I ragazzi e le ragazze raccontano

Quanti commenti! Torino che legge 2016

Scritto da Segreteria il 09 Maggio 2016

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Il 21 aprile 2016 il Concorso Lingua Madre ha tenuto, all’Isp Jacopo Bartolomeo Beccari di Torino, l’incontro “Il sapore delle parole“, con le/gli allieve/i delle classi seconde, indirizzo enogastronomico.
Durante l’appuntamento – promosso nell’ambito di Torino che legge 2016 –  i contributi video (come “Ricette e parole – Il cibo narrato dalle donne“, tutorial di cucina al femminile) si sono alternati a letture di brani tratti dai racconti del Concorso. Ne è seguito un dibattito nel quale le e gli studenti si sono messi in gioco raccontando ognuno il proprio rapporto col cibo e in particolare con i piatti legati all’infanzia. Ecco quindi la ricetta delle sarmale, involtini di carne e verza tipici della tradizione romena; quella dei panareddi cull’ova siciliani preparati dalle nonne in occasione della Pasqua; e le tante storie legate al cous cous, alle arancine e all’insalata russa.
Tanti i commenti arrivati da quel giorno all’articolo sull’incontro da parte delle ragazze e dei ragazzi delle classi coinvolte.
Ancora una volta grazie a insegnanti e studenti per l’entusiasmo che hanno dimostrato e con cui continuano a seguirci!
Buona lettura:

Marika: “Sono rimasta colpita dal racconto del “Tabboulè”.
Spiega perfettamente quali sono le condizioni per aver una buona integrazione con gli altri. È un piatto semplice, con pochi ingredienti che si devono unire senza sovrastarsi a vicenda.

Leggi di seguito gli altri commenti

Eleonora: “Le migliori ricette sono quelle realizzate con l’ispirazione, grazie a voi avvolgerò con la mia passione il mio lavoro.

Camilla: “Il racconto che mi ha colpito di più si intitola “Quanti pensieri” di Vilma Morillo León; esprime il cambiamento e l’integrazione in Italia di questa ragazza che affronta le sue paure.

Andrea: “Il racconto di “Nana” ha suscitato in me la voglia di provare ad assaggiare un piatto tipico del Ghana: il latte, con il riso e lo zucchero.

Sara: “Sono rimasta molto colpita dalla storia di Ramona Hanachiuc.
Il modo in cui racconta una parte della sua infanzia e il suo affetto verso la cugina mi ha emozionato.
Perché nel mio caso non ho potuto fare questa esperienza.

Eleonora: “Tante parole non sempre rendono interessanti i discorsi… a volte una sola parola racchiude un profondo significato, grazie mille eh.. ‘Che bueno’!? (Il baire -Nanà)

Sebastian: “È stato un incontro che mi ha fatto interessare ancora di più alle storie delle scrittrici. Mi sono incuriosito molto del racconto di Tetyana Gordiyenko “Tutto sul caffè” e su tutti i piatti tipici deliziosi e invitanti. Grazie al vostro incontro sto scoprendo nuove ricette che inizio a fare alla mia famiglia.

Andrea: “Da amatore e appassionato di caffè, non potevo che innamorarmi del racconto “TUTTO SUL CAFFÈ” di Tetyana Gordiyenko.
La mia passione è nata in tenera età, quando sentivo il profumo del caffè che gorgogliava nella moka; quel profumo riempiva la casa e sapeva di amore, di coccole, di calore e soprattutto di energia.
Crescendo ho imparato anche io a fare un caffè strepitoso come quello che faceva mia nonna, ma io utilizzo la french press (ovvero la caffettiera a stantuffo alla francese).
A tal proposito questa particolare caffettiera mi è molto utile a scuola nell’intervallo. Nelle giornate piovose non c’è niente di meglio di un caffè caldo e avvolgente per interrompere la lunga mattinata di lezioni.
La mia specialità è il caffè con il cacao, preparato ovviamente con caffè 100{cf3087114df72211a668f62ba8f7a2603196b78e858ff779f6602e48ae96c50c} arabica ma con aggiunta di cacao dolce che gli dona un retrogusto “cioccolatoso” e gratificante.
Il caffè preparato con la classica moka (rigorosamente Bialetti, la regina della moka in Italia) ha quel non so che di amicizia.
È un rito quotidiano: quante volte al giorno diciamo di volere un caffè? Chi macchiato, chi corretto, chi ristretto, chi amaro, chi lungo e chi più ne ha più ne metta…. Ma il caffè con la classica caffettiera è un rito amichevole per gli ospiti a casa, un modo gentile per ringraziarli della visita.
Il caffè è il carburante perfetto in una società che pretende l’impossibile, che ci vuole sempre attivi e produttivi, che ci vuole svegli in orari lavorativi a volte veramente insostenibili; perciò chi rinuncerebbe a una carica di caffè? Un qualcosa che rende la pausa lavorativa un momento in cui puoi farti coccolare da un aroma dolce e avvolgente, che ti tira su il morale e ti dà la “botta” di adrenalina per affrontare la giornata.
Il rito del caffè è più un’arte che un semplice gesto; riuscire a fare un caffè perfetto è veramente difficile, a partire dalla scelta della miscela, dal metodo con cui si desidera farlo ecc…
Il caffè è un po’ come le persone nel mondo: nessuno è mai uguale ad un altro e soprattutto ce n’è per tutti i gusti!!!”