Le autrici di Lingua Madre

L'albero del pepe Quante storie!

Scritto da Segreteria il 28 Maggio 2020

Dai racconti delle autrici CLM più fiabeschi e fantastici, una serie di letture pensate per le/i giovani lettrici/lettori.

 

“L’albero del pepe di Tedla” fa parte de “L’erbario di Ramia” racconto corale del Gruppo di narrazione interculturale la Casa Di Ramia

L’ALBERO DEL PEPE DI TEDLA (Teramni, Eritrea)

A casa di mia nonna, in giardino, c’era un albero del pepe: alto, bellissimo, con tante foglie sottili e carico di piccoli grappoli neri. Noi lo chiamiamo berbere telli: berbere vuol dire “peperoncino” e telli vuol dire “nero”. Pepe nero. I miei nonni – preti copti tutti e due – e anche le mie nonne, sapevano curare con le piante. La gente veniva a casa nostra a prendere il pepe. Le foglie, soprattutto. Si fanno bollire nell’acqua, poi si può bere o aspirare il fumo. Quando ero ammalata era questa la mia unica medicina.
Sono andata l’estate scorsa e l’albero adesso è tutto secco. È cambiato tutto, là, negli ultimi trent’anni. Il mio è un paesino piccolo, come Negrar, per dire. Quando torno, tanti non mi conoscono neanche, magari perché sono nati dopo che io sono venuta qua. Se qualcuno mi presenta e dice: «Sai, lei è la figlia del tale», allora magari dicono «Ah, sì?». Quando vado è bellissimo ma ormai io sono abituata qua, sto bene qua.
Ma quell’albero del pepe! Lo avevano piantato i miei nonni. Faceva una grande ombra. Quando io sono nata, l’albero era già lì e tutta la gente veniva lì sotto, al fresco, a prendere il caffè, si stava insieme. Era bellissimo. Anche il paese era bello. Si viveva di agricoltura. Teramni si chiama, il mio paese, perché ci sono tanti sassi. Umni vuol dire “sassi”. “Città piena di sassi”, questo vuol dire, il nome del mio paese. Ma intorno ci sono tanti campi, coltivazioni. È un posto bellissimo. E quell’albero di pepe!
Il pepe è dappertutto adesso, nel mondo. Perché fa bene. Si mette anche sul mangiare. Fa bene al fegato. Per noi il pepe è proprio una medicina, anche per voi?

Illustrazione di Disana.pianta

 

Racconto pubblicato in Lingua Madre Duemiladiciannove. Racconti di donne straniere in Italia (Edizioni SEB27)

L’illustrazione che accompagna il racconto è dell’artista Disana.pianta, nome d’arte di Giulia Gambino.