Appuntamenti

Una storia salverà il mondo Il Concorso Lingua Madre a SalTo 2018

Scritto da Segreteria il 13 Maggio 2018

«Welcome to the Anthropocene»: con queste parole Daniela Fargione, docente dell’Università degli studi di Torino, ha avviato il dibattito del terzo appuntamento curato dal Concorso Lingua Madre al XXXI Salone Internazionale del Libro di Torino, che l’ha vista protagonista insieme a Carmen Concilio (Università di Torino) e ad Angela Caponnetto, invitata speciale di Rai News24. A moderare l’incontro, Daniela Finocchi, ideatrice del CLM.

Qui la galleria delle immagini.

A partire dal titolo del libro del Premio Nobel per la chimica Paul J. Crutzen, Daniela Fargione ha presentato al pubblico l’Antropocene, l’epoca in cui gli esseri umani sono divenuti forza geofisica, al pari di fiumi, uragani, terremoti, vulcani. Un’epoca in cui i diversi strati della materia – per esempio quelli nelle carote di ghiaccio – accumulano materiali come il cemento, la plastica, il carbone, l’alluminio, le particelle nucleari, tracce indelebili della manipolazione umana.
“L’ambiente siamo noi”, ha continuato Fargione, “siamo tutti/e fatti/e di materia e queste materie tra loro si intersecano, noi siamo natura”. Risanare la scissione tra esseri umani e natura diviene allora fondamentale per affrontare le sfide che il presente ci pone davanti, come è altrettanto necessario, ha spiegato ancora Fargione, ripartire dalle parole dei poeti, cioè di coloro che sanno immaginare scenari futuri. Da qui nasce l’esigenza di trovare una lingua diversa che racconti l’ambiente: la lingua della scienza non è più sufficiente, serve anche quella della letteratura, dell’arte, della cultura. Una lingua che includa le voci delle donne.
È quanto si è voluto fare con il volume Antroposcenari. Storie, paesaggi, ecologie (Il Mulino), curato proprio da Daniela Fargione e Carmen Concilio, contenente – tra gli altri – un saggio dedicato alle “storie” delle autrici del Concorso Lingua Madre. Un volume in cui, ha sottolineato Carmen Concilio cui è passata dopo la parola, i discorsi che solitamente sono nettamente separati, quello scientifico e quello artistico, vengono messi in relazione e dialogano tra loro: “Nonostante i saggi pubblicati siano accademici, il libro si legge come fosse un romanzo”. Ne sono dimostrazione gli approfondimenti sulle questioni legate all’acqua, ai “paesaggi fragili”, o su cibo e migrazioni. Questi ultimi due temi, in particolare, sono strettamente connessi alle donne – ha evidenziato Concilio – vere protagoniste delle diaspore contemporanee. Un dato confermato anche da Angela Caponnetto che da diverso tempo si occupa di migrazioni e conduce, come inviata speciale, missioni nel Mediterraneo e nelle zone dell’Africa più colpite dalla fame, dalla povertà, tutte conseguenze disastrose di uno sfruttamento intensivo delle risorse di quei territori. Particolarmente intensi e drammaticamente reali sono stati i suoi racconti sulle donne incontrate durante le inchieste che ha condotto, madri disposte a rinunciare ai/alle propri/e figli/e e di affidarli/e a mani sconosciute pur di salvare loro la vita. Così come toccante è stata la condivisione della sua esperienza in Senegal, dove la guerra non ha il volto delle armi e delle bombe, ma della fame, della carestia, delle deforestazioni. A lei, in chiusura dell’appuntamento, Daniela Finocchi ha rivolto una delle 5 domande di questo #SalTO18 che guarda al futuro: Perché mi serve un nemico?: «Il nemico serve al potente per poter esercitare e rafforzare il proprio potere. Serve al “popolino” per esorcizzare le paure delle proprie mancanze». A Carmen Concilio e a Daniela Fargione, invece è stato chiesto A chi appartiene il mondo? Secondo Concilio: «appartiene a tutte/i noi e tutte/i abbiamo enormi responsabilità nei confronti del mondo. Non basta però l’azione del singolo, è necessario creare una rete di relazioni per agire nel mondo. E per chi si occupa di educazione, formazione, ricerca, la responsabilità sta nel condividere il sapere».
«È difficile la parola “appartenere” – ha risposto Fargione – perché rimanda al problema dell’appropriazione, ma se appartenenza significa condivisione, riconoscimento, fratellanza e, soprattutto, sorellanza, allora il mondo appartiene a tutte e a tutti».
Diverse, infine, le domande rivolte dal pubblico, che hanno permesso di toccare varie questioni, tra cui quelle legate all’informazione e alla narrazione che i media fanno del fenomeno migratorio, informazione – ha concluso Caponnetto – che a volte diviene vera e propria propaganda del potere.

Il Concorso Lingua Madre vi dà appuntamento a domani – ultimo giorno di #SalTO18 – con la premiazione delle vincitrici della XIII edizione in Arena Piemonte, alle 13.30… Non mancate!