Tra cibo e letteratura Il CLM a Bookcity Milano 2018
Scritto da Segreteria il 27 Novembre 2018
Quello di novembre è stato un mese davvero ricco per il Concorso Lingua Madre, con tanti appuntamenti, eventi e incontri.
Come ogni anno, il CLM ha partecipato a Bookcity Milano con un incontro giovedì 15 novembre 2018 alle ore 10.30 all’Università degli Studi di Milano, organizzato in collaborazione con il Dipartimento di Scienze della Mediazione linguistica e di Studi interculturali. Durante l’evento, dal titolo “Tra cibo e letteratura, nuovi immaginari delle donne migranti”, sono stati presentati i volumi “Lingua Madre Duemiladiciotto – Racconti di donne straniere in Italia” (Edizioni SEB27) e “Antroposcenari. Storie, paesaggi, ecologie” (Il Mulino). Hanno partecipato all’incontro, Daniela Finocchi, ideatrice e responsabile del Concorso Lingua Madre, Daniela Fargione, docente dell’Università degli Studi di Torino, e Gabriella Cartago e Dino Gavinelli, professori dell’Università degli Studi di Milano.
Tantissimi le/gli studenti che hanno affollato l’aula P1 del Polo della Mediazione linguistica e culturale, concludendo l’incontro con molte domande e interventi.
Un evento che si è mosso fra temi quali ambiente, cibo e letteratura, analizzando come la figura della donna, specialmente quella migrante, sia in questi elemento fondamentale per il cambiamento.
“Oggi siamo arrivati al momento in cui è necessaria un’altra rivoluzione: quella del cambiamento” ha esordito Dino Gavinelli, Professore ordinario di Geografia umana all’Università degli Studi di Milano, spiegando come la Geografia umana prenda in esame proprio questi temi e rappresenti la svolta umanistica del pensiero geografico, non più costretto tra mappe e statistiche ma aperto ad altre dimensioni, non escluse quelle letterarie e artistiche. “Dobbiamo stare attenti a parole come ‘disastri naturali‘ – ha proseguito – perché si tratta in realtà di ‘eventi naturali‘ e noi come esseri umani non abbiamo possibilità di intervento. Il problema è l’impatto crescente degli umani sull’ambiente: si è rotto qualsiasi equilibrio precedente. Possiamo quindi decidere di continuare come stiamo facendo, puntare alla decrescita o puntare alla ‘sostenibilità‘. Ho molto apprezzato nel volume Antroposcenari l’interdisciplinarietà, immaginare uno sviluppo che sia responsabile e che si rivolga non solo al territorio ma anche ai nostri desideri per una vita migliore.”
La parola è quindi passata a Daniela Fargione, docente di Letteratura anglo-americana all’Università degli Studi di Torino e, insieme alla professoressa Carmen Concilio, curatrice del volume Antroposcenari. “Spesso dimentichiamo che gli esseri umani sono essi stessi natura – ha precisato – in “Antroposcenari” abbiamo tentato di minare l’idea di una presunta superiorità di specie; come scrive Donna Haraway: a quale umanità ci riferiamo quando parliamo di Anthropos? Perché se non riconosciamo le diverse umanità del pianeta, non siamo in grado di distinguere le diverse voci, specie di chi è più vulnerabile. Ce lo insegna da anni il Concorso Lingua Madre, partner di un progetto di ricerca più ampio da cui emerge questa pubblicazione.”
Anche Gabriella Cartago, Professoressa ordinaria di Lingua italiana per stranieri all’Università degli Studi di Milano e coordinatrice dell’evento, si è soffermata sui racconti raccolti nell’antologia Lingua Madre Duemiladiciotto, sottolineando come “nei racconti ci sia spazio per la fantasia ma prevalga il racconto della realtà: dalla violenza contro le donne alle esperienze positive di integrazione, dalla nostalgia al tema del cibo, alle riflessioni metalinguistiche”, aggiungendo in conclusione “rispettosa consapevole dinamica, così l’integrazione che si legge nelle pagine di Lingua Madre Duemiladiciotto”.
Daniela Finocchi, ideatrice del Concorso, ha concluso l’incontro illustrando il progetto e i suoi sviluppi. “Il rischio di una narrazione che non si mette in relazione, che non si apre all’altro/a è quello di restituire al mondo un’immagine inesistente, falsa, lontana dalla realtà – ha detto – il Concorso Lingua Madre è uno spazio aperto per dare voce e mettere in relazione, per offrire opportunità d’ascolto e diffondere storie vere in grado di umanizzare tutti e tutte”.
Molti altri gli spunti e le riflessioni offerte nel corso dell’incontro, che hanno sollecitato numerose domande da parte dei tanti studenti presenti: da quali siano i temi affrontati nei racconti a chiarimenti sulle modalità di partecipazione, da quali siano gli stili narrativi utilizzati dalle autrici sino alle implicazioni dell’uso della lingua italiana.
Cambiamenti, evoluzioni socio-culturali, nuovi immaginari per guardare – come si legge nell’antologia Lingua Madre Duemiladiciotto – a mondi in cui la differenza unisce invece di separare.