Madri e figlie

Amore di madre Madri e figlie

Scritto da Segreteria il 06 Aprile 2022

Testimoniare e ricostruire una genealogia femminile attraverso la scrittura. In questi testi le autrici tornano a riappacificarsi con le proprie origini e la propria cultura, per pensarsi e rappresentarsi al di fuori degli stereotipi. Un percorso che le porta a riconoscere il debito simbolico verso le madri (reali e non) per scoprire, in sé e nelle altre, una grandezza capace di unire.

AMORE DI MADRE
di Glory Christopher [Nigeria]

Mi chiamo Glory, ho venticinque anni e sono una madre molto giovane. Sono nigeriana, non sono sposata, ma sono fidanzata, il mio compagno è ghanese. Mia madre ha nove figli, io sono la secondogenita. Ho provato la povertà, sono cresciuta senza mai conoscere mio padre e sono sicura che non ci sia niente come l’amore di un padre per i suoi figli. Il sangue è più denso dell’acqua: tuo padre può proteggerti e difenderti in qualsiasi momento, ma il tuo patrigno non lo farà mai perché non sei sua figlia. Io lo so, ma mi fermerò qui perché, se continuo su questa strada, ricorderò tutto il mio passato e inizierò a piangere. Tuttavia ho una storia che mostra l’amore di una madre per la propria figlia.

In una città non lontana dal mio villaggio c’era una ragazza molto bella di nome Sylvia. Quando conobbe John lei aveva diciotto anni. Frequentavano la stessa scuola, diventarono amici e iniziarono a fare tutto insieme. Dopo la laurea cominciarono a lavorare in società diverse e, a poco a poco, si scoprirono innamorati.

Poi, un giorno, squillò il telefono.

«Ciao, Sylvia! Come va oggi?»

«Sto bene… E tu?»

«Bene, grazie… Ti richiamo in pausa pranzo! Scappo al lavoro.»

«Vado a lavorare anch’io, adesso!»

Però più tardi, quel giorno, John non chiamò Sylvia. Nonostante lei fosse occupata provò a contattarlo diverse volte ma senza successo. Trascorse un intero fine settimana senza contatti. E dopo, il loro rapporto non fu più come prima. Brevi smozzicate parole al telefono e niente di più. Sylvia si sentiva sola e inquieta. Così, un giorno, decise di andare a cercare John dopo il lavoro. Osservandolo con attenzione notò che lui era cambiato ma decise di non dire nulla. Per tutto il tempo dell’incontro lui rimase con lo sguardo fisso sul telefono finché lei gli chiese: «Sei sicuro che vada tutto bene?». Lui rispose «Sì». Iniziarono a parlare, ma il discorso fu continuamente distratto dagli squilli del telefono di John. Sylvia si infuriò, infine, e gli chiese: «Stai vedendo un’altra? Perché sembra proprio che tu non abbia più tempo per me!». John continuò a ignorarla e a telefonare. Amareggiata e triste, lei se ne andò e John nemmeno provò a trattenerla.

Le giornate successive di Sylvia trascorsero nella più nera solitudine. Non mangiò e non bevve nulla per una settimana. Si ammalò e venne ricoverata in ospedale: malata e… incinta. Provò a chiamare John ma lui non rispose. Alcuni giorni dopo venne dimessa e tornò a casa dove trovò suo padre infuriato con lei perché era incinta e non sposata. Che fare? Sylvia decise di scappare di casa, dalla “casa delle urla”, per andare in un posto lontano coi pochi soldi che aveva con sé. Iniziò una nuova vita e fece presto amicizia con persone nuove che l’aiutarono come potevano. In seguito diede alla luce una bambina che chiamò Sarah.

Poi, dopo un anno, la madre di Sylvia iniziò a sentire prepotente la mancanza della figlia e andò a cercarla. La trovò e la vide felice ma non del tutto appagata perché, con la piccola, non riusciva a lavorare come avrebbe voluto e a guadagnare meglio per sé e Sarah.

E fu allora che la madre di Sylvia, coccolando Sarah tra le braccia, chiese il permesso alla figlia di portare la piccola a stare con lei. Al padre/nonno avrebbe pensato lei. Che tornasse a prenderla quando si fosse sistemata, le disse ancora.

Sylvia esitò qualche minuto. Vide il “doppio” amore negli occhi di sua madre e acconsentì alla separazione momentanea.

Sylvia tornò a lavorare a pieno ritmo, programmò il suo ritorno da Sarah e non sentì mai più John.

 

Il racconto Amore di madre di Glory Christopher è pubblicato in Lingua Madre Duemilaventi– Racconti di donne straniere in Italia (Edizioni SEB27)

Illustrazione tratta dalla fotografia “Una scelta” di Dede Varetto, selezionata per il Premio Speciale Fondazione Sandretto Re Rebaudengo alla XIV Edizione del Concorso Lingua Madre.