Le autrici di Lingua Madre

Gli incipit dei racconti vincitori VI Edizione del Concorso Lingua Madre

Scritto da Segreteria il 04 Aprile 2011

Ti lasci trascinare dalla folla in movimento, ami tuffarti nei suoi colori e odori che scompigliano l’artificiosa perfezione del terminal inondato di luce algida, ma sopratutto ami bagnarti nei suoni d’ogni dove. Attraverso il linguaggio, l’uomo prende coscienza di sé, l’ego nasce per contrasto e vive per confronto, e smarrirsi nel brusio multilingue della folla è come smettere momentaneamente di essere ciottolo liscio e anonimo rivoltato dalle correnti sonore. Poi, al punto di controllo, il fiume umano si placa, catturato e incanalato. Cittadini UE a destra. Cittadini non UE a sinistra.
Il rivolo davanti a te corre svelto e senza ostacoli, dovresti esserne lieta e invece sbirci la fila parallela con aria vagamente colpevole e una disagevole impressione di trovarti fuori posto, quell’assurda sensazione di non conformità che ti assale ogni volta che stai per attraversare una frontiera.
GUERGANA RADEVA – BULGARIA
SCONFINI
I PREMIO VI EDIZIONE CONCORSO LINGUA MADRE


Non scrivo nella mia lingua madre. Tuttavia scrivo nella mia lingua, giacché ogni cosa e ogni pensiero, ogni sogno e ogni numero si affacciano alla mia mente così. Anche il groviglio indistinto del lamento, anche la risata. È una lunga storia, è la risposta alla domanda che s’insinua, come una piccola trappola, in ogni nuovo incontro e ne spegne la magia: «Lei, di dov’è?».
Ecco la scatola buia, confezionata con cura, o improvvisata con due cartoni di preconcetti da ricupero, ma sempre dotata di un solido coperchio e sopra il coperchio un’etichetta! Tu vedi il coperchio chiudersi sopra la tua testa, e lì rimani. E ogni tentativo di fuga ti porta a un nuovo fallimento. E tu resti entro quelle sei pareti come dentro a un mondo che per te si è fatto angusto.
IRENE BARBERO BEERWALD – GERMANIA
STRANO, ESTRANEO, STRANIERO
II PREMIO VI EDIZIONE CONCORSO LINGUA MADRE

Sono stata da Laura oggi, abbiamo fatto i compiti insieme. Ha una bella casa Laura. Sua mamma fa l’insegnante. Alle cinque del pomeriggio è entrata in camera e ha detto: «Laura, hai offerto qualcosa alla tua amica?». Noi eravamo così impegnate a ridacchiare e a parlare delle nostre cose che alla merenda non ci pensavamo proprio. Sua madre ha fatto un gesto di rassegnazione e ci ha detto di andare in cucina. Stava correggendo i compiti dei suoi allievi. Ha liberato il tavolo, ha messo a scaldare il latte e ci ha servito una cioccolata calda, fumante. Buonissima. Anche una fetta di crostata. Wow! Doppio wow!
La mamma di Laura è una bella donna, sicura, elegante. Poi è squillato il telefono: era una sua amica. «Esco. Faccio un po’ di spesa e torno», ha detto a Laura. Poi si è rivolta a me «Se vuoi, quando torno, ti porto io a casa». L’ho ringraziata, ma sarebbe passata a prendermi mia madre.
GENERDA BRACE – ALBANIA
MAMME
III PREMIO VI EDIZIONE CONCORSO LINGUA MADRE

Alle donne migranti,
che migrando si perdono, che cantando tornano,
e che tornando amano.
A ogni donna destinata a migrare
per lasciare dietro di sé tracce di
Terra

LYDIA.
Lydia in casa dice di avere una foresta.
La straordinarietà di Lydia è proprio questa: se lei non riesce ad attraversare il mondo, fa che sia il mondo ad attraversare lei. E quindi il parco di Modena, dove porta a passeggiare l’anziano che accudisce, diventa natura in festa, cui devotamente chiede rami, foglie, arbusti, che in casa sua diventano foresta. Ha più di sessant’anni, ma è di quelle creature femminili che sanno indossare l’età che vogliono avere.
CAMILLA URSO
CANZONI DI ANIMA
PREMIO SPECIALE SEZIONE DONNE ITALIANE
VI EDIZIONE CONCORSO LINGUA MADRE

