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Luminose e libere Le autrici CLM a “scrittorincittà”

Scritto da Segreteria il 18 Novembre 2024

«Ciò che unisce i nostri mondi è l’amore per la vita e lo sforzo che abbiamo fatto per renderla più bella e significativa». Così Shima Allahi ha iniziato il suo intervento all’incontro Luminose e libere. Giovani artiste e scrittrici raccontano la migrazione che si è tenuto domenica 17 novembre a scrittorincittà, a Cuneo, presso il Museo Casa Galimberti.
Una collaborazione quasi ventennale quella tra il festival e il CLM. Protagoniste oltre a Shima Allahi, seconda classificata al XIX CLM con il racconto Piccoli tesori, anche Man Azadam e Sonia Canu vincitrici del premio speciale FSRR con la fotografia Parole libere e selezionate con il racconto Azad nell’antologia Lingua Madre Duemilaventiquattro. Racconti di donne non più straniere in Italia (SEB27). Al tavolo delle relatrici però era presente solo Sonia Canu, a tutela della sua amica iraniana di cui si è fatta tramite.

Come le Stelle – che era il titolo di questa XXVI edizione – le autrici hanno indicato nuovi riferimenti in merito al ruolo delle donne nel contesto contemporaneo. Hanno fatto luce sul loro diritto a vivere pienamente la propria appartenenza femminile e la libertà che ne deriva, in qualsiasi parte del mondo.
Daniela Finocchi ha condotto il dialogo che ha subito coinvolto il folto pubblico presente.

«La casa dove è cresciuto mio marito, quella di sua nonna – ha raccontato Shima Allahi – ora è nostra. Abbiamo deciso di lasciare tutto com’era, non solo i mobili ma anche le stoviglie, la biancheria, i soprammobili. Per me è una gioia, perché tutto mi ricorda mia madre, che è lontana e non ha potuto raggiungermi neanche per il mio matrimonio, anche lei così attenta alla cura dell’ambiente domestico in ogni particolare, persino nei piccoli oggetti. In quelle stanze per me risuonano voci familiari».

La relazione, il dialogo, la memoria e i sentimenti. In questa prospettiva si è quindi inserita anche la riflessione sul volume Con forza e intelligenza (Il Poligrafo) dedicato alla figura della femminista e saggista Aida Ribero. Anche perché, come è stato sottolineato, proprio in tema di libertà molto ha da insegnare il pensiero delle donne di cui è stata eccezionale divulgatrice Ribero, mettendo l’accento su quell’importante distinzione tra una visione che si attarda a eguagliare le donne agli uomini e una nuova visione che ne sottolinea la differenza e che mira alla loro liberazione.

«Con le altre autrici CLM che ho potuto conoscere grazie alla partecipazione a questo meraviglioso progetto – ha detto Sonia Canu – ci ritroviamo a condividere uno stesso approccio al mondo. Con rispetto io mi sono messa in relazione con Man e oggi mi faccio tramite anche della sua voce, facendo però ben attenzione a non appropriarmi di esperienze e vissuti che non mi appartengono. Per me è stato un privilegio. Posso così testimoniare come la paura di vivere in un paese totalitario e costrittivo, senza diritti per le donne, pesi ancora sulla mia amica, anche adesso che ne è lontana. Come mi ha più volte raccontato, infatti, vivere sotto un tale regime falsa anche la percezione stessa del mondo, le proprie convinzioni. E ritrovandosi in un paese libero anche ciò in cui credevi cambia». Parole forti, intimamente legate a quelle che vediamo scritte su un foglio di carta che una mano femminile protende verso il cielo, catturate dalla fotografia premiata delle due autrici: woman, life, freedom – ossia donna, vita, libertà – tre sostantivi che risultano più che mai attuali e necessari.

Si sono quindi alternate le letture di alcuni brani dei racconti – esplorando il lessico familiare, la vita che continua, lo spazio e il tempo che si contraggono – tra gli applausi del pubblico.

Non sono mancati momenti di commozione, soprattutto quando sono state rivolte alle autrici domande sull’attuale situazione politica iraniana e la sua possibile evoluzione, sulla violenza e il clima di terrore.

«La donna in Iran deve affrontare una doppia difficoltà: quella di non poter vivere la sua vita liberamente e quella di non poterla raccontare» ha detto Sonia Canu, citando una frase di Leggere Lolita a Teheran della scrittrice iraniana Azar Nafisi.

Nelle risposte non si è mancato di ricordare le parole di Aida Ribero, quando scriveva che milioni di donne in ogni parte del mondo testimoniano quotidianamente la capacità di rapportarsi tra umani facendo prevalere la relazione in luogo del conflitto, l’amore per la vita (perché sono loro che la generano), in nome di una nuova etica. Le donne sono forti, consapevoli, in grado di trasformare l’andamento delle cose – è stato affermato senza esitazioni.

«Le donne in Iran sono cambiate – ha concluso Allahi – il loro pensiero è cambiato. Le costrizioni permangono ma non potrà essere così per sempre. Ormai l’evoluzione è già in atto, nella mente di ognuna, e non si può tornare indietro. Ci andrà ancora del tempo ma poi le cose muteranno, inevitabilmente».

Alcune foto sono anche sulla pagina Facebook di scrittorincittà.