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Libere di scrivere Quante storie!

Scritto da Segreteria il 29 Dicembre 2021

Dai racconti delle autrici CLM più fiabeschi e fantastici, una serie di letture pensate per le/i giovani lettrici/lettori.

 

Scuola di italiano di Ruah [Varie nazionalità]

LIBERE DI SCRIVERE

Sono nata nel 1998 in Nigeria. Sono magra e alta ho i capelli neri e corti, ho gli occhi neri, sono simpatica, gentile, timida e non so fare amicizia. Amo ridere, sono sempre felice, non mi arrabbio facilmente, non parlo molto, amo osservare. Ho paura di qualsiasi animale che abbia denti e possa mordere. Non mi piacciono i bugiardi, quando si avvicinano a me viene fuori la mia parte cattiva. Il mio sogno è riuscire a raggiungere tutti i miei obiettivi nella vita e continuare ad essere una brava persona. Tessy

Ieri ho parlato della mamma, la persona più importante della mia vita.
La persona con cui siamo diventati grandi io e mio fratello è lei. Mia mamma è una persona forte perché non si è risposata e ci ha cresciuti da sola. Lavorava tutto il giorno, in quegli anni la vita era dura.
Vorrei tanto essere vicino a lei in questo periodo. Desidero tanto rivederla perché è da due anni e sei mesi che non la vedo, mi manca un sacco. Afef

Dopo la perdita di mia mamma sono stata fortunata perché ho una sorella più grande che si è presa cura di me. Si chiama Fatima, la sua voce è tenera e dolce, le voglio bene. È molto sensibile, materna, generosa. Da quando ero piccola mi aiuta sempre e mi dà consigli.
Prego sempre Dio di lasciarla a me. Saadia

Mamu significa mamma. È così che noi chiamiamo la nonna. È lei che mi ha fatto crescere ed è lei che mi ha trasmesso la passione della cucina. Quando chiudo gli occhi la vedo. Una donna alta, saggia e matura, con i capelli bianchi ma con tanta energia, come una giovane. Il suo sorriso è come un fiore che cresce e illumina il suo viso e ti dà gioia.
È una donna forte e coraggiosa. Si alzava all’alba per nutrirci, come un uccello che si prende cura dei suoi piccoli. È una donna molto calma e tranquilla ma i suoi occhi parlavano al suo posto, le bastava uno sguardo per farsi capire.
La notte prima di andare a dormire, stavamo fuori a guardare le stelle e sentivamo il suono della sua voce dolce e pacifica che ci cullava con storie.
Le parole non bastano per descriverla, ma se potessi parlare di lei, lo farei fino all’infinito: «Tu sei per me, Mamu, il modello dell’amore eterno».
Le persone dicono che sono nera e alcuni mi odiano per il mio colore… Ma lascia che ti dica che adoro il colore della mia pelle. Se un bambino mi vedesse, direbbe che non sono nera, ma sono marrone come il cioccolato.
Come una persona nera, io rifletto spesso e mi chiedo: Perché? Perché questo odio? Come un essere umano può odiarne un altro a causa del colore della sua pelle? In realtà viviamo in un mondo in cui essere nero è un peccato…
A volte mi fa arrabbiare quando la gente mi dice che sono bella per essere una nera… In che senso bella per una nera? Vuol dire che una nera, di solito, non è bella? Un giorno ho guardato un video di una bambina nera che piangeva dicendo che non era bella e che non le piacciono i suoi capelli crespi… Ero triste perché la società ci esclude e impone criteri di bellezza che non corrispondono a tutti.
La bellezza di una donna non dipende dai vestiti che indossa né dall’aspetto che possiede. La bellezza di una donna si deve percepire dai suoi occhi, perché quella è la porta del suo cuore, il posto nel quale risiede l’amore. Christelle


Mi trovo bene in Italia, ma il problema è che trovare un lavoro qui è molto difficile. Per questo sono a casa a fare la casalinga. Mi sono fatta qualche amicizia, persone molto simpatiche e gentili.
La difficoltà più grande che ho incontrato come persona straniera è che, siccome sono nera, vengo vista come se non fossi umana; alcune persone sono gentili con me, alcune no. I miei progetti: vorrei imparare bene l’italiano e poi cercami un buon lavoro, cambiare la mia vita e dimenticare il mio passato. Adelaide

A mia madre…
Mi manchi così tanto, mi manca sedermi e metterti la testa sul ginocchio, mentre mi accarezzavi i capelli e cantavi, mi manca l’odore del tuo caffè. Sì, vivo in un momento difficile. Interpreto il ruolo di madre e padre, gli ultimi giorni sono stati migliori perché mi sento indipendente e forte. Ora lavoro e mi rilasso nel mio lavoro. I bambini si sentono a proprio agio. Di notte ci incontriamo a tavola per ridere e scambiare chiacchiere. Questa è la mia vita adesso. Sono molto soddisfatta, spero che tu stia bene, mamma, e spero ci sia presto l’opportunità di vederti. Fatima

