La cucina narrativa delle donne migranti Il CLM a Cheese 2021
Scritto da Segreteria il 21 Settembre 2021
Sabato 18 settembre il Concorso Lingua Madre ha partecipato all’edizione 2021 di Cheese, il più grande evento internazionale dedicato ai formaggi a latte crudo e alle forme del latte organizzato a cadenza biennale da Slow Food per le vie di Bra.
Per questa occasione il CLM ha curato l’incontro dal titolo La cucina narrativa delle donne migranti, durante il quale è stata presentata Elizabeta Miteva, vincitrice del Premio Speciale Slow Food – Terra Madre al XVI Concorso letterario nazionale Lingua Madre. L’evento è stata anche una nuova occasione per parlare di Generi alimentari. Cibo, donne e nuovi immaginari (Iacobellieditore), volume curato da Daniela Finocchi, ideatrice e responsabile CLM, e Luisa Ricaldone, Società Italiana delle Letterate, e frutto del lavoro del Gruppo di studio del Concorso, formato da docenti italiane e straniere per approfondire i temi legati alla migrazione femminile. Il libro, che costituisce un excursus sulla cucina narrativa delle donne, ha fornito spunti di riflessione e confronto, approfonditi insieme all’autrice. L’incontro è stato condotto da Michela Marocco, del Concorso Lingua Madre.
Abderrahmane Amajou, coordinatore tema migranti Slow Food Internazionale, ha introdotto l’incontro, ricordando la collaborazione di lunga data che intercorre fra il Concorso e Slow Food, una collaborazione che ha preso forma proprio nel Premio Speciale Slow Food – Terra Madre, assegnato all’autrice straniera del racconto maggiormente ispirato ai temi legati al cibo e alla sua produzione.
La parola è quindi passata a Michela Marocco che ha esordito raccontando i sedici anni di lavoro del Concorso sulla letteratura femminile migrante, un lavoro che ha dato vita ad un vero e proprio patrimonio di immagini, storie e testimonianze che mettono chiaramente in luce la necessità ormai imprescindibile di adottare uno sguardo sessuato alle migrazioni contemporanee. Non solo, proprio sul tema del cibo il CLM si è sempre interrogato, anche grazie all’analisi e all’approfondimento dei racconti che ogni anno partecipano al Concorso, dai quali emerge come “attraverso il cibo passano non solo gli elementi nutritivi necessari alla sopravvivenza ma anche ricordi, dissidi, tradizioni. Il cibo è un linguaggio e può essere più potente di ogni parola mai proferita”.
Questo è certamente valido per La felicità è casa, il racconto con cui Elizabeta Miteva è risultata vincitrice, dove, proprio attraverso un ambiente legato al cibo, la cucina di un agriturismo, cambia la prospettiva dell’autrice, appena giunta in Italia. “Ho cominciato ad amare questo paese con lo stomaco” ha spiegato Elizabeta Miteva, proseguendo: “Il mio arrivo in Italia non è stato felice. Ritrovatami in un ambiente nuovo, isolata, senza capire la lingua sono stata colta da una forte depressione. La mia vita era stata stravolta e non vedevo una via d’uscita. Il cambiamento è arrivato proprio grazie al mio primo lavoro in Italia, come lavapiatti in un agriturismo, grazie al quale mi sono avvicinata ai gusti e ai profumi del paese che mi aveva accolto. Da quel momento ho iniziato a guardare ogni cosa con occhi diversi”.
Michela Marocco ha quindi portato l’attenzione sul volume Generi alimentari, in cui l’autrice CLM Roxana Lazar, nel racconto Intrecci, espone un processo simile di avvicinamento all’Italia e ai suoi sapori. Scrive infatti Roxana Lazar: Dopo diversi incontri, mi ha invitato a casa sua. Per quell’occasione aveva cucinato i tortellini panna e prosciutto. Non avevo mai mangiato qualcosa di più delizioso, prima di allora. Da quel momento nella mia vita è iniziato un periodo contornato di sorrisi, canti, buon cibo e panorami mozzafiato.
“Per me è stato il vitello tonnato” è quindi intervenuta Elizabeta Miteva, “ricordo quando mi trovai nella cucina di Paola, la proprietaria dell’agriturismo, che ogni tanto aiutavo anche con le pulizie, e vidi una ciotola piena di salsa tonnata: non riuscii proprio a resistere e dovetti assaggiarla! Da quel momento è iniziato per me un viaggio di scoperta e tanti sorrisi, proprio come racconta Roxana”.
Un altro spunto interessante è stato suggerito dal saggio La relazione che nutre. Quando il cibo mantiene l’anima in vita di Adriana Chemello, che apre Generi alimentari, in cui l’autrice riflette sul forte valore identitario del cibo. Spiega infatti come il cibo riesca a creare un collegamento tra una memoria collettiva, basata sulla tradizione, e il vissuto individuale dove le pietanze finiscono per mischiarsi e fondersi con eventi e situazioni, arricchendosi di un simbolismo nuovo.
“Posso certamente ritrovarmi in questo pensiero” ha spiegato quindi la vincitrice CLM, “la mia esperienza legata al cibo, però, è stata un po’ diversa. Cucinare è sempre stata una mia passione che, tuttavia, in Macedonia non sono mai riuscita a coltivare come avrei voluto. Qui in Italia non solo l’ho curata ma ne ho fatto anche una professione: ora sono proprietaria, insieme a mio marito, di una pizzeria-ristorante di cui gestisco proprio la cucina. I sapori macedoni mi sono rimasti cari e li conservo con affetto lanciandomi, ogni tanto, in qualche contaminazione con la cucina italiana, ma ora è quest’ultima la mia preferita e quella in cui mi cimento di più… per la gioia dei miei figli!”.
L’incontro è stato seguito da un folto pubblico: numerose domande e interventi hanno accompagnato l’evento verso la sua conclusione, fra calorosi applausi.
Prima dei saluti, Michela Marocco ha condiviso con i e le presenti un ultimo passaggio da Generi alimentari, tratto dal saggio Scrivere l’ambiente. Donne che nutrono, donne che migrano, donne che narrano il mondo curato da Daniela Finocchi e Paola Marchi: Il pensiero delle donne e la loro differenza abbraccia il mondo e si sta tramutando in un patrimonio umano universale. E il cibo rappresenta in tutto questo uno strumento fondamentale per comprendere i cambiamenti, le evoluzioni, i percorsi che si stanno compiendo in tal senso. Alle dinamiche di violenza, rifiuto, emarginazione, le donne contrappongono quelle dell’accoglienza e del riconoscimento, dell’interazione e della r-esistenza.
Ecco le foto dell’evento.