Le autrici di Lingua Madre

La nuova rivista All Women Magazine Un'intervista a Nadia Kibout

Scritto da Segreteria il 30 Luglio 2020

Nasce la rivista All Women Magazine. In questa intervista l’autrice CLM Nadia Kibout, che ha contribuito a crearla, ce la presenta. All’interno del numero 0 anche la sua lettera aperta a favore di un cinema italiano più inclusivo.

Fare una rivista concepita e realizzata da donne di tutte le provenienze, culture, età e professioni è stata un’idea dell’associazione Bianco Nero A Colori, di cui lei è vicepresidente a fianco della fondatrice Maria Do Ceu Barros De Sousa. Di cosa si occupa l’associazione e perché la scelta di fondare proprio una rivista per dare voce e far conoscere l’Italia multiculturale di cui le donne sono sempre più protagoniste?

L’associazione Bianco Nero A Colori nasce dall’esigenza di cambiare la narrazione della nuova donna italiana, la donna di seconda generazione o semplicemente la donna straniera che, come me, ha scelto il Bel Paese Italia come nuova patria. Quando usciamo dall’invisibilità nella quale spesso viviamo, siamo quasi sempre descritte e percepite secondo vecchi stereotipi dai quali oggi è urgente uscire. I soliti cliché che non aiutano a cambiare l’opinione pubblica noi vorremo capovolgerli per dare una immagine che sia all’altezza di ciò che siamo. Nuove italiane parte integrante del Paese con percorsi diversi ma con un obiettivo comune: creare e portare pace fra le diverse nazionalità, etnie che vivono, nascono, crescono, lavorano in un’Italia ormai multietnica, multiculturale. In altre parole, un’Italia ‘a colori’ che già esiste nelle scuole, nelle case, per le nostre strade, ma che in tanti fanno fatica a riconoscere – e conoscere – come parte integrante della società e del Sistema Paese.
Con l’associazione Bianco Nero A Colori, formalmente costituita ad inizio 2020, miriamo a creare eventi culturali nel mondo del cinema, dello spettacolo e dell’arte generale, ad esempio organizzando proiezioni, sfilate, mostre, corsi e concorsi, con un’attenzione particolare alla Settima Arte. Perché è attraverso la televisione o il cinema che si può avere un contatto più vicino col pubblico.
Considerata l’urgenza di cambiare narrazione dell’identità femminile, prima iniziativa concreta di Bianco Nero A Colori è proprio quella di essere l’editore della rivista W – All Women Magazine. Ci tengo a sottolineare che la scelta di fondare una rivista è nata dalla grande forza di volontà di Maria Do Ceu Barros De Sousa, la quale ha una visione molto chiara sul ruolo della donna e sull’evoluzione dei nostri tempi. Esiste una rete di donne sempre più protagoniste e unite tra di loro, questo fa sì che unendo le forze, ognuna con il proprio bagaglio, possiamo raggiungere obiettivi anche apparentemente impossibili ai più. Partiamo anche dal presupposto che l’Italia multiculturale è ormai un dato di fatto, basta solo agire di conseguenza facendo rete. All Women magazine ha questo obiettivo: dare volti, immagini e voce a tanti talenti ancora sconosciuti e in grado di offrire davvero tanto, rinnovando e arricchendo il panorama culturale, e in primis quello umano, dell’Italia del 2020.

Il logo dell’Associazione Bianco Nero a Colori

Come scrive Véronique Viriglio, direttrice editoriale della rivista, le donne afrodiscendenti e più in generale le donne straniere o di origine straniera non possono sentirsi rappresentate dai giornali italiani perché sono spesso raccontate in terza persona, stereotipate, strumentalizzate oppure invisibili agli occhi dei media. Rinchiuse in una narrazione nella quale non si riconoscono, negativa e che per giunta alimenta pregiudizi, cliché o peggio ancora discriminazioni razziali. Ma quali vogliono essere i contenuti che offrite con questa rivista “diversa”, che ricorda graficamente i cosiddetti “femminili”?