Mi trovo molto bene qui in Italia con la mia famiglia. Esco quasi sempre con mia figlia e andiamo nel centro città o in un posto bellissimo che si chiama Città Alta, è il mio posto preferito e facciamo molte foto.
All’inizio ho fatto un po’ di fatica ad abituarmi perché non sapevo parlare italiano e avevo un po’ di nostalgia del Marocco. Però con il tempo e con la scuola di italiano, dove vado da qualche mese, ho imparato a parlare bene. Quando è scoppiata la pandemia da Coronavirus ero molto triste perché non potevo uscire e facevo sempre le stesse cose a casa ma poi le nostre maestre della scuola di italiano sono state molto carine e gentili e hanno fatto un gruppo Whatsapp dove parliamo e dove ci danno gli esercizi da fare. Poi un’altra bellissima cosa è che è nato il mio nipotino e ora sono nonna. Saadia

Il mio nome non ha nessun significato antico, neanche una traduzione. Mi ha raccontato mia mamma che è stata una scelta dell’ultimo momento perché lei aveva pensato a Mariangel, come nome, ma pochi giorni prima che io nascessi è nata una cugina che hanno chiamato proprio così. Allora hanno combinato i loro nomi: quello di mia mamma Francis e quello di mio papà Miguel Angel ed è uscito Frangelys. Ma non è tutto, in quell’anno le registrazioni delle nascite ancora si facevano manualmente e, per sbaglio, ci hanno messo una “H” in mezzo, che non ha nessun senso. Insomma è rimasto così, con la “H”.
Mi piace il mio nome non comune, nonostante non sia abituata a sentirlo molto: spesso le persone mi chiamano “Fran”, “Franci”. Comunque non vorrei chiamarmi in nessun altro modo. Frhangelys

Il mio nome l’ha scelto mia mamma, perché secondo le sue ricerche significa colei che regna per sempre.
Certamente mi piace il mio nome e non ho mai voluto averne un altro, perché nel momento in cui i nostri genitori scelgono i nostri nomi stanno pensando a noi, e per me questo vale tanto.
Se potessi essere un fiore sarei un tulipano perché è romantico, fragile, ispira tenerezza e il suo profumo è delicato.
Se fossi un oggetto sarei un faro per illuminare tutti quelli che non trovano la luce.
Il mio desiderio più grande è svegliarmi ogni giorno, perché la vita è un regalo.
La mia città, San Luis, si trova a 800 km da Buenos Aires: forse sembrerà un paese sperduto nel nulla, ma non bisogna lasciarsi ingannare dalle apparenze, perché ha il suo fascino, non solo per i grandi laghi e per le montagne, ma anche per le persone, che sono molto semplici, simpatiche, e la loro accoglienza è meravigliosa. Erica

Il mio nome significa “felicità e gioia”. Il mio nome mi piace tanto anche perché a chiamarmi così è stato mio nonno a cui volevo tanto bene perché mi trattava sempre con dolcezza e mi capiva, mi portava molto spesso con lui quando usciva e mi faceva ridere.
Se potessi essere un fiore sarei una rosa rossa perchè rende felice la maggior parte delle donne.
Se potessi essere un animale vorrei essere un gatto perché sono tranquilli, carini, morbidi e vogliono sempre le coccole.
Se fossi un oggetto vorrei essere qualcosa di utile alle persone.
Il mio desiderio più grande è imparare l’italiano per riuscire ad aiutare la gente che ne ha bisogno.
Ricordo le coste della Tunisia, con le piantagioni di olive e di mandorle, e Tabarka, la città di mia nonna, che a me piace tanto ed è conosciuta come la città del corallo, del pesce e della natura. In estate è una città accogliente e festosa in cui si tiene ogni anno un festival di jazz. Nasria

Il mio nome ha origini germaniche (ingfridh) e significa donna bella e amata. Non vorrei averne un altro.
Se potessi essere un animale vorrei essere un’aquila perché è un sinonimo di libertà.
Amo le specialità del mio paese, la Bolivia, come la colazione di saltegna, dei fagottini con dentro pollo, patate e varie spezie, succo di arancia e caffè con latte. Poi il pikemacho, che è un pranzo completo che contiene carne, pomodori, patate, peperoncino, cipolle.
Che dire delle bellezze del paesaggio boliviano! Il lago Titikaka (titi significa “puma”, kaka significa “pietra”): con un’altitudine di 3.812 m s.l.m. è il lago più alto del mondo.
E anche la Isla del Sol! Lì puoi conoscere la cultura inca, le tradizioni delle etnie Aymara e Quechua e godere di tramonti bellissimi. Ingrid

Racconto pubblicato in Lingua Madre Duemilaventuno – Racconti di donne straniere in Italia (Edizioni SEB27)

Illustrazione tratta dalla fotografia “Imparare insieme” di Brunella Pernigotti, selezionata per il Premio Speciale Fondazione Sandretto Re Rebaudengo alla VIII Edizione del Concorso Lingua Madre.