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Meraviglie Quante storie!

Scritto da Segreteria il 27 Gennaio 2022

Dai racconti delle autrici CLM più fiabeschi e fantastici, una serie di letture pensate per le/i giovani lettrici/lettori.

Istituto Penale per i Minorenni di Pontremoli [Varie nazionalità]

MERAVIGLIE

Io sono una ragazza Rom. Secondo me la nostra cultura è molto bella, anche se ci sono cose che io non condivido. Vi faccio qualche esempio. Nella mia famiglia le donne portano sempre la gonna. A me questa cosa non piace. A me piace la vita italiana, come vivono tutti. Anche io voglio iniziare a vivere così. Perché il carcere mi ha fatto capire tante cose belle. E un giorno, quando uscirò, voglio cominciare a vivere tutti i momenti possibili, e che mi stanno tanto facendo pensare. La mia cultura non è brutta: adoro i suoi cibi tipici, le sue tradizioni, il mio paese, che è molto allegro e molto vivace. Ma ora voglio pensare a me.

Claudia

Da noi, in Romania, abbiamo tante cose bellissime e si preparano cibi buonissimi: i fagioli, la zuppa con i petti di pollo, patate e cipolla, la verdura e così via. Puoi vestirti come vuoi tu. Ma quando vivi per strada devi comportarti bene. Anche in Italia. Se la Polizia ti ferma e ti chiede dove vai, tu devi rispondere bene a questa domanda che ti hanno fatto. Se rispondi male loro ti prendono e ti portano in caserma. E quando vai in tutte le città loro possono controllarti. Ma se riesci ad andare a scuola ti insegnano il rispetto per tutte e tutti. Altrimenti, se ti comporti male, ti mandano a casa e quando vuoi tornare a scuola ti dicono che se ci vuoi andare devi comportarti bene. Questo succede in Romania, ma anche in Italia, ed io lo so perché l’ho vissuto sulla mia pelle.

Elena G.

Ciao, mi chiamo Miriam. Vorrei cominciare dal fatto che nella mia lingua madre il mio nome si pronuncia Mariem o Meriem. Io sono nata a Perugia, in Umbria, quindi Italia. Ma il sangue che scorre nelle mie vene è Nord Africano, nello specifico marocchino. Entrambi i miei genitori sono puri marocchini. Che posso dire… In Marocco si ragiona in modo diverso rispetto al Paese in cui sono cresciuta: le donne, nello specifico, portano il velo, sia per cultura sia per religione. Ma attenzione, il Marocco è pieno di culture diverse l’una dall’altra. Ci sono i Rif, i Berberi di Montagna, i Nomadi, i contadini dei villaggi piccoli, i Sarawi, i Twareg e infine quelli delle città in generale: Rabat, la capitale, Casablanca, la cosiddetta capitale industriale e tante altre, una più bella dell’altra. Ad esempio, c’è Tangeri, Nord Marocco: a pochi chilometri di mare da loro hanno la Spagna. E possiedono tante sfumature dell’animo caliente ispanico. Non che in Marocco non lo siano già di natura. A Tangeri sono diventati un tutt’uno: cultura, balli, cibo, decorazioni, matrimoni e feste in generale diventando ispanico-marocchine. È stupendo! E poi avrei tantissime altre cose da dire… Siamo una monarchia delle meraviglie.

Miriam

Io sono Rom, e nella mia cultura si dice che dobbiamo portare la gonna. Io però la indosso non perché devo, ma perché mi piace. Adoro la cultura zingara: ci sono tante cose che mi piacciono, ma anche alcune che non mi piacciono. Non mi piace svegliarmi presto, però mi piace quando dobbiamo pulire tutta la casa. Non mi piace che noi donne zingare non possiamo uscire a divertirci con le amiche e i maschi sì. Mi piace che ci possiamo sposare giovani. La nostra cultura prevede un grande matrimonio, con tantissimi invitati. Però non puoi fidanzarti, non puoi uscire da sola con un ragazzo. Se ti innamori non puoi uscire da sola con lui. Prima ti deve venire a chiedere la mano. È particolare la nostra cultura. Ricca di cose bellissime, ma anche di sfumature meno belle con cui noi donne dobbiamo imparare a convivere.

Sofia

Nella nostra cultura, quella Rom, si usano molto le gonne, si mangiano le zuppe, la pita, le sarme e un po’ di tutto. Portare la gonna è una nostra tradizione, e in molte famiglie vogliono che si metta sempre. Nella mia no, possiamo indossare anche i pantaloni. Sono contenta che nella nostra famiglia non ci impongano quello che dobbiamo metterci, perché io voglio essere libera di decidere quali vestiti avere e mettere.

Veronica

Racconto pubblicato in Lingua Madre Duemiladiciotto – Racconti di donne straniere in Italia (Edizioni SEB27)

Illustrazione tratta dalla fotografia “Madre” di Ana Maria Giulia Radoi, selezionata per il Premio Speciale Fondazione Sandretto Re Rebaudengo alla XV Edizione del Concorso Lingua Madre.