Appuntamenti

Unione di mondi tra cibo, letteratura e arte Il CLM a Terra Madre - Salone del Gusto 2022

Scritto da Segreteria il 23 Settembre 2022

Giovedì 22 settembre 2022 il Concorso Lingua Madre ha presto parte alla XIV edizione di Terra Madre – Salone del Gusto con l’incontro Lingua Madre. Unione di mondi tra cibo, letteratura e arte. Nel corso dell’evento è stata presentata Mahnaz Hassanlou, vincitrice con il racconto Alìghiero del Premio Speciale Slow Food Terra Madre alla XVII edizione del Concorso Lingua Madre, assegnato ogni anno all’autrice straniera del testo maggiormente ispirato ai temi legati al cibo e alla sua produzione, tra quelli selezionati dalla giuria del Concorso.

Animato dalle letture tratte dal racconto, al dialogo con l’autrice hanno partecipato: Antonella Casassa, docente; Daniela Finocchi, ideatrice CLM; Paola Nervi, impresa sociale il Gusto del Mondo; Vesna Scepanovic, giornalista e attivista culturale indipendente. A condurre l’incontro Michela Marocco, Concorso Lingua Madre.

È inoltre intervenuto all’inizio dell’incontro Abderrahmane Amajou, coordinatore tema migranti Slow Food Internazionale, ricordando la collaborazione di lunga data che intercorre fra il Concorso e Slow Food, una collaborazione iniziata nel 2009 e che da anni da vita a tante nuove occasioni di incontro sui temi del cibo e della sua preparazione, attraverso le voci e lo sguardo unico delle donne migranti.

Un concetto ripreso dalla stessa Daniela Finocchi che ha presentato il Concorso Lingua Madre e i suoi diciassette anni di attività con la letteratura delle donne migranti in Italia. «Quando si tratta di soggettività femminile il confine tra umano e animale, tra razionale e naturale, tra corpo e spirito, è assai labile – ha spiegato Daniela Finocchi – la dominazione della donna e della natura è collegata in molti sensi, storicamente, materialmente, culturalmente, e nella scrittura emergono modalità alternative che le donne adottano per vivere il e nel mondo. La conoscenza della natura, delle pratiche di cura e nutrimento, appartiene alle donne e ha aiutato il genere umano a sostenersi. Attraverso il cibo passano non solo gli elementi nutritivi necessari alla sopravvivenza ma anche ricordi, dissidi, emozioni. Il cibo è un linguaggio e può essere più potente di ogni parola mai proferita».

La parola è quindi passata a Mahnaz Hassanlou che ha approfondito i temi da lei trattati nel racconto Alìghiero. «Voglio iniziare ringraziano Slow Food per questo premio e il Concorso Lingua Madre per avermi dato la possibilità di raccontare la mia storia» ha esordito l’autrice. «In Alìghiero infatti ho proprio voluto raccontare quella che è stata la mia esperienza in Italia, un’esperienza che ho vissuto principalmente tramite il cibo. È stato attraverso al cibo che mi sono sentita a casa in questo nuovo Paese e sempre il cibo continua ad essere il mio principale punto di riferimento, grazie alle esperienze lavorative e personali che vivo tutt’ora nel laboratorio di pasticceria gestito dalla famiglia del mio compagno. Con Ernesto, il pasticcere che per primo mi ha avvicinato a questo mondo, ho potuto condividere gusti, profumi, ingredienti: dal suo Pan di spagna e dalle marmellate allo zenzero di mia madre è nato il dolce che dà il titolo al racconto, una commistione di mondi dedicata proprio alla città di Torino».

L’intervento di Mahnaz Hassanlou è stato accompagnato dalle letture tratte dal racconto a cura di Vesna Scepanovic, attrice e parte dell’Associazione Alma Teatro, giornalista, attivista culturale, traduttrice. «Questo racconto mi ha dato la possibilità di riflettere sui sapori e sulla memoria che questi possono portare con se» è intervenuta Vesna Scepanovic. «Io stessa ho vissuto l’esperienza di un Paese d’origine in conflitto, l’Ex-Jugoslavia, e a partire dalle parole di Mahnaz ho avuto modo di ragionare anche sul ruolo delle donne in questi conflitti, sulle quali ricade spesso la responsabilità di ricercare la “casa” altrove, e lo fanno proprio attraverso il cibo. Un aspetto questo che ho potuto osservare sia nella letteratura internazionale delle donne, sulla quale curo da diversi anni gruppi di lettura al Circolo dei lettori di Torino, sia in un progetto internazionale sulla memoria e sui conflitti, organizzato con Alma Teatro, nel corso del quale tante donne di origine diversa si sono raccontate, anche e soprattutto attraverso il cibo».

«Le cucine sono luoghi dove succede di tutto. Recentemente abbiamo creato, insieme ad una delle donne straniere che partecipano al progetto, un timballo dai sapori nigeriani» ha spiegato Paola Nervi, aggiungendo: «quando si tratta di luoghi professionali è come se, nell’immaginario comune, i ruoli si invertissero: in casa sono le donne a trattare il cibo, ma sono gli chef a guidare le cucine. Ecco, all’Impresa sociale il Gusto del Mondo abbiamo cambiato questa prospettiva, con ben dodici donne occupate a fronte di soli tre uomini. Crediamo che sia possibile creare, rimanendo integri e coerenti a se stessi, cibo buono, sano e giusto, un’ideale che cerchiamo di diffondere anche attraverso numerosi eventi culturali, organizzati anche in collaborazione con Vesna».

La parola è quindi passata a Antonella Casassa: «Tantissimi dei laboratori che ho curato con i bambini e le bambine delle mie classi e le loro madri, hanno preso l’avvio dal cibo. Ricordo ancora quando nel 2017 ho lavorato con il racconto I canti dei galli di Lisa Iliana Ariemma, pubblicato in Lingua Madre Duemiladodici. Racconti di donne straniere in Italia (Edizioni SEB27), e dagli animali da cortile si è passato in modo naturale e genuino a parlare di cibo. Un aspetto che si è ripresentato con un’altro racconto CLM, Il mondo di Sonia e Zahra di Alia Aghil Sharif, pubblicato in Lingua Madre Duemiladieci, da cui sono nati tanti confronti, riflessioni espressi in altrettanti progetti e cartelloni. Una cosa mi ha sempre colpita di queste esperienze vissute in classe: quando i bambini e le bambine parlano e raccontano di cibo, in qualche modo si finisce sempre per parlare di pace».

L’incontro è quindi stato concluso dagli interventi di Denise Caterinacci, docente di Lingua Moderne alla Case Western Reserve University di Cleveland, e Cheryl Tomen, docente di Francese e capo del Dipartimento di Lingue Moderne e Classiche alla University of Alabama, che hanno illustrato il progetto da loro seguito, basato su come il movimento Slow Food e le storie di migrazione possano servire da base per lo sviluppo curricolare nei dipartimenti e nei programmi universitari incentrati sulle lingue straniere.

Ecco tutte le foto dell’incontro.