Sul palco il racconto CLM "Il sogno" L'autrice del Concorso Jelena Zivkovic al Gioiosaetamorosa Festival
Scritto da Segreteria il 27 Luglio 2021
Una riscrittura del racconto CLM Il sogno di Jelena Zivkovic, ha aperto giovedì 8 luglio Gioiosaetamorosa, festival di teatro contemporaneo di Treviso. Il testo ha fatto parte dello spettacolo SogniAMO, un percorso laboratoriale itinerante che raccoglie i sogni e le esperienze oniriche degli abitanti di un luogo, per restituirle in una performance finale sempre diversa.
Di seguito un resoconto dell’evento, a cura di Jelena Zivkovic.
«Una piccola grande soddisfazione la messa in scena del mio racconto Il sogno l’8 luglio scorso durante la prima serata SogniAMO di Gioiosaetamorosa Treviso Contemporary Theater Festival.
I sogni dei trevigiani sono stati raccolti e scelti dalla regista Francesca Merli per elaborarli e metterli in scena divisi per età: infanzia, adolescenza, età adulta e terza età. Il mio racconto faceva parte di età adulta e, come i sogni degli altri partecipanti, trattava temi forti e un po’ scomodi.
Sono passati tanti anni da quando sono salita su un palcoscenico per la prima volta. Anche in quell’occasione si trattò del teatro Mario del Monaco di Treviso, come comparsa nell’opera Il trovatore per interpretare una dama di compagnia perché non parlavo ancora italiano. Da allora molte cose sono successe: amori, figlie, lavori, amici, case, tanti governi e la guerra nella Ex Jugoslavia. Compresi i bombardamenti della NATO, durante i quali i caccia passavano sopra la mia testa e quella di mia figlia mentre giocava al parco, partendo dall’aeroporto vicino per attaccare Belgrado, la città in cui sono nata.
Ero straniera, poi sono diventata italiana e poi “italianissima”, un punto di riferimento per i migranti a cui ho insegnato l’italiano e con i quali nel 2018 ho fondato IntegrART, un’associazione di promozione sociale che si occupa dell’abbattimento dei pregiudizi e dell’inclusione sociale degli immigrati attraverso l’arte: musica, racconto, pittura, fotografie e, appunto, teatro.
Il mio racconto Il sogno, scritto dopo il grande naufragio di migranti provenienti dall’Africa a Lampedusa nel 2013 e pubblicato dal Concorso Lingua Madre nell’antologia Lingua Madre Duemilaquattrodici. Racconti di donne straniere in Italia (Edizioni SEB27), descrive un’esperienza onirica che mi vide partecipare a una bella gita in barca con le maestre, i genitori e i bambini della classe di mia figlia di nove anni. Ad un certo punto, nel sogno, incontriamo un gommone pieno di migranti che, davanti ai nostri occhi, si rovescia. Qualcuno si butta in acqua per salvarli e mi butto anch’io. Senza rendermene conto mi allontano troppo per poter tornare indietro e mi viene in mente che la legge dice che chi salva un migrante deve pagare una multa di centomila euro. Realizzo di essere un’immigrata anch’io e nuoto disperatamente verso la nave per tornare da mia figlia ma non ce la faccio e, davanti ai suoi occhi, tra altri corpi galleggianti dei migranti, perdo i sensi e annego.
All’inizio avrei dovuto leggere da sola il racconto ma per la grande emozione che ogni volta questa storia suscita in me, non sono riuscita. Così è stato letto dall’attrice Laura Serena al posto mio. Dietro di me, in scena, c’erano i ragazzi di IntegrART, miei ex studenti, Abubacarr e Andrew, rispettivamente gambiano e nigeriano che, insieme all’attore Angelo Callegarin, hanno mimato la scena, nuotando, annaspando e spruzzando l’acqua. Il pensiero che loro, che hanno rischiato davvero la vita per attraversare il Mediterraneo, fossero con me sul palco e il pensiero di chi la vita l’ha persa davvero, magari proprio davanti agli occhi dei propri cari, mi hanno fatto salire il cuore in gola, durante ogni prova e durante lo spettacolo. Mettere questa storia in scena davanti ad un pubblico era come spogliarsi per un momento di tutti i ruoli che ho ricoperto in questi anni e tornare ad essere solo un’immigrata. E’ stata per me la messa in scena di questa, a volte faticosa, a volte divertente, doppia identità che vivo ogni giorno, come straniera e come italiana, anzi “italianissima”.
Ringrazio tutti coloro che l’hanno reso possibile: in particolare il Concorso Lingua Madre e l’editore SEB27, per aver concesso i diritti della storia per la rappresentazione, alla regista Francesca Merli per averlo scelto e ad Abubacarr e Andrew che hanno interpretato se stessi affrontando un tema così delicato davanti alla sala piena del teatro Mario del Monaco di Treviso».
Di seguito alcune foto delle prove e del spettacolo, realizzate da Jelena Zivkovic e dalla fotografa Federica Curculacos.