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The right to be (seen) Nadia Kibout ospite al festival di Lewisburg

Scritto da Segreteria il 25 Ottobre 2024

Nadia Kibout è tra le protagoniste di The right to be (seen). Afrodescendant women artists in Italy and beyond national borders, incentrato sulle artiste afrodiscendenti, che si svolge alla Bucknell University, Lewisburg, Pennsylvania (24-26 ottobre 2024) ed è organizzato dalla docente Anna Paparcone, titolare della cattedra di Scienze umanistiche e Professoressa Associata di Italian Studies.

Tre giorni che prevedono la partecipazione di registe e attrici afrodiscendenti, ma anche scrittrici, fotografe, giornaliste per approfondire il tema della “visibilità” delle donne con origini “altre” in campo artistico, al di là degli stereotipi. Studenti e studiosi di Bucknell e di altre università saranno attivamente impegnati/e di persona e online, in questa ricerca cui sono state destinate anche numerose borse di studio. Saranno incoraggiati/e ad esaminare i temi dell’identità multietnica e del genere nel cinema e nella televisione italiana e transnazionale, dell’immigrazione e del concetto di cittadinanza «attraverso una lente postcoloniale, decoloniale, transnazionale e intersezionale, in relazione alle proprie società e culture», come sottolinea l’organizzatrice.

«L’obiettivo generale di questi sforzi è quello di promuovere il pensiero critico, incoraggiare la pratica dell’umiltà e dell’inclusione culturale e trasformare gli studenti in cittadini globali capaci di realizzare cambiamenti positivi. Approfondiranno esempi di attivismo e resistenza da parte delle donne afrodiscendenti in una comunità emarginata da una storia coloniale soppressa e dall’influenza duratura di un sistema patriarcale, capitalista e razzista. Nell’ambito di una collaborazione con la Lewisburg Community Zone, i partecipanti si impegneranno attivamente anche con la comunità locale. In particolare, le proiezioni di film, gli spettacoli teatrali e i concerti jazz/blues saranno ospitati presso il Campus Theatre, nel cuore del centro di Lewisburg, estendendo un invito aperto ai residenti della città e delle aree limitrofe».

Kibout, attrice, autrice e regista, vincitrice della sezione fotografica del XV CLM e scrittrice di diversi racconti pubblicati nelle antologie Lingua Madre, è nata in Francia da genitori algerini. Parla correntemente cinque lingue. Ha iniziato la sua carriera in teatro, esibendosi nel monologo Lampedusa Beach di Lina Prosa, messo in scena per la prima volta con Daniele Onorati nel 2016. Il testo è stato recentemente riproposto al teatro San Raffaele di Roma ed è un potente viaggio che accompagna il pubblico negli ultimi giorni della giovane Shauba, partita per inseguire il miraggio dell’Europa, con la complicità della zia Mahama. Arricchito da incursioni nell’arabo parlato, aggiunte da Kibout, «non risparmia nulla né regala consolatorie catarsi – si legge nella presentazione – ma l’energia vibrante dell’attrice, che domina lo spazio col suo corpo fragile nervoso danzante e una parola caleidoscopica – dolente, musicale, brillante – e le atmosfere eteree prodotte da Onorati trasformano lo spettacolo, che suona ancora drammaticamente attuale nei giorni della prima deportazione di stato in Albania, in un’esperienza scenica intensa e difficile da dimenticare».

Altra produzione teatrale che l’ha vista protagonista è Il Dubbio (2012) di J.P. Shanley, regia di Sergio Castellito, cui si aggiungono esperienze in televisione e nel cinema. Il suo debutto alla regia è avvenuto con il cortometraggio Le ali verlate (2016), che ha ricevuto ben 35 premi e riconoscimenti, grazie al supporto della Cineteca di Bologna. Ha partecipato a numerose serie televisive, quali Nero a metà (2018) diretto da Marco Pontecorvo, Vita da Carlo (2021) diretto da Carlo Verdone e Monterossi (2022) per Amazon. Recentemente ha recitato nel film L’afide e la formica (2021) di Mario Vitale, nel lungometraggio Profeti (2023) diretto da Alessio Cremonini, ed è protagonista di due film di prossima uscita: Il mare nascosto (2023) di Luca Calvetta, girato in Calabria, e Sulla terra leggeri (2024) di Sara Fgaier.

Nadia Kibout sta attualmente lavorando al nuovo cortometraggio Bucce, in cui ricoprirà il ruolo di regista e attrice, nonché al film documentario autobiografico Radici, esplorando le sue origini tra Italia e Algeria attraverso gli occhi di suo figlio.