“Vsjò o kòfe. Tutto sul caffè”.
Così si legge sulla copertina di un libercolo un po’ malandato: si vede che era stato consultato spesso. Ci sono altri due libri pertinenti la cucina che i miei genitori mi avevano caricato nella valigia quando sono partita per l’Italia: Mille ricette con il pesce di mare e I piatti con il pollo. Il pesce di mare nell’Italia circondata dai mari si compra a peso d’oro. I polli ruspanti non si trovano e quelli non ruspanti rendono meglio come polli arrosto.
Sui polli arrosto si specializza la rosticceria all’angolo e non intendo farle concorrenza. Perciò, i preziosi volumetti sugli ittiopsidi e sui Gallus gallus, riposano in pace sulla mensolina dedicata ai libri di cucina. Ma la brossura sul caffè viene tirata fuori ogni tanto, e quando si trova nelle mie mani, vuol dire che l’occasione è speciale.
TETYANA GORDIYENKO – UCRAINA
TUTTO SUL CAFFè
PREMIO SPECIALE SLOW FOOD TERRA MADRE
VI EDIZIONE CONCORSO LINGUA MADRE

A Navo e a Fiorella

Sono nata in Madagascar trentacinque anni fa, sono “rinata” d’incanto a Torino ventitré anni fa.
Ho avuto un destino singolare. Ho vissuto due infanzie diverse e distinte, in due terre lontane tra loro, con due famiglie, due mamme, due nomi: Jacqueline, il nome anagrafico, Nambena, il nome malgascio.
Anche quest’anno sono tornata a Shakalama, il mio villaggio d’origine nel sud dell’isola, dove vive Navo, la mia mamma, una donna alta, bella, con due grandi occhi splendenti. Mio padre invece era piccolo di statura, ma un grande uomo, dalla comunità considerato il più saggio. Se pur combinato dai genitori, il loro è stato un matrimonio d’amore: mamma aveva dodici anni, papà venti.
Dopo tre maschi, sono stata la prima bambina, desiderata per quasi vent’anni.
Quando sono nata mi hanno dato un nome dolcissimo, a ricordo della loro attesa: Nambena, in malgascio la “Ben Arrivata”.
JACQUELINE TEMA – MADAGASCAR
DUE INFANZIE PER NAMBENA
PREMIO SPECIALE ROTARY CLUB TORINO MOLE ANTONELLIANA
VI EDIZIONE CONCORSO LINGUA MADRE

Pensavo che Bobby fosse nascosto dentro l’armadio, certo, non è un gatto, ma comunque è piccolo e, da come me lo immagino, birichino. Sono entrata nella stanza da letto e ho aperto questa specie di mobile che di “mobile” non ha nulla. Sembra una cosa che esiste da sempre, immobile, in questa brutta palazzina di periferia degli anni cinquanta, in una stanza da letto dove, stranamente, non c’è un letto ma una brandina, con un copriletto assai elegante, con una piega a metà. Pensavo a quanto tempo ci volesse per fare una piega del genere e che io non sarei mai riuscita a farla. Non ho pazienza per le cose inutili. Ormai non stiro neanche. Prima lo facevo. Lavavo anche a mano e le lenzuola le portavo in lavanderia mettendo prima un numero che scrivevamo, io o mia madre, con penna e calamaio su un pezzo di stoffa, per poi cucirlo sull’angolo di ogni singolo panno. Però ho la strana sensazione che prima, di tempo, ne avevamo di più.
ALEXANDRA PETROVA – RUSSIA
UN GIORNO DA CANI
PREMIO SPECIALE TORINO FILM FESTIVAL
VI EDIZIONE CONCORSO LINGUA MADRE

Saigon, 18 agosto 2002

Carissima mamma,

Oggi le grigie nuvole non hanno abbandonato neanche per un istante il cielo e dato che non ha fatto che piovere, non sono andata da nessuna parte e sono rimasta a casa, quindi non ho niente da raccontarti a fine giornata come di solito. In cambio ti scrivo cosa ho pensato dopo due settimane qui nel tuo Vietnam. Due settimane non sono molte per farmi conoscere bene il tuo paese, ma sono sufficienti per farmi comprendere la tua nostalgia per un luogo che chiami terra materna.

Ti ricordi nell’estate 1995, la prima volta che hai portato qui me e mio fratello Pino? Allora avevo solo 9 anni, non ero in grado di poter capire perché i tuoi occhi erano così lucidi, che solo per poco tempo avrebbero potuto trattenere le lacrime al momento che hai messo i piedi all’aeroporto Tan son Nhat;  tu, sorridente all’accoglienza dei parenti eri emozionata e abbracciandomi mi sussurrasti all’orecchio qualcosa, qualcosa che non aveva bisogno di essere specificata per farmi capire:«Dodici anni… Dodici anni sono già passati…».
ELISA MUSCARELLO – VIETNAM
LA TERRA MATERNA
PREMIO SPECIALE GIURIA POPOLARE
VI EDIZIONE CONCORSO LINGUA MADRE