Gli incipit dei racconti vincitori XVII edizione del Concorso Lingua Madre
Scritto da Segreteria il 04 Aprile 2022
GLI INCIPIT DEI RACCONTI VINCITORI
XVII CONCORSO LETTERARIO NAZIONALE LINGUA MADRE
La mattina, all’alba, di solito faccio il bagno insieme a mia nonna. Lei non resiste a lungo in piedi e così ci sediamo l’una di fronte all’altra. Per me è importante rimanere all’altezza dei suoi occhi per guardarla e condividere l’intimo spazio di una doccia. Ci spogliamo e lasciamo scorrere un po’ l’acqua per non sentire il freddo del primo impatto. Lei si guarda, poi guarda me e sorride; io faccio lo stesso. È come se ricordasse quello che è stata ed è come se io scoprissi cosa sarò se dovessi arrivare a novantotto anni. Siamo il passato e il futuro nello stesso riflesso.
IL MIO CORPO: UN POSTO FELICE
Diana Paola Agámez Pájaro
Venezuela
PRIMO PREMIO
Sono le dieci e mezza di sera e sto cercando un’analogia interessante con cui dare inizio al mio racconto. Ho cercato su internet ‘uccelli che migrano e vanno in depressione perché non si sentono più gli stessi’, o ‘alberi che crescono storti dopo che gli hanno troncato un pezzo di radice’. Insomma, un’analogia carina e fantasiosa con cui metaforizzare questo senso di inadeguatezza e solitudine che provo a volte quando, come oggi, mi rendo conto che non sono né romena, né italiana, né tantomeno finlandese, irlandese o spagnola, se proprio vogliamo fare l’elenco dei posti in cui ho vissuto.
UN ALTRO RACCONTO DI MIGRAZIONE CHE LA GENTE NON AVRÀ TROPPA VOGLIA DI LEGGERE
Adelina Zărnescu
Romania
SECONDO PREMIO
Per la prevenzione delle mutilazioni genitali femminili
e i matrimoni precoci e forzati in Europa.
Faceva su e giù dalla cucina alla camera da letto. In cucina dava un morso a un panino più grosso di lei, in cui aveva spalmato della nutella. In camera apriva lo scaffale dove teneva i cosmetici per controllare che ci fosse tutto il necessario per la sua festa che si sarebbe tenuta il giorno dopo. Alle 21:00 aveva finito il panino e si mise seduta davanti allo specchio di camera sua. Prese l’eyeliner dallo scaffale, lo stappò, spalancò la bocca e se lo passò intorno agli occhi finché non lo mise alla perfezione. Ogni tanto pasticciava, ma risolveva subito con un cotton fioc immerso nello struccante. Tirò fuori un pettine e si assicurò che i suoi capelli fossero perfetti. Prese la sua crema profumata, si sedé sul letto e l’applicò su tutto il corpo. Poi mi chiamò a squarcia gola e mi chiese di aiutarla a infondere i suoi vestiti con l’incenso.
LAME IN LIBRI
Chiamaka Sandra Madu
Nigeria
TERZO PREMIO
Sapevo molto poco dei mauriziani prima di conoscere mio marito. Sapevo che vivevano in un qualche angolo di paradiso immerso nell’oceano Indiano, tra acque cristalline, palme e spiagge bianche. Della loro cultura non sapevo nulla, nonostante la loro comunità fosse abbastanza numerosa a Catania, e mio marito ha sempre avuto una certa difficoltà a parlarmi di quel mondo che si era lasciato alle spalle quando era poco più di un ragazzino. Ciò che so oggi, sulle Mauritius, lo devo a Nirvana e alla sua famiglia.
«Sei nata qui?» è stata la mia prima domanda dopo le presentazioni di rito, ma la risposta era ovvia.
Il suo italiano è perfetto e, mentre annuiva, ho notato un sorriso sul suo volto.
NOI
Barbara Pennisi
Italia
PREMIO SEZIONE SPECIALE DONNE ITALIANE
Un passo avanti all’altro, svelte di notte, attraversiamo la città.
Ci stringiamo l’una all’altra e cantiamo, forte.
Luci, luci e ancora luci di opere di artisti in ogni strada, negozi tutti in fila e poi voci e voci, in una lingua che per ora non capisco, e odori che proprio non so dire a quale cibo appartengono. Da Piazza Castello a Piazza Statuto, ogni notte, si ripete la traversata, io e due amiche conosciute qualche settimana prima sul volo che da Tehran ci portava a Torino; diventiamo come sorelle disposte ad affrontare insieme ogni disavventura ci attenda là fuori.
ALÌGHIERO
Mahnaz Hassanlou
Iran
PREMIO SPECIALE SLOW FOOD-TERRA MADRE
Camminavo velocemente tra le ombre minacciose degli alti arbusti. Immersa nel buio naufragavo sotto un cielo senza luna e senza stelle, tipico delle notti della mia terra e della mia storia.
Negli ultimi tempi l’Afghanistan era andato mutando drasticamente ma inizialmente le notizie di una possibile avanzata dei Talebani non avevano preoccupato la popolazione.
A maggio si respirava già l’aria estiva e conclusi il mio primo anno di scuola media non vedendo l’ora che arrivasse l’estate per trascorrere le giornate nella piccola cittadina del Nuerestan in cui abitavo: un piccolo villaggio rurale protetto dalla ricca vegetazione della foresta della nostra fertile regione.
AMSONIE BLU
Sofia Spennacchio
Francia
PREMIO SPECIALE TORINO FILM FESTIVAL
Scegliere una parte di questo immenso cielo invaso da mille stelle e soffermarsi a osservarle.
Cercando casa, mi son persa nella notte. Per anni hanno accompagnato i lunghi viaggi di noi viandanti. Puntini luminosi e tremolanti, ricamati nel grande firmamento, raccontano storie ed evocano ricordi.
Le mie, profumano di estati serene e di gelsomino, sanno di casa. Tra i sentimenti, uno più di tutti è fin troppo vicino al cuore: mal du pays, saudade o semplicemente nostalgia.
Il tempo dell’attesa, quando si è distanti da casa, come lo si inganna? È sufficiente disegnare e ricalcare crocette sul calendario, contare i giorni e seguire l’alternarsi delle stagioni per sabotarlo?
FIORIRE AL MONDO
Sara Ben Brahim
Tunisia
PREMIO SPECIALE GIURIA POPOLARE