In ricordo di Clelia Parisch ed Efisia Fontana, prime botaniche a Torino Il CLM tra i sostenitori del progetto
Scritto da Segreteria il 17 Maggio 2022
Clelia Parisch (1882-1960) ed Efisia Fontana (1882-1976), prime donne laureate in Botanica a Torino nel 1905 e nel 1906, sono state ricordate dedicando loro degli alberi donati dalla cittadinanza della Circoscrizione 3 di Torino. Il 14 maggio 2022, presenti le autorità cittadine, si è svolto il momento celebrativo con l’apposizione di una targa. Tra i sostenitori dell’iniziativa anche il Concorso Lingua Madre.
A illustrare la vita e le opere delle due scienziate Rosa Anna Caramiello, Docente di Botanica ambientale all’Università di Torino. L’incontro è stata l’occasione per presentare al pubblico l’attività dell’associazione Piazzetta verde, nel corso di un pomeriggio che ha visto anche il riordino e la pulizia dell’area – sita tra via Coazze, via Cialdini e via Almese a Torino – a cura delle e dei residenti.
Un appuntamento che ha segnato l’apertura di un ciclo di incontri organizzati per sensibilizzare e coinvolgere la cittadinanza alla cura del verde pubblico, alla partecipazione e alla conoscenza reciproca.
Il programma coincide con la pedonalizzazione del breve tratto di via Coazze, che costeggia uno dei lati della piazzetta: si tratta per ora di una sperimentazione, che durerà un mese e appunto in questo periodo l’area sarà animata da una serie di iniziative a cura dell’Associazione e della cittadinanza che sarà tutta coinvolta: dalle pièces teatrali al concorso fotografico, dalle letture di fiabe per bambini al torneo di scacchi, dalla ginnastica dolce al touch tennis.
Rosa Anna Caramiello ha illustrato la vita delle due scienziate “Clelia Parisch non solo superò l’esame di Magistero in Scienze Naturali ma proseguì gli studi con risultati di livello tale da essere proposti per la pubblicazione sulle Memorie della R. Accademia delle Scienze di Torino. Allo stesso modo, Efisia Fontana superò con il massimo dei voti l’esame di Magistero in Scienze Naturali e continuò gli studi pubblicando testi sugli Atti della R. Accademia. Nonostante questo, nessuna delle due ebbe incarichi presso l’Università di Torino. A quei tempi l’accesso alla ricerca per le donne era pressoché precluso e non potevano ambire a funzioni di responsabilità. La massima concessione era quella dell’insegnamento”. La storia delle due botaniche è stata raccontata dalla stessa docente nelle schede a loro dedicate nel volume Numeri, atomi, alambicchi. Donne e scienza in Piemonte dal 1840 al 1960 a cura di Erika Luciano e Clara Silvia Roero, della collana Donne del Piemonte del Centro Studi e Documentazione Pensiero Femminile. Un volume importante che “offre un affresco al femminile della cultura e della ricerca in Piemonte nei vari rami delle scienze matematiche, fisiche, chimiche e naturali, comprensive, queste ultime, della botanica e dell’agraria, della zoologia e dell’antropologia e delle scienze della terra attraverso 115 profili biografico-scientifici di laureate e ricercatrici che hanno operato dal 1840 agli anni Sessanta del Novecento”. Una collana – è stato ricordato – ideata e diretta da Aida Ribero, per non dimenticare l’operato e l’attività di tante donne nei diversi campi della cultura, delle lettere, delle arti e della scienza.
La professoressa ha quindi sottolineato l’importanza del verde per le città, troppo costrette tra asfalto e cemento e bisognose di polmoni verdi, in grado di migliorare non solo la qualità dell’aria ma anche il clima urbano, creando zone ombreggiate. La presenza di alberi in città, infatti, può arrivare a diminuire la temperatura di 2-3 gradi. Inoltre, l’ombra degli alberi è un’ombra decisamente più fresca di quella creata da tende o altre strutture, perché i materiali artificiali rilasciano quantità di calore pari a quelle assorbite.
E’ quindi intervenuta Francesca Troise, Presidente della Circoscrizione 3. “Siamo sempre felici – ha spiegato – quando possiamo intitolare qualcosa a delle donne. In particolare, come in questa occasione, a due donne di scienza”.
