Donne migranti a Rai3 Spazio Libero Una puntata dedicata al CLM
Scritto da Segreteria il 14 Gennaio 2022
Il programma di Rai3 Spazio Libero ha dedicato una nuova puntata al Concorso letterario nazionale Lingua Madre, seguendo anche la premiazione della XVI edizione del progetto, svoltasi lo scorso ottobre nell’ambito di SalTo21. Alla trasmissione, andata in onda giovedì 13 gennaio, hanno partecipato Daniela Finocchi, ideatrice e responsabile del Concorso, e Nicola Lagioia, direttore editoriale del Salone Internazionale del Libro di Torino, insieme alle vincitrici della XVI edizione del Concorso Natalia Marraffini, Lala Hu e Noreen Nasir. Ha condotto Annamaria Baccarelli.
«In Italia, è bene ricordarlo, il 52% dei migranti è femmina e sempre di più le donne migrano da sole e come capofamiglia da qui la necessità imprescindibile di uno sguardo sessuato sulla migrazione contemporanea», ha spiegato Daniela Finocchi in apertura del servizio, sottolineando poi «Vita Supernova, il titolo della XXXIII edizione del Salone Internazionale del Libro, è un tema in cui ben si inseriscono i racconti delle autrici CLM, donne che non si sono mai arrese, anche in questo tempo difficile che ancora tutte e tutti stiamo vivendo, continuando a mettersi in relazione e guardando al futuro in modo positivo e propositivo».
Nel futuro che ci aspetta le donne devono rivestire un ruolo fondamentale, per illuminare il percorso con nuove prospettive e una diversa visione del mondo secondo Nicola Lagioia, che ha detto «Il Concorso Lingua Madre ha un’importanza duplice o forse anche triplice all’interno del Salone. Uno dei progetti di cui andiamo più orgogliosi, innanzi tutto perché dà risalto alle donne, che spesso non hanno la voce che dovrebbero avere, anche a livello istituzionale, e poi si tratta di donne migranti, le cui storie sono ancora più difficili da raggiungere per essere ascoltate: Lingua Madre dà a queste donne uno spazio di espressione unico», aggiungendo «Un progetto come quello CLM è all’insegna dalla polifonia, la bibliodiversità, che costituiscono una grande ricchezza: una voce sola è pericolosa, rischia di essere una voce egoistica, discriminatoria, perchè non riesce a sentire altro che se stessa: la moltiplicazione delle voci è un potente antidoto a tutto questo».
«Il Concorso Lingua Madre è stata una tappa fondamentale del mio percorso, non ha avuto solo un significato in quanto riconoscimento letterario ma anche a livello di valori condivisi, valori quali l’inclusività e l’importanza dello sguardo femminile» ha specificato Natalia Marraffini, prima classificata alla XVI edizione CLM «Nel mio racconto La straniera segreta ho deciso di mettere al centro il tema dell’identità in quanto ognuno e ognuna di noi, come esseri umani, nel periodo dell’adolescenza attraversa un momento in cui diviene straniero o straniera a se stesso e se stessa, volevo affrontare il tema dell’essere stranieri non solo da un punto di vista territoriale, legato ai confini, ma anche da un punto di vista interiore».
«Ho partecipato al Concorso Lingua Madre perché credo nella forza della scrittura come forma di espressione e come forma d’arte – ha esordito Lala Hu, seconda classificata – la scrittura concretizza l’appartenenza a una determinata cultura, in questo caso quella italiana, diventando strumento di costruzione dell’identità personale e collettiva. Il tema trattato nel mio racconto In cerca di una Heimat è quello dello sradicamento, condizione esistenziale dei migranti che accompagna tutta la vita delle persone straniere. Il CLM ha dato in questi anni l’opportunità a molte donne, sia straniere sia italiane, di esprimersi, di condividere le proprie storie: è un’occasione per conoscere queste donne, diventate sempre più protagoniste della realtà che ci circonda».
La parola è quindi passata a Noreen Nasir, terza classificata: «Nel mio racconto ho voluto approfondire la condizione delle donne perchè trovo che in questo aspetto risiedano le maggiori differenze fra la cultura pakistana e quella italiana. Il titolo del mio racconto è Questo è il tuo compito e posto, un titolo che vuole riportare l’immagine, nella cultura pakistana, del posto riservato alla donne, fra le mura domestiche, un aspetto che mi ha sempre molto infastidito. Ho anche voluto sottolineare nella mia storia l’importanza dell’istruzione, fondamentale strumento di riscatto, anche e soprattutto per le donne».