Allo specchio Shiva Salehpour a “Donne 20/80+”
Scritto da Segreteria il 13 Giugno 2025
L’autrice CLM Shiva Salehpour ha partecipato al dialogo intergenerazionale del progetto ideato e organizzato da SeNonOraQuando?Torino per far incontrare donne di età diverse, dai 20 agli 80 anni e più e favorire in questo modo uno scambio di esperienze tra persone che fuori dalla sfera privata spesso hanno difficoltà a entrare in dialogo. Un progetto che, dal 2023, ha coinvolto già 70 narratrici: le storie e i ricordi evocati dallo stesso pretesto narrativo cambiano con il passare degli anni, dell’esperienza e arricchiscono tutte. I racconti dei primi due anni sono raccolti nella antologia Donne20/80+, generazioni di donne si raccontano, pubblicata da Golem edizioni.
Nell’area Talk di Flashback Habitat (“ecosistema per le culture contemporanee” in corso Giovanni Lanza 75 a Torino) il 12 giugno si sono così confrontate cinque narratrici sul tema Allo Specchio.
Per la decade 30/40 anni, oltre a Shiva Salehpour, anche l’architetta Sara Giaveno, mentre Valentina Aruanno, fotografa ipovedente, è stata l’interprete per il decennio 40/50. Per la decade successiva è salita sul palco Anna Fausta Cornaglia, risk manager e aspirante maratoneta. Infine, a rappresentare la fascia 60/70 Lucia Portis, antropologa ed esperta in diaristica e narrazione autobiografica.
Ginevra Pucci, della direzione Flashback Habitat, ha portato i saluti di questo centro d’arte indipendente: 20.000 mq di spazi – un tempo destinati a brefotrofio – ancora in corso di riqualificazione grazie all’azione rivivificante dell’arte e della cultura. Un luogo di ricerca e sperimentazione artistica – come si legge nel sito – dove verificare la responsabilità sociale di chi pratica e produce cultura, un ecosistema dove regna la mixité culturale, sociale e temporale, dove arte e vita sono strette in un binomio indissolubile.
A introdurre il tema dell’incontro è stata Milena Boccadoro, che ha sottolineato quanto rappresenti per le donne la volontà all’ondivaga e incessante ricerca di se stesse, toccando animo ed esteriorità al contempo.
La prima a leggere la sua personale interpretazione è stata proprio Shiva Salehpour che ha tracciato il suo percorso dall’Iran all’Italia alla ricerca di una libertà piena, non solo fisica ma anche mentale. Nel narrare questo viaggio esteriore ed interiore, non ha mancato di ringraziare il Concorso Lingua Madre per le opportunità offerte, non solo riguardo la partecipazione alla XIX edizione ma anche per per occasioni di incontro, scambio, relazione che da questa si sono generate. «Sono cresciuta tantissimo in questi anni – ha detto – Sono stata tante persone. Due mesi fa sono diventata anche mamma. Credo che questo sarà il consiglio più grande che darò a mia figlia: la casa è bella e nel tuo caso è anche sicura. Ma prova ad andartene, vai lontano. Là vivono persone diverse da quelle che hai conosciuto finora, c’è qualcuno o qualcosa che ti aspetta. Forse ti cambierà. Forse no. Ma sicuramente ti darà modo di vivere una vita più intensa, ti darà modo di scoprire di cosa sei capace. Parla con le persone, non ti far fermare da ciò che crediamo sia il meglio per te. Ricordati le cose che hai imparato qui ma apprendi con la mente aperta tutto ciò che ti insegnano altrove. Scegli per te stessa, senza mai dimenticare le tue radici e chi ha saputo tenderti la mano. Decidi chi vuoi diventare e fai di tutto per diventarlo. Vai lontano e quando ti manca casa… sappi che basterà guardarti allo specchio».
Al dio del fuoco che produce e crea si è invece ispirata Sara Giaveno con il suo racconto Efesto ci ha fregato tutte, che ha proseguito la lettura ad alta voce al folto pubblico presente in sala. Molto coinvolgente il testo di Valentina Aruanno, che scatta le sue immagini “per bisogno” e ha narrato quel linguaggio invisibile – fatto di cura, fiducia, coraggio, rinuncia – che lega i cani guida per ciechi prima a chi li istruisce e poi a chi devono condurre. Animali “amplificatori di libertà”, oltre lo specchio. Anna Fausta Cornaglia ha quindi illustrato le diverse parti di sé rappresentate idealmente dai suoi due nomi propri: a volte contrastanti ma complementari, in una fusione che arricchisce e porta a sviluppi di vita inaspettati, quali la passione per la mezza maratona. A concludere Lucia Portis con una lettera al proprio corpo, abitato con piacere e ammirazione lungo tutta una vita. Pagine scritte con affetto e riconoscenza, per spiegare come invecchiare senza perdere la passione per il cambiamento.
Non sono mancati prolungati e calorosi applausi al termine di questa maratona di letture intime e condivise al tempo stesso, che hanno trasmesso la gioia e la capacità delle donne di reinventarsi continuamente, a qualsiasi età.