Tea Room: un forum per le donne albanesi Intervista a Sabina Darova
Scritto da Segreteria il 18 Aprile 2023
Abbiamo intervistato Sabina Darova, autrice CLM di origine albanese residente ad Asti, dove tre anni fa ha fondato Tea Room: la donna albanese in arte e cultura. Un forum tutto al femminile, presso il Centro Artistico e Culturale Albanese Margarita Xhepa, che svolge numerosi eventi di promozione dedicati alle donne albanesi che vivono in Piemonte o in Italia e appartengono al mondo culturale e artistico. Non mancano poi le attività che riguardano, più in generale, la vita sociale, collettiva e di intrattenimento.
Ogni due settimane, all’ora del tè, le partecipanti si riuniscono presso il Centro, o in videoconferenza, per confrontarsi su un tema specifico, che spazia dall’arte alla cultura in generale, ma anche ad argomenti inerenti ai rapporti familiari, nonché ai problemi legati alla definizione della propria identità. A ogni incontro sono invitate due relatrici che conducono il dibattito: molte le figure professionali ad aver partecipato, tra queste psicologhe, assistenti sociali ed educatrici.
Ci illustri più approfonditamente il forum: quali sono i suoi obiettivi e le sue attività? Come si è evoluto negli anni e quali sono i progetti futuri?
Il forum Tea Room è nato come un bisogno interno dell’Associazione Assoalbania di Asti.
Asti, infatti, è stata una delle prime città in Piemonte che ha accolto gli albanesi nel lontano 1991. In pochi anni, quei primi cento albanesi sono diventati oggi più di 5 mila residenti.
Col tempo è maturato il desiderio di conferma e di valorizzazione identitaria: il primo percorso proposto per colmare questa necessità è stato l’insegnamento della lingua e della storia albanese ai bambini, per non perdere le proprie radici. Le richieste sono state tantissime e la sola classe offerta dal Comune ben presto non bastava più. Ecco allora che imprenditori, professionisti e comuni cittadini – tutti con una gran voglia di costruire una casa di cultura – si sono rimboccati le maniche e hanno lavorato insieme. Il Centro Artistico e Culturale Albanese Margarita Xhepa è diventata così una realtà.
In poco tempo non si è più insegnato solo l’albanese, ma hanno iniziato a tenersi tante altre attività artistiche e culturali, in tutti i giorni della settimana: il corso delle danze popolari albanesi, le lezioni di violino, di teatro, di çifteli (strumento con due corde tipico albanese), di canto, di scacchi, d’inglese, di lingua LIS. Tutto insegnato gratuitamente da insegnanti albanesi.
Però mancava ancora qualcosa, ed era il mondo delle donne. Un mondo che comprendeva la cultura, l’arte, il pensiero, le relazioni al femminile. È stato allora, tre anni fa, che insieme ad altre tre ragazze ho dato vita a Tea Room.
Mi ricordo il primo incontro svolto il 21 marzo, nel primo giorno di primavera che coincideva con la Giornata Internazionale della Poesia. Ufficialmente è stato organizzato da quattro donne, ma in quindici ci hanno lavorato, collaborando. A ognuna un compito e la cura di piccoli dettagli. Fu un successo. Le partecipanti erano entusiaste. Ho sentito che eravamo riuscite a scuotere qualcosa dentro la loro anima.
Al secondo incontro abbiamo affrontato le loro personali storie di emigrazione. Ogni donna si poteva raccontare – scrivendo in modo anonimo – e un’altra avrebbe letto al posto suo.
Penso che sia stato uno dei momenti più emozionanti del percorso. Ognuna delle 25 donne del gruppo ha portato un vissuto diverso, sofferente o gioioso. Negli incontri successivi si è quindi parlato di volontariato, scuola e famiglia. Poi abbiamo iniziato a fare insieme tante altre cose: teatro, pittura, decorazioni natalizie e autunnali, danze e storia dei costumi albanesi tramandati da una generazione all’altra, riscoperta delle fiabe, approfondimenti sulle leggi dell’emigrazione e, infine, anche l’orto di erbe aromatiche con mamme e bambini.
