Tutta una vita Intervista a Nunzia Scarlato
Scritto da Segreteria il 10 Marzo 2023
Abbiamo intervistato Nunzia Scarlato, attrice e autrice CLM, che presenta in questi giorni la sua nuova raccolta poetica Tutta una vita (Youcanprint, 2023). Un libro di versi liberi, che rappresenta il suo percorso esistenziale tra momenti “troppo dolorosi o troppo felici”.
La scrittura di Nunzia Scarlato trasmette l’indipendenza, la forza, la complessità, a volte intimorente ed estranea, l’irrequieto e instancabile mettersi in gioco dell’autrice, affrontando sempre nuove sfide, nuovi orizzonti, nuove prospettive. Le sue composizioni verbali sono al di fuori degli schemi, non seguono le leggi metriche e le restrizioni formali, spaziano oltre il canone, libere e incoscienti come chi le scrive. Il suo poetare si fa racconto, a tratti malinconico, a tratti ironico, spiritoso, frizzante, sempre acuto e profondo, mai banale.
Scarlato scava alla scoperta di conquistate consapevolezze, ma non teme di mettere a nudo insicurezze, timori, desideri. Si diverte con le parole, si abbandona al piacere che si prova nel momento dello svago come una bambina, senza farsi spaventare dall’idea che – giocando – la palla potrebbe sfuggirle di mano: nel caso, sarà altrettanto bello raccoglierla. Si svela a chi legge senza badare alle regole, con sincerità e slancio. Del resto, come scriveva Emily Dickinson: “Quando sentiamo il bisogno di un abbraccio, dobbiamo correre il rischio di chiederlo”.
E Nunzia Scarlato non ha paura di rischiare.
Ci parli di questa raccolta poetica, in cui i versi si fanno narrazione. Quali sono i temi principali che ha voluto affrontare?
Tutta una vita racchiude il mio percorso: mi è servito, talvolta, non sempre e non spesso, per chiarire, a me stessa innanzitutto, alcuni eventi emotivi, oppure per il desiderio di manifestare per iscritto sensazioni vissute (che in alcuni momenti diventa insopprimibile).
La nostra vita, la mia come quella delle mie coetanee, si è dipanata, in fasi abbastanza comuni.
Il distacco dalla famiglia originaria (“La voglia di essere diversa”).
Una dimensione sociopolitica vissuta talvolta ai margini e talvolta all’interno delle organizzazioni.
L’amore e le aspettative a questo legate, nella consapevolezza di essere altro dai nostri genitori, e invece come loro, con grandi difficoltà nel gestire la relazione, seppur di diverso tenore (“Del bambino che facciamo… cosa gli diciamo… che ci amiamo ma che insieme non EVOLVIAMO… sai a lui che gliene frega…”).
La maternità, nel mio caso arrivata avanti negli anni, per ragioni indipendenti dalla mia volontà, ma intensamente desiderata.
E poi tutto quello che è fuori, l’osservazione, a volte dolorosa a volte ironica o grottesca, del mondo esterno, della caduta delle nostre speranze (“Facciamo qualcosa di sinistra, chiediamo scusa”) e della rivelazione di un futuro difficile e in certi casi spaventoso che si apre alle nuove generazioni.
I diritti delle donne, quello da cui in fondo eravamo partite nel nostro cammino, di nuovo oggetto di lotte durissime, in cui la nostra vita viene messa a rischio e spesso, troppo spesso, perduta (“E invece la rabbia noi la dobbiamo usare, giovani o vecchie che siamo dobbiamo tornare, a vivere la piazza per gridare, cercare un sodalizio che non sia solo elettorale”).
E così il ritrovarsi dopo i sessant’anni, un poco sperduta, senza essere diventata saggia, anzi con più interrogativi di prima.
I testi raccolti in questo volume sono molto personali, intimi. Da che cosa è nata la necessità di pubblicarli mettendo per iscritto queste emozioni?
Avevo registrato un CD alcuni anni fa, e francamente pensavo di non aver bisogno di un libro.
Invece negli ultimi tempi ho ritrovato il piacere di leggere ad alta voce davanti ad un pubblico, che è per me parte integrante del desiderio creativo.
Scrivere è importante ma avere persone davanti, guardarle negli occhi e vedere il loro stupore, le loro emozioni, o al limite anche il loro fastidio, mentre cerchi di comunicare ciò che è stato importante per te, è una sensazione magnifica che va molto al di là dell’esercizio solitario della scrittura.
Al momento direi che sono entrambi importanti.
E allora niente può essere meglio dell’avere il tuo testo tra le mani da proporre.
La sua antologia si compone di quattro sezioni. Sebben che siamo donne paura non abbiamo, Famille, Family, Familie, Famiglia, Amorevolissimevolmente e Riflessioni indeterminate. Come mai ha voluto iniziare proprio con la nota strofa de La Lega, canzone di lotta delle lavoratrici, e in particolare delle mondine, del primo Novecento, poi diventata simbolo del femminismo degli anni Settanta?
I titoli delle sezioni sono tutti nati da un’intuizione momentanea, qualcosa che sale alla mente e che in quel momento sembra la cosa giusta da scegliere.
A posteriori devo dire che mi piacciono tutti e in particolare il primo, proprio per l’attenzione che deve essere data oggi alle lotte femminili, come se questo periodo intercorso, più di un secolo, non dico non avesse lasciato tracce e provocato cambiamenti, ma oggi dobbiamo ricordare che i diritti non sono per sempre ma vanno tutelati e difesi.
A questo link la video-presentazione della raccolta poetica, a cura di Nunzia Scarlato.