La grafica del nostro magazine è volutamente ispirata alle più grandi ed importanti riviste che tutti conosciamo, in modo da collocarsi sul mercato con la stessa attrattiva di testate affermate e di poter incuriosire/raggiungere un vasto pubblico femminile, sia italiano che di origini ‘altre’.
La differenza sostanziale è che noi mettiamo avanti donne con origini ‘altre’, nuove italiane e/o di seconda generazione che hanno molto da raccontare e condividere. C’è una ricchezza immensa in ciò che raccontiamo e per come lo raccontiamo perché crediamo che ogni donna sia di valore unico che si tratti di libri, arte, cultura, moda e design. È necessario rompere la catena dell’essere miserabile nel quale per troppo tempo siamo state rilegate per colpa di una certa stampa o visione politica. Oggi abbiamo la forza di farlo e soprattutto siamo pronte. Forse perché troppo abbiamo aspettato e subito. Ed ora vogliamo dare e raccontare ciò che di positivo e ricco c’è nell’essere “diverso, diversa”.
Il nostro marchio di fabbrica lo si vede già dalla copertina. Ad esempio per il numero 0, andato in stampa poco prima del lockdown, abbiamo scelto tre donne molto diverse tra loro, che hanno in comune la professione di assistenti di volo nella compagnia di bandiera Alitalia. Per i prossimi numeri avremo tante donne che i media mainstream difficilmente racconterebbero, figuriamoci metterle in copertina!
L’altra particolarità di W, fulcro del progetto editoriale, è quella di dare direttamente la parola a tutte le donne, di ogni età, origine, backgroud, religione, professione ed esperienza, per farle conoscere in prima persona, senza filtri né censure. Come? Semplice: ognuna di loro, e sono già tante ad essere già coinvolte, ci invia il proprio racconto, testimonianza, articolo, fotografia, opera d’arte, poesia, tematiche scelte dalla direttrice editoriale Véronique Viriglio e concordate in modo dialogante tra di noi. Non bisogna essere giornaliste per scrivere, anzi le giornaliste finora coinvolte sono davvero una minoranza! W è davvero un progetto di ‘citizen journalism’, di giornalismo partecipativo ed inclusivo. A scrivere, in modo volontario, sono stiliste, blogger di moda, docenti, psicologhe, attiviste, scrittrici, artiste, attrici, registe, madri, che ci raccontano e fanno conoscere il panorama femminile in Italia, in tutte le sue sfaccettature e sfumature.
Come le storiche riviste femminili proponiamo rubriche di attualità, moda, beauty, cinema, viaggi, food integrate e arricchite con altre create ad hoc per il nostro prodotto editoriale: intercultura, nuovi italiani, voci di donne, diritti, solidarietà…

Quale periodicità e dove si può acquistare?

Al momento la periodicità è bimestrale. Il numero 0 era pronto ad inizio marzo, ma poi con il confinamento per la pandemia di Covid-19 è rimasto fermo. Abbiamo cominciato a diffonderlo da metà giugno in poi. Ora stiamo lavorando al numero 1, che uscirà ad inizio settembre, e successivamente a novembre. Può sembrare una scelta azzardata e in contro tendenza, ma oltre all’invio della rivista con mailing, proponiamo anche un cartaceo, convinte che bisogna fare ritorno ad un prodotto fisicamente condivisibile, che una donna può sfogliare e far circolare nel proprio entourage, invece di puntare solo al digitale. Per vari motivi, anche economici, in questa fase di lancio facciamo stampare poche centinaia di copie che distribuiamo ad eventi che ci ospitano e per far conoscere il magazine a potenziali partner commerciali e sponsor. Al momento W è un Free Press. L’intento è quello di arrivare ad una distribuzione cartacea in edicola a pagamento, ma per raggiungere il traguardo servirà sostegno economico e visibilità da parte di sponsor che credono nel progetto: una sfida che affrontiamo con convinzione, passione e fiducia.

