I linguaggi della politica, la politica dei linguaggi Il CLM a "L'Europa per le donne" 2019
Scritto da Segreteria il 03 Aprile 2019
Lo scorso 19 marzo 2019 il Concorso Lingua Madre ha partecipato, come ogni anno, a “L’Europa è per le donne” il ciclo di incontri promosso dall’Ufficio d’informazione in Italia del Parlamento europeo di Milano. Luisa Giacoma, docente dell’Università della Valle d’Aosta, linguista, lessicografa, che collabora da tempo con il CLM ha condotto l’evento e ne racconta le parti salienti nell’articolo che segue.
“Il Palazzo delle Stelline, sede milanese dell’Ufficio di Rappresentanza in Italia del Parlamento Europeo, ha nuovamente accolto il Concorso Lingua Madre per parlare de I linguaggi della politica, la politica dei linguaggi nell’ambito del ciclo di incontri al Parlamento Europeo L’Europa è per le donne che ha scelto quest’anno il tema Women’s power in politics. Conduce l’incontro Luisa Giacoma, docente dell’Università della Valle d’Aosta e parte del Comitato Scientifico del Concorso Lingua Madre, che ha anche illustrato il progetto da lei coordinato Note d’autore e (neo)fraseologismi, un contributo innovativo alla lessicografia. Successivamente ha preso la parola la docente e coreografa Annalisa Brazzo, già campionessa italiana di twirling e ora direttrice artistica della scuola Arte, Danza e Immaginedi Torrazza, che ha raccontato come ha cambiato con coraggio e determinazione il modo di insegnare la danza, uno dei linguaggi non verbali per eccellenza. La sua politica è stata fortemente innovativa, mettendo al centro dell’azione didattica il discente e non la performance e contrapponendosi così al modo élitario e basato sulla competizione, imperante quando lei cominciò la sua attività. Ha fondato diverse scuole, avuto fino a 500 allievi e allieve in contemporanea, partecipato a prestigiosi premi nazionali e internazionali.
Rosa Argenziano, docente presso il polo di Scienze della Mediazione Linguistica e di Studi Culturali dell’università di Milano, ha parlato dell’uso del genere nella lingua dello sport. Il dibattito sull’espressione del femminile per i termini legati alla professione è cominciato in Italia a partire dagli anni ’80-’90 ed è ancora oggi molto attuale. Se alcune forme quali architetta, avvocata possono ancora suscitare resistenza e tendono ad essere dunque evitate nell’uso, altre, come sindaca, ministra, sono state invece accettate e impiegate con più costanza dai media. Nel suo intervento Rosa Argenziano riflette sulle strategie morfologiche e lessicali con le quali ci si riferisce alle donne in contesto sportivo, e in particolare nello sport più “maschile” nel nostro Paese: il calcio. Emanuela Zilio, project manager ed esperta di linguaggi e nuovi media, ha preso poi la parola e parlato dell’impatto del linguaggio tra politiche, cultura e società. La storia ed il racconto della visione al femminile, ancora oggi, è abbastanza latitante nei libri di storia, economia, scienza e tecnologia, arte, letteratura, sport e, in generale, nell’immaginario collettivo. In momenti cruciali per il mondo – come la Grande Guerra – il modello femminile resta quello delle pur valorose crocerossine e portatrici carniche, mentre risulta pressoché sconosciuto il pensiero e l’approccio di quelle donne che, per la prima volta, si trovarono a condurre le industrie in assenza della forza lavoro maschile, in genere senza formazione ed esperienza, in un momento di forte richiesta produttiva legata al conflitto. Nell’epoca della comunicazione istantanea, esempi di donne di ieri e di oggi – da Rosa Genoni a Nadia Murad, da Elena di Savoia a Bebe Vio, dall’Ufficio Notizie alle Strategie Macroregionali Europee – ci dimostrano come un uso strategico del linguaggio sia in grado di incidere in modo rilevante su politiche, cultura e società, modulando empowermente consapevolezza. In conclusione Luisa Giacoma ha fatto ancora l’esempio del Walser Kulturzentrum di Gressoney, che sostiene e salvaguarda le lingue titsche töitschu parlate nella Valle del Lys. La Valle d’Aosta tutela attivamente anche attraverso progetti le minoranze linguistiche presenti in valle, come i Walser, in ottemperanza alla legge 15 dicembre 1999, n. 482 sulle minoranze linguistiche storiche.”