“L’iniziativa è partita da un gruppo di cittadini che hanno formato un’associazione per chiedere di rendere pedonale quest’area – ha continuato Marco Titli, che ha le deleghe all’urbanistica per la Circoscrizione 3 – sono bastate tre fioriere e cambiare il senso di marcia in un piccolo tratto di via Almese e il risultato è straordinario. Abbiamo uno spazio che per un mese di sperimentazione sarà luogo di incontro e di svago, di cultura e di confronto. Invitiamo i residenti del quartiere, anche gli scettici o chi è contrario, a venire a vedere il risultato. Il 13 giugno poi decideremo insieme cosa fare: se proseguire rendendo la pedonalizzazione definitiva oppure se tornare sui nostri passi”.
L’attenzione di cittadini/e del quartiere per questo spazio, infatti, nasce molti anni or sono, sin dal 1997 quando si attivarono per sollecitare una riqualificazione dell’area a quel tempo con un suolo di semplice terra battuta e assai degradata. L’impegno è proseguito nel tempo per arrivare al 2012 con l’adesione all’iniziativa “Regala un albero alla tua città” del Comune di Torino in cui i e le residenti si impegnarono per l’acquisto di tre alberi in sostituzione di quelli morti.
Nel corso degli anni si è puntualmente seguita la manutenzione dell’area, dalla tinteggiatura delle panchine all’illuminazione, mantenendo i contatti con i diversi enti di competenza. Nel tempo sono nate anche collaborazioni con altri progetti quali “Piazza ragazzabile”, che rientra nei programmi di scuola-lavoro e si occupa della cura e della pulizia degli spazi pubblici cittadini.
Sino all’esperienza odierna, testimone dell’interesse che si è allargato a nuove persone e nuove realtà presenti nel quartiere (dalle comunità di volontariato alle attività commerciali), che hanno proposto la pedonalizzazione e che si sono organizzate in associazione con l’intenzione di accedere ai patti di cittadinanza.
“Esprimo tutto il mio apprezzamento all’iniziativa di oggi – ha detto Giovanna Cristina Gado di Toponomastica femminile Piemonte, anch’essa intervenuta alla manifestazione – che vede concretizzato un processo partecipativo democratico locale, di “cittadinanza attiva”, di alto valore pubblico, sociale, culturale, ambientale, urbano, anche finalizzato, con le targhe loro dedicate, a valorizzare il ruolo ed il talento delle scienziate torinesi Clelia Parisch ed Efisia Fontana, utile al contrasto degli stereotipi e delle disuguaglianze di genere, nella logica Costituzionale di uguaglianza e di democrazia paritaria. Una buona pratica progettuale, complessa ed articolata, messa in campo all’insegna della solidarietà, della sussidiarietà e dell’interazione con istituzioni aperte al cambiamento: un modello “dal basso”, di rilevante interesse pubblico: da sostenere, diffondere, promuovere, replicare e trasferire, per città che tutti e tutte vorremmo”.
Uno spirito condiviso dal CLM, parte anche delle varie associazioni presenti nella giornata. Daniela Finocchi, ideatrice del progetto, ha sottolineato l’impegno delle donne e la loro capacità di relazione che lega migranti, native e italiane in un dialogo senza fine. Un pensiero collettivo e condiviso dove le donne si confermano essere non solo quell’anello forte tra passato e futuro celebrato da Nuto Revelli, quanto coloro le quali tengono strenuamente la trama dei legami (antichi e nuovi), mosse dalla speranza e da quella forza irrinunciabile del desiderio che le spinge verso ciò che sembra impossibile ottenere, come ci insegna Luisa Muraro, e che conduce a una nuova concezione del modo di affrontare la vita e di viverne gli eventi, in dialogo con la natura e tutti gli esseri viventi.
“L’Associazione “Piazzetta verde” nasce con finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale – ha spiegato il presidente Marco Francescato – per la salvaguardia e il miglioramento delle condizioni dell’ambiente urbano e l’utilizzazione accorta e razionale delle risorse naturali. Inoltre, nasce per favorire l’aggregazione, promuovere il coinvolgimento della cittadinanza nella cura degli spazi comuni e migliorare così la qualità della vita delle e degli abitanti del quartiere”.
Tutti temi resi ancor più prioritari e necessari in tempo di pandemia, dove è emersa tutta l’importanza delle aree verdi in territorio urbano e la necessità imprescindibile di operare verso una nuova etica e una cultura del rispetto nei confronti di tutti i viventi.
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