Le vincitrici della I edizione del Concorso
Scritto da Segreteria il 30 Gennaio 2009
Ubah A. Ali Farah – Prima Classificata
E’ nata a Verona il 29 maggio 1973 da padre somalo e da madre italiana. È vissuta a Mogadiscio (Somalia) dal 1976 al 1991, quando è stata costretta a fuggire, a causa della guerra civile scoppiata nel paese. Si è trasferita per alcuni anni a Pécs, in Ungheria e, in seguito, a Verona.
Huy`Nh Ngo.C Nga e Sandra Scagliotti – Seconde classificate
Oltre a condividere una lunga amicizia, collaborano sin dai primi anni Novanta in attività pubblicistiche; si cimentano per la prima volta insieme nella narrativa con il racconto “Nel regno della dea sfortunata”, presentato con il doppio pseudonimo di Hoai Huong ed Emma Rondeau.
Laila Waida – Terza Classificata
E’ nata a Bombay (India) nel 1966, è una traduttrice-interprete e vive a Trieste dal 1986, dov’è Collaboratore Esperto Linguistico di lingua Inglese presso l’Università di Trieste (Scuola per Interpreti e Traduttori e Facoltà di Scienze).
Michela Mannoni – Premio Speciale Sezione Donne Italiane
E’ nata a Massa nel 1977. Dopo il Liceo scientifico, si è laureata all’Università di Pisa in Scienze dei Beni Culturali e nel luglio 2005 ha presentato lo studio Kunsthaus di Graz. Progetto e Multimedialità all’Università di Tor Vergata (Roma), presso la Facoltà di Ingegneria Civile al Seminario Non solo Graz. Attualmente collabora, come guida, con il Museo Diocesano di Massa.
Schede personali
Ubah A. Ali Farah – Prima Classificata

Il suo racconto Madre piccola ha vinto il Primo premio nel Concorso letterario nazionale “Lingua Madre” 2006, con la seguente motivazione: «Una lettera scritta a una nipote in cui, con pudore, quasi, viene testimoniato il sentimento d’amore, d’affetto, di solidarietà tra i membri di una famiglia. Uno spaccato di vita che evidenzia differenza di cultura e di generazioni; un tentativo di spiegare i diversi modi di esprimere i propri sentimenti e di difendere i propri legami. Una osservazione quasi filosofica di una vita non sempre facile; una mescolanza di termini e linguaggi per evidenziare che priorità e valori non sono uguali, uguali, invece, sofferenza, dolore, disagio, capacità di essere solidali e di amare».
Huy`Nh Ngo.C Nga e Sandra Scagliotti – Seconde classificate

Il loro racconto Nel regno della dea sfortunata ha vinto il Secondo premio nel Concorso letterario nazionale “Lingua Madre” 2006, con la seguente motivazione: «Un racconto che narra con delicatezza la nostalgia, tratteggia un discorso sul “ruolo” femminile tra religioni e mitologie orientali e la realtà occidentale di oggi. Una storia capace di trasmettere i colori, i suoni, gli odori e le immagini grazie a un immutato sentimento verso la propria storia. Uno squarcio quotidiano di donne che si confrontano, tra culture e tradizioni che si mescolano e, insieme, convivono».
Laila Waida – Terza Classificata

Il suo racconto Il morbo ha vinto il Terzo premio nel Concorso letterario nazionale “Lingua Madre” 2006, con la seguente motivazione: «Una storia ironica, che evidenzia quanto la lingua possa essere strumento di incomunicabilità e non solo tra persone di cultura diversa: il lessico specialistico usato come barriera. Un sottile intreccio tra desiderio di integrazione e attaccamento alle proprie tradizioni, un garbato modo per segnalare l’incapacità della nostra civiltà a fermarsi per ascoltare, a chiedere per capire. Una buona proprietà linguistica, un dialogo vivace a volte un po’ surreale».
Michela Mannoni – Premio Speciale Sezione Donne Italiane
E’ nata a Massa nel 1977. Dopo il Liceo scientifico, si è laureata all’Università di Pisa in Scienze dei Beni Culturali e nel luglio 2005 ha presentato lo studio Kunsthaus di Graz. Progetto e Multimedialità all’Università di Tor Vergata (Roma), presso la Facoltà di Ingegneria Civile al Seminario Non solo Graz. Attualmente collabora, come guida, con il Museo Diocesano di Massa.
Il suo racconto Quella città ha vinto il Premio speciale Sezione donne italiane nel Concorso letterario nazionale “Lingua Madre” 2006, con la seguente motivazione: «Il racconto piano di una quotidianità che affratella intorno alle difficoltà. Il racconto di un reciproco arricchimento che deriva dallo scambio di realtà e culture diverse che si confrontano senza barriere. Nel parlare lingue diverse, la volontà di comunicare fa sì che le parole si carichino di significati e diventino quasi oggetto di scambio e di affetto. La semplicità nel riscoprire la gioia di donare, la condivisione di un ritorno reale o desiderato. Un linguaggio semplice, uno stile asciutto».