Pizzicotti Intervista a Leyla Khalil
Scritto da Segreteria il 05 Dicembre 2022
La scrittrice e autrice CLM Leyla Khalil racconta in questa interista il suo nuovo romanzo Pizzicotti, pubblicato con MdS Editore. Una storia ingenua e crudele. “Raccontarla non è stato semplice – spiega l’autrice – ma sicuramente è stato un percorso costruttivo”.
Come si legge nella quarta di copertina, il pizzicotto è, con i morsi, una delle prime forme del litigio: modalità infantile per tastare la presenza di chi si ha vicino ma anche per annullarla. Pizzicotti è la storia di Clessidra, del suo crescere in un corpo in cui sofferenze e malesseri coesistono senza definirsi apertamente, del rapporto viscerale con la sorella Cassandra Rosa Canina, di stanze misteriose in cui è proibito entrare e di amori fuori dalla norma. Scaramucce, capricci e marachelle non del tutto innocue scandiscono le vicende di una genealogia al femminile, alla ricerca della risposta a una domanda essenziale: perché la mamma di Clessidra ha deciso di darle questo nome?
Come nasce la trama di questo romanzo e qual è il tema conduttore?
Pizzicotti nasce come spazio di libertà narrativa. Il personaggio di Clessidra è l’emblema di un’infanzia che si dirige inconsapevole verso l’adolescenza. Avrei voluto proteggerla, ma ho dovuto farle affrontare una serie di piccoli drammi per accompagnarla dove doveva andare. D’altronde, in un romanzo è vero tutto e non è vero niente. Se non è libertà questa!
Più che di tema conduttore parlerei di temi, al plurale: c’è, appunto, l’infanzia, ma ci sono anche il corpo che cresce, l’essere donna, le vulnerabilità, i legami viscerali, la crudeltà infantile.
Questa storia si sviluppa a partire da una genealogia femminile, quali sono i rapporti fra donne che ha voluto mettere in risalto?
È stata la mia editor a farmi notare la genealogia al femminile che coinvolge le mie “personagge”. Fra le righe emerge il rapporto madre-figlia, ma in effetti è molto rilevante anche la relazione con la nonna di Clessidra, così come quella con la sorella. Gli uomini non sono degni di nota, in Pizzicotti. Non hanno caratteri forti, non spiccano mai. D’altronde tratto temi universali ma legati alla sfera del femminile, cercando di renderli accessibili anche a lettrici e lettori più giovani. Non è quindi un caso, credo, che il libro inizi con le parole “mia madre” e si concluda con “tua figlia”. Me ne sono accorta solo in fase di editing, ma questo la dice lunga!
Cosa rappresenta per lei la scrittura?
Credo nel potere catartico della parola scritta e l’obiettivo, quando scrivo, è che la lettrice/il lettore possa immedesimarsi e riconoscersi, almeno a tratti, in quanto narrato. Ci sono temi di cui è importante parlare. Avrei potuto farlo in tanti modi, ma specialmente con questo nuovo romanzo ho deciso di esprimere i temi a me cari attraverso una storia dolceamara.
Leyla Khalil sarà presente a Più Libri Più Liberi: incontrerà lettrici e lettori e firmerà le copie del suo libro giovedì 8 dicembre a partire dalle 18.00 presso lo Stand F45 di MdS Editore.