Archivio video e foto

La consapevolezza di essere donna Cerimonia per la via dedicata ad Aida Ribero

Scritto da Segreteria il 30 Giugno 2023

di Elena Pineschi

Con la lucidità e la modernità del suo pensiero, Aida Ribero identificava discrasie, poneva questioni, apriva spazi di rivalutazione, soprattutto per giovani donne.
Credeva infatti che non si potesse prescindere dalla coscienza dei propri diritti, ma anche dalla consapevolezza del proprio sapere e delle proprie capacità, e soprattutto della propria identità. Già prima degli anni Duemila, con lungimiranza, aveva identificato così un problema tuttora presente per le ragazze: Con il femminismo degli anni Settanta noi abbiamo avuto la prima grande coscienza di essere un “continente sommerso” per cui sapevamo molto poco di noi stesse. A loro, invece, dobbiamo dare gli strumenti, gli spazi, la forza, la credibilità e le risorse economiche e culturali perché possano continuare a fare ricerca al di fuori dei perimetri obbligati.

Ecco che l’intitolazione di una via a suo nome diventa memento per le nuove generazioni dell’impegno e degli insegnamenti di Aida Ribero che rimangono pulsanti e condivisibili.
A dimostrarlo la grande partecipazione alla cerimonia ufficiale di venerdì 30 giugno, in presenza delle rappresentanze istituzionali della Città di Torino, del figlio Andrea Chiodi e delle tante amiche, raccolte ancora nella gratitudine.

La Presidente della Circoscrizione 3 Francesca Troise ha sottolineato fin dall’apertura dell’evento che «Aida Ribero amava promuovere le donne e condividere i saperi. Come scriveva: La relazione e l’affidamento sono dati costitutivi del modo di procedere nel mondo delle donne».

Oltre alla via a lei dedicata nel Programma Integrato Pronda-Marche, anche quelle di Teresa Mattei, Lidia Menapace ed Ernestina Prola per cui Francesca Troise ha confermato: «Dobbiamo molto a queste quattro donne, i cui nomi ci sproneranno per continuare a lavorare, per favorire le pari opportunità e per lottare contro le disuguaglianze e le discriminazioni. Ci ricorderanno che si può fare la differenza anche solo vivendo con la coscienza di essere tutte legate le une alle altre».

Ed è frutto di una collaborazione femminile anche la mozione approvata all’unanimità dalla Commissione Toponomastica del Comune di Torino a luglio 2021.
Nello specifico il percorso per Aida Ribero è stato avviato nel 2017 dal Concorso Lingua Madre, impegno cui aderirono in seguito anche la Società Italiana delle Letterate – grazie alla fattiva collaborazione di Luisa RicaldoneGiULiA Giornaliste e Toponomastica Femminile offrendo il loro sostegno.
Elisabetta Malagoli, già coordinatrice all’urbanistica della circoscrizione 3, prese poi in carico e presentò la mozione.

La scelta di queste quattro vie è stata voluta anche dalla Presidente del Consiglio Comunale Maria Grazia Grippo e dalla maggior parte dei consiglieri, a dimostrazione della volontà della Città di Torino di restituire visibilità alle donne, anche rispetto ai nomi degli spazi pubblici.
Per questo Pierino Crema, in rappresentanza del Consiglio Comunale, ha riportato: «Nella nostra città le intitolazioni di strade e piazze a donne sono solo 65 su 2.235, eppure non mancano le donne che le meritano, essendo rilevanti in qualsiasi campo, politico, sociale, culturale e istituzionale».
Queste, quindi, solo quattro testimonianze del potenziale femminile.

Nino Boeti, Presidente ANPI Provinciale di Torino, ha presentato le biografie e i valori di giustizia sociale, antifascismo e pace di Teresa Mattei e Lidia Menapace. Anna Joannas, Consigliera del Comune di Exilles, ha invece esposto l’esempio di emancipazione di Ernestina Prola.

La parola infine a Daniela Finocchi, non solo in qualità di ideatrice e responsabile del Concorso, ma anche su preciso volere e incarico delle famiglie Ribero e Chiodi: «Aida aveva una qualità unica: promuoveva le donne. Aveva un fiuto speciale per trovare il talento di ciascuna e creare contesti in cui quel talento potesse scaturire dall’opacità dell’inconsapevolezza o dal buio del silenzio».

Tra la proficua eredità di Aida Ribero, in definitiva, una condivisione di saperi in un affidamento tipicamente femminile, soprattutto alle giovani donne a cui si è spesse volte rivolta. A questo proposito Aida Ribero scrisse: Voglio che le mie figlie e le loro amiche sappiano perché e per chi sono così diverse dalle loro madri.
La targa in suo nome è il coronamento di un percorso, ma allo stesso tempo un’apertura al futuro.

 

Spiace solamente che il nuovo regolamento comunale preveda nelle targhe il nome puntato, cosa che rende impossibile capire che si tratta di una donna, soprattutto se – come del caso di Aida Ribero – le qualifiche descrittive “giornalista e saggista” valgono per entrambi i sessi. È stata immediatamente rilevata la criticità della scelta alle autorità competenti che hanno assicurato di riconsiderare e modificare il regolamento e, di conseguenza, le targhe.