Il logo della rivista All Women Magazine

L’emergenza sanitaria di questo difficile 2020 come e quanto ha influito sul vostro progetto editoriale?

L’emergenza sanitaria Covid ci ha messo di fronte a sfide e a tempo stesso ci ha regalato delle opportunità. Tanto per cominciare ha rafforzato la nostra convinzione che un progetto editoriale come W e che un’associazione come Bianco Nero A Colori siano arrivati al momento ‘giusto’ e possano dare anche loro un contributo alla ripartenza, includendo tutte le donne e facendo sentire le loro voci.
Donne che – ma questo noi già lo sapevamo – hanno portato l’Italia sulle proprie spalle durante il lockdown: donne infermiere e medici, donne in telelavoro che hanno portato avanti contemporaneamente attività professionale, casa e didattica a distanza dei propri figli. E ora, a maggior ragione in questa crisi epocale che stiamo vivendo, devono essere maggiormente rispettate e riconosciute, per il valore aggiunto che danno alla vita economica, sociale, culturale e politica, non solo in Italia.
Le sfide indubbiamente ci sono state e ci sono. Tanto per cominciare a causa del lockdown W è rimasta ferma in tipografia per quasi 3 mesi e non abbiamo potuto distribuirla né virtualmente, né fisicamente. Di conseguenza è slittata tutta la programmazione di pubblicazione che avevamo in mente, ma ora recuperiamo! Sulla tempistica ci riteniamo anche fortunate: W era già pronta prima dello scoppio della pandemia, quindi la crisi sanitaria non ha fermato il nostro progetto, anzi. E poi, a fine lockdown, la consegna della rivista è stata un’emozione grandissima: poterla avere tra le mani, sfogliarla, farla conoscere, distribuirla sia in versione cartacea che on-line. Un piccolo grande regalo per il gruppo di donne che si è gettato a capofitto in questa nuova ‘avventura’ e per tutte le nostre lettrici e lettori che hanno accolto W con grande curiosità ed interesse.
La prima presentazione l’abbiamo fatta il 18 luglio, in occasione del Nelson Mandela Day e del Roma Africa Film Festival (RAFF), alla Casa del Cinema a Villa Borghese, grazie al sostegno convinto degli organizzatori della manifestazione. Il tema della serata non poteva essere più azzeccato per introdurre il nostro magazine: “I can’t breathe”, sulla scia delle proteste globali di Black Lives Matter, dopo la brutale uccisione di George Floyd negli Usa. E anche le manifestazioni anti-razziste sulle piazze italiane hanno confermato la nostra intuizione nata da anni e concretizzatasi ad inizio 2020: quella di volere e dovere contribuire al necessario cambio di narrazione sulla diversità umana, qui ed ora!
Ora la sfida che ci attende come associazione e testata è quella di trovare sponsor e partner per poter continuare a pubblicare W e far crescere le nostre iniziative culturali.
Per chi, come noi, crea e scrive, l’emergenza sanitaria di questo 2020 ha influito in modo piuttosto positivo direi, anche se ci ha privato della possibilità di prendere parte ad eventi o di andare sul set. Ci ha dato il tempo di riflettere e capire meglio i nostri obiettivi, contattare e coordinare le collaboratrici oltre ai primi sponsor. Abbiamo avuto la giusta energia e grinta per reagire a questo duro colpo di fermo di tutto il Paese.
E ora, la voglia di fare e andare avanti, puntando sempre più in alto, è tantissima. In un mondo globale, sempre più interconnesso, l’unica via per reagire alle sfide è proprio quella di fare rete per unire tutte le competenze, partendo da noi, donne, ponti tra tanti mondi, non solo geografici…

 

Potete leggere il numero 0 di All Women Magazine qui.