Appuntamenti

"L'integrazione non piove dal cielo" Workshop CLM

Scritto da Segreteria il 03 Maggio 2010

Si è appena conclusa la manifestazione “L’integrazione non piove dal cielo”, organizzata dal Goethe Institut di Torino in collaborazione con le Biblioteche Civiche Torinesi e che ha visto coinvolto il Concorso Lingua Madre con il workshop Tra identità e integrazione: straniere e italiane a confronto nell’esperienza dei laboratori, che si è svolto venerdì 30 aprile alle ore 9,00 alla Biblioteca Civica Italo Calvino (Lungo Dora Agrigento 94).
Mercoledì 28 aprile al Circolo dei Lettori si sono tenuti il workshop e la tavola rotonda d’inaugurazione.

«Il laboratorio è stato interessante. Nella mattinata sono uscite fuori parole che ho poi ritrovato nel racconto a me assegnato.
Parole – ricostruzione – ripensarsi – memoria.
Attraverso l’esperienza degli altri, metto insieme dei tasselli di me».

«Ogni uomo o donna ha il desiderio di un mondo migliore e a volte ci si affida al tempo. I racconti ci mostrano un mondo di donne che poi non è così diverso dal nostro, i pensieri e le paure delle donne sono comuni. Non fermarsi alle apparenze, vivere il confronto è vincere le differenze, è capire se stessi e gli altri».

«Il laboratorio ha provocato in me due situazioni forti:
1) Trovarmi in un gruppo tutto femminile ha provocato in me all’inizio una specie di blocco che non so spiegare, poi, in seguito, uno scioglimento totale; ma ha rafforzato in me il pensiero che il mondo ha bisogno di donne al centro del potere;
2) La seconda parte del laboratorio è stata per me la prima esperienza del genere e che, dal primo sbandamento iniziale, è stata un’esperienza che a dire positiva è poco. Complimenti».

«Il brano che mi è capitato mi ha fatto venire un nodo in gola, perché non ho “letto” il racconto per sentire una storia, ma i miei occhi hanno scelto tre frasi: Allora ho deciso di partire, ma mi faceva venire nostalgia e malinconia e infine ho visto la neve: bella, bellissima.
Ho pensato a quante volte sono “partita” nella vita (ho vissuto un distacco, un lutto, una perdita…) ed ho provato nostalgia/malinconia/fatica/sofferenza ma, accettata questa fase, ho scoperto una cosa bella, bellissima, nuova.
Sara mi ha aggiunto un punto di vista: la neve copre apparentemente, ma in realtà copre, conserva e fa germogliare. Quindi le cose che credo di aver lasciato sono “sotto” e alimentano la bellezza di ciò che scopro».

«Quelli che partono. Ripensandoci, le partenze non sono solo quelle, le più dure, di chi impacchetta la propria vita e va a trapiantarla da un’altra parte: la necessità di ricominciare, di raccontarsi la propria storia, dandole un senso e possibilmente uno scopo, è di tutti noi. Tutti facciamo i migranti, prima o poi, se non tra i luoghi, vaghiamo tra le età, tra le persone o tra gli ambienti della nostra vita, in una successione di addii e di nuovi radicamenti. Allora, forse, vale la pena di imparare da chi è venuto da più lontano».

«Spazi di parole e di ascolto, questo è un libro anche. È anche “scrittura”.
La scrittura è dare senso al vissuto su una pagina bianca e, dopo quella pagina scritta, c’è un’altra pagina bianca che segue.
La pagina scritta e quella da scrivere sono come la neve: mantiene i semi in vita».