Coronavirus: e le donne?

Feminist Question Time LIVE Il primo webinar della WHRC

Scritto da Segreteria il 05 Maggio 2020

Articolo di Michela Marocco, social media manager CLM

Sabato 2 maggio si è tenuto il primo webinar del Women’s Human Rights Campaign, un gruppo di volontarie provenienti da tutto il mondo che si dedica alla protezione dei diritti delle donne basati sul sesso, di cui fa parte anche il Concorso Lingua Madre.

Proprio con l’intento di approfondire questo tema e offrire un’occasione di confronto con esperte e professioniste di diversi settori, il WHRC ha organizzato il seminario online dal titolo “Feminist Question Time LIVE”, che ha preso luogo sulla piattaforma Zoom ed ha dato inizio a un ciclo di incontri online, aperti a tutte e tutti previa registrazione, che proseguiranno anche nelle prossime settimane, ogni sabato.

Relatrici di questo primo incontro sono state Kara Dansky, avvocata statunitense, parte del consiglio di amministrazione e coordinatrice media del Women’s Liberation Front (WoLF), Caroline Franssen, Presidente del gruppo femminista olandese Voorzij, responsabile del programma Healthy egoīsm for womenJanelle, attivista femminista tedesca, parte del Terre Des Femmes trans group, Eugenia Rodrigues, femminista radicale brasiliana e portavoce di “No Corpo Certo” (“On The Right Body”), una campagna brasiliana contro “transing kids” e Lynne Harne, attivista britannica della Lesbian Rights Alliance. Alle relatrici si è poi unita anche Sheila Jeffreys, attivista femminista e nota saggista britannica.

Tantissimi i temi affrontanti in un’ora e mezza densa di contenuti, durante la quale le relatrici si sono alternate nella risposta alle domande che le/gli utenti avevano posto e inviato per mail nei giorni precedenti, partendo dalla propria esperienza e dal contesto del proprio paese di provenienza.

Il dibattito si è quindi aperto analizzando la situazione politica attuale e concentrando l’attenzione sullo spostamento dei diritti da base sessuale a base di genere, un movimento che sembra coinvolgere tutti i paesi presi in esame.

Le relatrici si sono poi interrogate sulle ripercussioni di una precoce transizione di sesso in bambini e adolescenti, sempre più spesso praticata in gender clinics di tutto il mondo senza prestare attenzione ai naturali dubbi su corpo e identità caratteristici della pubertà.

Il discorso si è quindi spostato sull’effetto che i movimenti trans hanno non solo nei confronti della comunità femminista, cosiddetta radicale, ma anche sulle comunità lesbiche che si vedono, sempre più spesso, negati luoghi d’incontro dedicati e sicuri.

Nella parte conclusiva dell’incontro si è tornate alla politica, affrontando l’apparente paradosso che vede movimenti femministi, notoriamente riconducibili ad un’ideologia di sinistra, supportati o anche finanziati da gruppi e movimenti di destra. “I didn’t left the Left, the Left left me” (Non ho abbandonato la sinistra, la sinistra ha abbandonato me) è stata la frase da cui tutte le relatrici si sono sentite rappresentate, avvertendo nei partiti “liberali” un abbandono e un generale disinteresse per quelli che sono i diritti delle donne e le battaglie per salvaguardarli, sostenendo inoltre che “a political movement is about what is possibile” (un movimento politico riguarda ciò che è possibile) e per essere quindi motrici di un cambiamento possibile è necessario trovare aiuto anche in alleati inaspettati.

Come anticipato, questo è stato il primo di una serie di incontri che si terranno ogni sabato, sempre in videoconferenza sulla piattaforma Zoom.

Sabato 9 maggio, alle 20 ora italiana, si terrà quindi “Eugenia Rodrigues, Maureen O’Hara and Meghan Murphy speak!”, incentrato sulle leggi dell’identità di genere e l’attuale campagna contro l’ideologia gender nei loro paesi. È possibile registrarsi qui.

L’appuntamento con il format “Feminist Question Time LIVE” ritorna invece sabato 16 maggio, alle 16.00 ora italiana. Relatrici e dettagli dell’incontro devono ancora essere comunicati ma è già possibile registrarsi qui.