisa Fernanda Guevara, psicologa e autrice CLM, ha invece descritto la sua personale esperienza a partire dal progetto, di cui è co-fondatrice, “Psicologi meticci”, un gruppo di psicologi di diverse nazionalità che, attraverso la psicologia transculturale, lavora a stretto contatto con i migranti. “Il Concorso Lingua Madre è una sorta di filo conduttore nella mia storia di migrazione” – ha affermato Guevara – “nel lavoro ho voluto costruire una rete, quella stessa rete che avevo ritrovato nel Concorso”. Guevara ha poi aggiunto: “Lavoriamo per esprimere il potenziale delle persone straniere che seguiamo per poter meglio costruire in futuro e questo potenziale è saldamente connesso con la lingua madre”.
È poi intervenuta Mattea Lissia, Direttora del festival cagliaritano Pazza Idea, che ha rivelato il tema dell’edizione di quest’anno, prevista in autunno. “Il tema dell’edizione 2019 del festival sarà Bellezza e rivoluzione, e verrà approfondito partendo dal peculiare sguardo delle donne sull’attualità. Nel corso di Pazza Idea le donne si raccontano e raccontano il mondo che le circonda, specialmente quello del lavoro, attraverso la lente della creatività”.
La parola è passata a Cristina Bracchi, docente, socia SIL e parte del Cirsde, che ha esposto la sua ricerca sulla rappresentazione del lavoro nella letteratura italiana contemporanea. “Ho voluto analizzare che differenze coglieva la narrativa femminile dello stesso periodo e ho trovato alcuni spunti interessanti”. Citando passaggi da autrici come Luce Irigaray o Bell Hooks, Bracchi ha poi riportato una riflessione di Virginia Woolf, che ne “Le tre ghinee”, alla soglia di un nuovo conflitto mondiale, invita a porsi domande importanti, soprattutto le donne. Da questo spunto Cristina Bracchi ha invitato il pubblico a chiedersi: come sto dentro il lavoro? E, soprattutto: come vorrei stare dentro il lavoro?
Ha concluso l’incontro Luisa Ricaldone, Presidente della Società italiana delle Letterate e parte della Giuria e del Gruppo di studio CLM, analizzando due romanzi giapponesi che pongono il focus sul rapporto donne, cibo e lavoro, Le quattro casalinghe di Tokyo di Natsuo Kirino (Neri Pozza) e Arrivederci, arancione (Edizioni e/o) di Iwaki Kei. “In entrambi i romanzi si parla di amicizie fra donne nate sul luogo di lavoro, anche se nel primo è un’amicizia efferata, omicida, mentre nel secondo è una relazione positiva e necessaria” – ha spiegato Ricaldone, proseguendo – “Le due opere sono nella sostanza simili e in entrambi viene messa in rilievo la manipolazione del cibo da parte delle donne protagoniste: l’imballaggio del precotto da una parte e l’imballaggio di un materiale che deve essere irriconoscibile nell’altro”. In entrambi i romanzi persiste un’idea del “fare a pezzi” corpi, simbolismo che rimanda alla già citata Virginia Woolf che associa lo stesso concetto all’orrore della guerra. Così i Lestrigoni sono giganti antropofagi e così il migrare “fa a pezzi” vissuti e identità. Ma con lavoro e cura, ha poi aggiunto Guevara, è possibile ricomporre queste esistenza, fare di questi pezzi un intero.
Agli interventi sono seguite brevi conclusioni delle relatrici e l’incontro si è poi chiuso fra gli applausi del pubblico.
Le immagini della prima giornata CLM a SalTo19 sono disponibili sulla pagina Facebook del Concorso Lingua Madre.
Qui potete inoltre trovare l’intervista a Luisa Fernanda Guevara, pubblicata su Bookblog come anticipazione dell’incontro di oggi.