I principali obiettivi posti per il forum sono stati:
– promozione di arte e cultura nella nostra lingua madre, dove protagoniste sono le personalità femminili,
– educazione ai valori culturali e sociali in relazione al contesto multiculturale,
– sostegno e informazione in ambito socio-educativo e sanitario alle donne che arrivano con ricongiungimento familiare,
– creazione di spazi di discussione e confronto sul modello familiare albanese e quello italiano, sul dialogo madri-figli e tanti altri aspetti privati e pubblici.
Per raggiungere questi obiettivi abbiamo tessuto una rete di collaborazione con enti pubblici e istituzionali, sempre come servizio volontario, e abbiamo trovato una risposta immediata di sostegno e appoggio.
Numerosi sono gli obiettivi futuri. Oltre alla continuazione e arricchimento di quelli già raggiunti, puntiamo ad accrescere il numero delle presenze, alla costituzione di una Banca del Tempo e molto altro.
Chi sono le fondatrici di questo progetto?
Abbiamo fondato questo progetto in quattro, ma come dicevo in precedenza, sono tante le donne che hanno dato un importante contributo a Tea Room. Elida Gjinaj è un’educatrice con un’esperienza di 16 anni nel campo della scuola. Lavora con bambini diversamente abili e progetta e traduce libri per laboratori di comunicazione aumentativa CAA. È volontaria e attivista presso il Centro Culturale Albanese, in cui svolge anche l’insegnamento della lingua LIS. Collabora con la Caritas e e l’Associazione Migrantes e si occupa di coordinare i centri estivi. Lediona Vrenozi vive da venti anni in Italia e lavora come assistente d’infanzia nel settore privato. Nel tempo libero si impegna come volontaria, oltre a essere parte dello staff del Centro nel coordinamento dei corsi. Le piacciono i libri per il miglioramento sociale e la crescita personale. Ha sfruttato il lockdown per acquisire la certificazione come Mediatrice interculturale. Vilma Gjyshja è diplomata in Albania, ha proseguito gli studi all’Università degli Studi di Torino in Lingue e Letteratura. È parte dello staff del Centro e archivista presso la Biblioteca di Asti; inoltre studia per diventare assistente dentistica. Infine io, Sabina Darova ideatrice di questo progetto, vincitrice del Premio Ambasciatrice della Pace, consigliera al Consiglio Provinciale di Pari Opportunità di Asti, parte del Consiglio direttivo di AMMI a Torino.
Da 22 anni lavoro come mediatrice culturale presso l’ASL di Asti, il Comune, il Tribunale e le scuole. Sono giornalista freelance per tre giornali albanesi e poeta (ho pubblicato due libri di poesie in albanese). Ho vinto il Premio Speciale Torino Film Festival nella XII edizione del Concorso Lingua Madre. Lo scorso settembre ho curato la mostra fotografica A.A.A – Arrivo, Accoglienza, Asti in Albania.
Il forum si svolge presso il Centro Artistico e Culturale Albanese. In che modo la cultura e l’arte albanese rendono le donne protagoniste? Come si riflette questo aspetto sulle partecipanti al forum e come si riflette nel lavoro da voi svolto?
Il nostro forum, attraverso le informazioni e i contatti che ha in Italia ma anche in Albania, ha invitato molte donne professioniste nel nostro centro, perché portassero la propria esperienza e fossero d’esempio e incoraggiamento alle altre. Incontri che non si sono fermati neanche durante il periodo di restrizioni dovute alla pandemia da Covid-19, quando abbiamo realizzato molti incontri online. I loro racconti sono diventati fonte di ispirazione e di fiducia. È grazie a loro che, per esempio, una delle partecipanti è diventata insegnante di teatro, che altre due hanno iniziato a gestire un gruppo dedicato agli anziani, che un’altra ancora ha ripreso gli studi universitari.
Ecco alcune foto delle molte attività svolte nell’ambito del progetto Tea Room.