Le autrici di Lingua Madre

La lingua è un virus Online il nuovo numero di Formafluens

Scritto da Segreteria il 24 Marzo 2020

È ora disponibile online il nuovo numero di Formafluens – International Literary Magazine, diretto dall’autrice CLM Tiziana Colusso, che firma un interessante editoriale dal titolo “Language is a virus”, particolarmente pregnante nel periodo che tutte e tutti stiamo vivendo.

Ve lo proponiamo nella sua interezza di seguito e vi invitiamo a leggere tutti gli altri articoli nella versione PDF disponibile sul sito della rivista, nella sezione Magazine.

Nel numero anche articoli firmati da Rahma NurHelene Paraskeva e Anna Fresu, autrici del Concorso Lingua Madre.

Language is a virus

di Tiziana Colusso

Rendiamo anzitutto omaggio al genio poetico di William Burroghs, che ha coniato questo concept, “Language is a virus (from the Outer Space), sviluppandolo nel romanzo visionario The ticket that esploded (1962) e all’insuperata performer Laurie Anderson che l’ha rilanciato in un video musicale che fa parte dei vivi ricordi dei miei anni 80.

A nostra volta rilanciamo il concept nella visione positiva di un linguaggio circola fluido come un contagio vitale/virale, in esponenziale contaminazione di immaginari ibridati, senza limiti né di tempo né di spazio, né di singole lingue, né di individui o specie separati. Un virus-linfa, un virus nutriente e sapienziale, come i canti sciamanici e i metalli alchemici.

Il mondo che amiamo immaginare è un mondo di forme fluide, “un mondo acquatico infinito, senza frontiere da passare, senza divisioni e fratture, come una rete di vene e capillari di un unico grande corpo. Un mondo alimentato dalle nevi di tutte le sorgenti, dove si raccolgono e circolano le energie che dissetano le genti di ogni riva. In un mondo siffatto, tutto si mescola e tutto cambia, secondo un ritmo profondo e continuo che sembra un respiro”, questo mi capitava di scrivere anni fa nella fiaba iniziatica “La terza riva del fiume”.

E invece. Invece ci propongono (nuovi) muri, muraglie, frontiere blindate con l’ottima scusa di scongiurare l’epidemia, controlli, proibizioni, quarantene, inamidate bugie di Stato, autarchie improbabili in un mondo globalizzato, Brexit sdegnose per recuperare una preminenza mai esistita, giacché senza le menti e le mani degli immigrati dalle sue imperiali colonie lo United Kingdom sarebbe stato un’isoletta brulla di umidi pascoli, lontani dallo scorrere delle grandi civiltà del pensiero, che sono state fin dai secoli remoti l’India, la Cina, la Grecia, la Palestina culla della rivoluzione cristiana, Israele l’eletta, e poi l’Europa come insieme pulsante e perfettibile di culture, genti, storie e progetti.

E invece. Si spara in Germania ai cittadini che arrivano da lontano, ovunque si allontanano gli operosi cinesi come appestati, si chiede di lasciare affondare le navi di africani che tentano la roulette del destino, si delira di autarchiche felicità, di statuette Oscar da dare solo a opere “made in USA”, rifiutando la sola idea che un film coreano sia da considerare un’opera d’arte cinematografica al pari di “Via col vento”, si progettano città asettiche e controllate, si bruciano le foreste per sostituirle con pozzi petroliferi e cave minerarie, si sterminano le api e gli indios, che non hanno lobbies a rappresentarli.

Dimenticando. Dimenticando che le specie animali e vegetali nascono e si trasformano tra mille innesti, lungo le rotte dei semi portati dal vento. Dimenticando che le nostre stesse lingue sono un crogiuolo alchemico di storie e ibridazioni, che le parole che usiamo per la vita quotidiana o per la poesia sono un impasto di grecismi, di arabismi, di francesismi e di densi dialetti locali, così strettamente mescolati da diventare una miscela saporitissima, un risultato che è ben più della somma delle sue parti.

Per ricordare tutto questo e molto d’altro abbiamo ripreso e rilanciato FORMAFLUENS – International Literary Magazine, grazie alla FUIS, lo lanciamo come un richiamo a tutti coloro che hanno a cuore la conservazione delle molte e varie specie vegetali, animali, linguistiche, culturali e spirituali.

La lettura prosegue su Formafluens – International Literary Magazine.