Racconti che fanno la differenza Marcela F. Luque e Hasti Naddafi a Voltapagina 2024
Scritto da Segreteria il 14 Maggio 2024
Nell’ambito del progetto Voltapagina del XXXVI Salone Internazionale del Libro di Torino, venerdì 10 maggio si è svolto l’incontro con due autrici CLM: Marcela Flavia Luque e Hasti Naddafi che hanno approfondito, in dialogo con le detenute nella sezione femminile della Casa Circondariale di Vercelli, i temi dei loro racconti pubblicati nelle antologie Lingua Madre (Edizioni SEB27).
«Un incontro entusiasmante – commenta Marcela Flavia Luque – durante il quale le donne presenti hanno partecipato e sono intervenute spesso aprendo un dibattito davvero fruttuoso. I racconti delle antologie si sono dimostrati molto adatti al contesto, in quanto testi brevi e dal linguaggio semplice, risultando molto aderenti a questo tipo di platea. Sono sorpresa dalle emozioni che hanno suscitato in loro. Inoltre, la presenza di Hasti Naddafi, così impegnata in campo sociale e sul tema dei diritti, ha arricchito l’evento. È stato molto piacevole condividere l’esperienza con lei».
Di seguito il resoconto della giornata di Marcela Flavia Luque, dove vengono segnalati alcuni spunti interessanti emersi nel corso della presentazione:
Le signore presenti, così come le volontarie coinvolte nel progetto Voltapagina, erano molto interessate al Concorso anche all’eventuale partecipazione diretta delle detenute. Ho approfittato quindi per descrivere il progetto, i premi e mi sono soffermata sulla mia esperienza. Mi sono anche resa disponibile per organizzare degli incontri e per dare eventualmente una mano alle signore con la scrittura.
Tutte le presenti, infatti, avevano letto (ma direi proprio “divorato”) i racconti ed è stato molto piacevole sapere che questi avessero suscitato in loro tante emozioni: le risate, la rabbia, la tristezza, il dubbio. Hanno così partecipato attivamente all’incontro e molte di loro ci hanno posto domande.
Uno dei punti sul quale si è incentrato il dibattito è stato proprio il rapporto con i testi e la differenza tra “identificarsi” e “ritrovarsi”, nel senso di dematerializzare l’esperienza di lettura portando la nostra mente laddove possa essere completamente libera.
Abbiamo anche discusso di come la lettura, la scrittura e la cultura in generale possano fare la differenza quando ci si ritrova privati della propria libertà.
È emerso chiaramente come le sensazioni descritte e generate dai testi – senso di estraneità, difficoltà nell’inserimento, fatica a ritrovare il senso di appartenenza – fossero comuni a tutte noi: donne, detenute, volontarie, scrittrici o migranti.
È stato anche molto interessante il fatto che Hasti Naddafi e io fossimo diverse dal punto di vista generazionale, come cultura di appartenenza e anche nel vivere la nostra esperienza di emigrazione. Questo ha arricchito in modo esponenziale la discussione.
Abbiamo anche parlato dell’amore e dei rapporti umani che possono oltrepassare la materialità, di come le donne siano particolarmente sensibili nell’affrontare i fatti della vita e siano portate alla relazione.
Infine, ci siamo unite e uniti – anche con Stefano Feltri che aveva tenuto un incontro nella sezione maschile del carcere – in un bellissimo momento conviviale con dolcetti e bibite, al quale hanno partecipato tutte e tutti.
Nel salutarci, abbiamo ricevuto in omaggio un pensiero da parte degli organizzatori, che ringrazio ancora vivamente.