Libere di immaginare il mondo Il femminismo di Aida Ribero a SalTo24
Scritto da Segreteria il 14 Maggio 2024
di Elena Pineschi
«Aida viene descritta in questo libro come maestra di cultura e di impegno, che trasmette sapere e indirizza le energie delle giovani attraverso l’accoglienza, l’ascolto e lo sprone a valorizzarsi. Sono racconti di riconoscenza per quanto si è ricevuto».
Liliana Guazzo Lanzardo, storica sul palco, è solo una delle tante docenti, giornaliste, studiose e amiche che sono intervenute alla presentazione del volume Con forza e intelligenza. Aida Ribero (1935-2017) edito dal Poligrafo che si è svolta sabato 11 maggio al Salone Internazionale del Libro di Torino.
Ecco che, fra tutti i loro ricordi, risuonano come un filo rosso alcune parole nel descrivere e ricordare Aida Ribero, a sua volta saggista, docente, giornalista, femminista: nella relazione con ognuna – anche se in modi diversi e intimi – è stata compagna accogliente, madre simbolica, guida all’azione e al pensiero rivoluzionario, pensatrice critica e generosa.
«Aida aveva un’arte: quella di cogliere i tratti psicologici e comportamentali delle persone con cui aveva a che fare per poi coinvolgerle immediatamente in qualcosa» ha ben riassunto in qualità di relatrice Luisa Ricaldone – già docente dell’Università di Torino, presidente della Società Italiana delle Letterate e parte della Giuria e del Gruppo di Studio CLM – portando anche come esempio il loro primo incontro.
Tutte testimonianze che partono da sé, proprio secondo quella pratica in cui Aida Ribero tanto credeva; testimonianze che sono anche raccolte nel saggio corale, unite a quelle delle relatrici, con gli scritti di Alba Andreini, Stefanella Campana, Gianna Cannì, Pinuccia Corrias, Paola De Benedetti, Vittoria Doglio, Doranna Lupi, Paola Marchi, Annarita Merli, Lucia Preziosi, Gabriella Rossi, Ferdinanda Vigliani, molte delle quali erano presenti all’incontro. La curatela è di Daniela Finocchi, ideatrice CLM, e Michela Marocco, presenti sul palco.
Amiche e collaboratrici – come anche le tante conoscenti in Arena Piemonte – appartengono alle più diverse realtà femminili, dai collettivi ai gruppi di donne, come per esempio il Centro Studi e Documentazione Pensiero Femminile (per cui tanto si è spesa Aida Ribero), il Coordinamento giornaliste del Piemonte, la Casa delle donne di Torino, il Coordinamento contro la violenza e il Telefono Rosa di Torino (che lei stessa ha contribuito a fondare), il Bollettino delle donne e tante altre.
Questo volume, come ha sottolineato infatti Daniela Finocchi, «non è esclusivamente sulla figura di Aida, ma nasce a testimonianza di un’epoca, di quel pensiero che non va perduto perché le giovani non crescano smemorate (come temeva lei) e incapaci di riconoscere le radici della propria esperienza».
Il saggio illustra quindi la vita, gli studi, i libri, l’attività di Aida Ribero intorno al femminismo e al pensiero femminile – presentando inoltre un prezioso inserto fotografico – ma fa emergere anche il quadro della Torino femminista degli anni Settanta e Ottanta del Novecento.
Vuole essere un modo «per ottenere da Aida Ribero gli strumenti per capire il nostro presente e formarsi un pensiero critico per collaborare a un futuro diverso» ha detto Michela Marocco. «Il suo insegnamento, la sua lungimiranza, la sua modernità sono vivi e forti e saranno capaci di sopravviverle, trasformandosi in testimoni per le nuove generazioni».
Centrale nelle opere e nella vita della femminista proprio l’esistenza di una genealogia femminile: un percorso da compiere in prima persona – nella propria appartenenza di donna – ma sempre anche nella relazione. Per «soggettivarsi» appunto come soggetti politici, per superare i concetti di equazione e parità, per continuare a ripensare la questione femminile.
Qui è possibile rileggere per intero l’intervento di Liliana Guazzo Lanzardo.
Foto di Ludovico Giacobbe ed Elena Pineschi.