Appuntamenti

Brutta e fedele o bella e infedele? Il CLM a #SalTo30

Scritto da Segreteria il 18 Maggio 2017

Brutta e fedele o bella e infedele? A partire da questa domanda la linguista e lessicografa Luisa Giacoma, che ha condotto l’incontro, ha passato la parola alle ospiti: la germanista Anna ChiarloniJelena Zivkovic del progetto “Traduttori per la pace” e autrice del Concorso Lingua Madre, Simonetta Priveato e Alessandra Tarozzo di AITI – Associazione Italiana Traduttori e Interpreti. A introdurre l’incontro Daniela Finocchi.
In un periodo come questo, caratterizzato dalla continua costruzione di muri, la traduzione ha un ruolo fondamentale, e può essere considerata un mezzo non tanto per abbattere queste barriere, quanto per creare un collegamento tra esse.

Senza una trasformazione linguistica, infatti, senza un passaggio tra diversi codici espressivi, la letteratura sarebbe relegata ai confini nazionali, al solo sistema culturale di chi la produce. La traduzione, al contrario, conduce oltre i confini e permette il dialogo tra le differenze, avvicina mondi e linguaggi che altrimenti rischierebbero di non incontrarsi. Quello del traduttore è un mestiere solitario, totalizzante, talvolta quasi ossessivo, ha raccontato Simonetta Priveato. A lei si è unita Alessandra Tarozzo, che ha parlato della difficoltà di tradurre l’estetica di una lingua, sottolineando la fatica di chi si  impegna a renderne le varie sfumature.
Anna Chiarloni, riprendendo il tema del Salone del Libro 2017 “oltre il confine”, ha definito la traduzione come un’apertura su altri mondi, altri sguardi, altri saperi: “la letteratura di oggi è ibrida, è essa stessa sconfinamento”, ha aggiunto. Inoltre ha esaltato il valore del Concorso Lingua Madre e il suo meccanismo di “affidamento di voce” delle donne alle donne, capace di creare una genealogia femminile.
Jelena Zivkovic, infine, ha esordito raccontando la propria “traduzione” identitaria: da jugoslava è diventata serba senza aver avuto nessuna voce in capitolo. Il suo impegno è stato costante nell’insegnare – all’interno dei centri di accoglienza per migranti – non solo la lingua ma anche la cultura italiana. Oltre a questo, ha parlato della sua attività con l’Associazione “Traduttori della Pace”: oltre 2000 traduttori e interpreti che danno risalto a realtà spesso trascurate dai media.
Anche lei ha evidenziato il lavoro del Concorso Lingua Madre, che da anni non solo dona voce a donne che troppo spesso ne sono prive, ma riconosce il diritto della dignità anche a chi parla una lingua straniera senza necessariamente raggiungere la perfezione estetica.
Le sorprese non sono mancate, con un intervento fuori programma di Paola Sorge, germanista e giornalista de La Repubblica, che ha raccontato la propria esperienza di traduzione della Costituzione di Weimar.