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Tra sogni e consapevolezze Lingua Madre Duemilaventitré a Bookcity

Scritto da Segreteria il 15 Novembre 2023

«Ho studiato la lingua italiana “in esilio”, in un paese di separazione. Adesso che sono in Italia, mi rendo conto che per fortuna l’italiano è diventato una mia passione per la quale potrei sacrificare tutto: il mio tempo, gli stipendi che ho depositato in questi anni, la famiglia…».

Sono queste le parole di Sisi Luo, che ha letto il suo racconto La mia autobiografia linguistica pubblicato in Lingua Madre Duemilaventitré (Edizioni SEB27). Una visione appassionata e propositiva che ha ben introdotto Tra sogni e consapevolezze. Racconti di donne non più straniere in Italia a BookCity Milano 2023, il cui tema di quest’anno era appunto Il tempo del sogno.

L’incontro intendeva infatti soffermarsi sulle opere delle studentesse della Statale – come lo è Sisi Luo – che sono state selezionate per la pubblicazione o che hanno vinto, come nel caso di Sabrine Gourani che si è aggiudicata il primo premio della sezione fotografica del XVIII CLM con l’opera Il deserto di Agafay. Risultati che sono anche il frutto di una collaborazione di lunga data con il Dipartimento di Lingue, letterature, culture e mediazioni, ricordata da Giuseppe Sergio nell’introdurre la presentazione, cui sono seguiti gli interventi degli altri docenti presenti all’incontro, parte anche del Dipartimento di Studi letterari, filologici e linguistici.

Giuseppe Polimeni e Massimo Prada hanno analizzato i testi dell’antologia Lingua Madre, sottolineando come nelle opere raccolte le giovani autrici si proiettano con consapevolezza oltre e altrove, in un sogno che può diventare realtà. Tanti gli spunti, le tematiche, gli immaginari che si avvicendano.

Come ha ricordato anche Daniela Finocchi, la narrazione è corale, in relazione, e se autrici come Marie Christine Mukamunana, Natalia Bondarenko o Açelya Yonac narrano la propria inadeguatezza in un mondo diviso dall’odio, trova spazio anche il rifugio speciale di Nadyn Ben Amor, insieme alle anime innevate di Selma Jakupovic e alla dolce bizzarra di Chiara Nifosì.

“Il concetto di casa è dove ti trovi” scrive Maria Soledad Ajura Terrazas ricordando come “qualcosa è cambiato quando ho cominciato a considerare casa questo paese. Ho trovato amiche con le quali condivido esperienze, viaggi e lavoro”. E come questo sono tanti i racconti che sottolineano l’importanza della relazione – è stato detto – per trovare la forza di ribellarsi a un futuro assegnato, alla ricerca di un’identità autentica, trovando magari riscatto nello studio o nel lavoro, senza negare le difficoltà ma sempre con coraggio, speranza, fiducia.

Un’aspirazione che trova una valida alleata nella lingua, capace tanto di dipanare matasse interiori, quanto di intrecciare rapporti con le altre e con gli altri. In quest’ultima prospettiva si è inserita la riflessione sul volume Parole migranti in italiano (Milano University Press, 2023) di Jacopo Ferrari, dedicato alle parole straniere approdate in italiano a partire da lingue straniere provenienti dalle lingue dei e delle migranti, destinate ad arricchire l’italiano. Insieme a Elena Felicani, l’autore del libro ha indagato migratismi e paesaggi linguistici, descrivendo un fenomeno in divenire che trova anche nelle antologie Lingua Madre un osservatorio privilegiato.

Parole in movimento come quelle che sono andate ad aggiungersi al sottotitolo dell’antologia Lingua Madre Duemilaventitré: “non più”, racconti di donne non più straniere.

Lo ha ben illustrato il booktrailer dell’antologia che è stato proiettato a conclusione dell’incontro. Donne non più straniere, che scrivono e si raccontano sottolineando il cambiamento di cui sono protagoniste.

Le foto sono a cura di Michela Dota, Andrea Groppaldi, Clara RighettiSamuela Ragni della Statale.