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Diversity leadership nella letteratura Il workshop di Nuove Radici in collaborazione con il CLM

Scritto da Segreteria il 20 Giugno 2022

Venerdì 17 giugno si è svolto alla Scuola Holden di Torino, il workshop Diversity Leadership nella Letteratura, organizzato da Nuove Radici APS in collaborazione con il Concorso Lingua Madre, per promuovere le testimonianze di una nuova generazione di scrittrici e scrittori con background migratorio, che attraverso le loro opere si interrogano sulla propria identità e alterità. Un racconto corale pensato per 25 giovani tra i 20 e i 30 anni volto a introdurre le e i partecipanti a narrazioni che possono ribaltare visioni stereotipate. Relatrici dell’incontro sono state le autrici CLM Yeniffer Lilibell Aliaga Chávez, Rajae El Jamaoui, Lala Hu e Natalia Marraffini, insieme alla scrittrice Sabrina Efionayi, a Federica Principi, curatrice della collana Americana per Black Coffee Edizioni, e al poeta Mohamed Amine Bour, in arte Asterio. A moderare l’evento Cristina Giudici, Direttrice Nuoveradici.world, e Daniela Finocchi, Ideatrice CLM.

La giornata di lavori si è aperta con i saluti istituzionali dei partner del progetto quali il Consolato Generale degli Stati Uniti a Milano, rappresentato da Anthony A. Deaton, Console per la Stampa e la Cultura, e la Città di Torino, presente all’evento con Giovanna Pentenero, Assessora al coordinamento delle politiche per la multiculturalità. Hanno accolto i e le presenti anche Piervito Antoniazzi, Presidente di Nuove Radici APS, e Anass Hanafi, Presidente di Nili, partner tecnologico del progetto.

a mezzogiorno rallentano le ore
nel nostro piccolo quartiere
qui, dimentico il confine
che mi recise il cuore in due (Asterio, Casablanca)

Asterio ha dato il via con una suggestiva performance alla tavola rotonda, recitando alcune sue poesie davanti al pubblico.

La parola è quindi passata alle moderatrici Cristina Giudici e Daniela Finocchi, che hanno presentato il lavoro svolto rispettivamente da Nuove Radici e dal Concorso Lingua Madre, introducendo poi le relatrici.

La prima a intervenire è stata Yeniffer Lilibell Aliaga Chávez, vincitrice del Primo Premio al XV Concorso Lingua Madre con il racconto Mille e una luna: “Quando parlo e quando scrivo è come se fossi due persone diverse. Ho cominciato a interrogarmi davvero sulla mia identità grazie al lavoro di ricerca svolto per la stesura della mia tesi di laurea, un percorso che mi ha riportata anche verso le mie radici, in Perù. È solo allora che ho percepito la scrittura come uno strumento efficace per scoprirmi e capirmi. Per un lungo periodo ho fatto di tutto per negare la mia diversità, arrivando a farmi chiamare con il mio secondo nome, Jennifer, che non tradiva le mie origini. Solo recentemente sono riuscita ad abbracciare in toto la mia diversità, facendone motivo di orgoglio”.

Aspettando la primavera, è nato da un impulso, una necessità, un bisogno che sentivo dentro di me”, ha quindi spiegato Rajae El Jamaoui, vincitrice nel 2021 del Premio Speciale Torino Film Festival del CLM, proseguendo: “Ho voluto raccontare la complessità emotiva vissuta nei primi mesi della pandemia, quando, costretta fra quattro mura, l’unica possibilità di relazione era rappresentata da una finestra. Scrivere questa storia non è stato facile, anche per le diverse difficoltà linguistiche che ho incontrato: vivo fra l’italiano e l’arabo e ho dovuto cercare le parole adatte per descrivere ciò che stavo provando. Ma non ho desistito perché la scrittura mi fa sentire libera, permettendomi di dare voce al mio mondo interiore”.

Un diverso spunto è stato presentato da Lala Hu, seconda classificata al XVI Concorso Lingua Madre con il racconto In cerca di una Heimat: “Vorrei sottolineare come scrittrici e scrittori sono sempre interpreti della realtà ma il frutto del loro lavoro non è necessariamente da considerarsi attivismo: le opere da loro create sono il risultato di un processo creativo e per questo meritevoli, innanzitutto, di riconoscimento letterario. Troppo spesso straniere e stranieri vengono considerati l’oggetto di una narrazione invece che il suo soggetto”.

“Preparandomi per questo workshop mi sono molto interrogata su cosa potessi offrire alle e ai giovani” ha esordito Natalia Marraffini, vincitrice del Primo Premio al XVI Concorso Lingua Madre con il racconto La straniera segreta,  spiegando: “Sentivo e sento tutt’ora una profonda confusione, un aspetto che ritrovo in molte e molti miei coetanei e non solo, e continuo a cercare una chiave di lettura che possa far luce su questa situazione. Per me la svolta è arrivata, come descrivo nel racconto, quando sono diventata professoressa, un riconoscimento esterno che ha fatto scattare qualcosa anche nella mia interiorità. In quel momento mi sono rispecchiata nei/lle miei/e studenti adolescenti, anche loro alla ricerca di una propria identità, e sono riuscita ad abbracciare davvero il mio essere straniera”.

Il dibattito è quindi proseguito con l’intervento della scrittrice Sabrina Efionayi, autrice di Addio, a domani (Einaudi): “Per me la scrittura è sempre stata una medicina. Non è solo una necessità di espressione, di analizzare e capire meglio un percorso di crescita personale e intimo, ma è anche un importante strumento di divulgazione e informazione. Da piccola scrivevo storie molto lontane da quella che era la mia realtà di bambina nera a Castel Volturno. Con il tempo mi sono riappropriata di quello che era il mio personale immaginario, per raccontare una storia che non è solo mia, ma anche quella delle mie madri, di mia nonna in Nigeria”.

A chiudere l’incontro Federica Principi che ha sottolineato come la letteratura sia un veicolo importante per capire il mondo. “Proprio per questo, come editori – ha spiegato – abbiamo deciso di avviare la collana Americana che unisce storie autobiografiche e racconti dei modi in cui ciò che ci circonda – la cultura popolare, la comunità in cui viviamo – si riverbera nelle nostre vite anche quando non ce ne accorgiamo. Un approfondimento portato avanti dalle voci di autrici e autori stessi per rappresentare al meglio le molteplicità degli Stati Uniti”.

Alla tavola rotonda ha fatto seguito, nel pomeriggio, il workshop vero e proprio nel corso del quale le e i partecipanti hanno avuto modo di relazionarsi direttamente con relatrici e relatori a partire da alcune parole chiave individuate a partire dagli interventi della mattina. Confusione, diversità, scuola, hanno accompagnato i e le presenti in un costruttivo dialogo, moderato da Anass Hanafi, che ha dato vita a numerosi e interessanti spunti di approfondimento: gli interventi si sono susseguiti liberamente, dando la possibilità a diverse opinioni e idee di fluire in un positivo spazio di scambio e confronto.

Ecco tutte le foto.